Nella faccia, nelle parole e nelle azioni di questo P.del C. vi è ” amor sui “ e non “ amor populi”.
Questo Presidente di tutti gli italiani, nominato e non eletto,
lascia percepire la mancanza di una
formazione e concezione etica dell’uomo,
ancor meno religiosa.
Le sue facoltà
completamente perverse lo fanno
mirare esclusivamente a se stesso e al
suo gruppo che lo sostiene. Si serve della sua meccanica retorica, parolaia,
priva di ogni elementare sentimento
puro, per potenziare la propria immagine
e trarne vantaggio e gloria terrena.
La condizione vera di
questo “ animale politico “, costruito come macchina per tempo, è finalizzata
al male, perché senz’anima, priva di amore e di autocontrollo razionale.
Per questi motivi va
frenato, democraticamente impedito di
fare più male all’uomo e a tutti gli
italiani.
Ogni programma di questo
signor fiorentino è destinato a
fallire perché chiaramente guidato da
forte egoismo, da “ amor sui “ ,
dall’interesse proprio e niente per il popolo.
Da qui il disprezzo,
lo sdegno di tutto ciò che di lui appare
: fantoccio pieno di veleno ed il cuor
di paglia.
A questa era di
“civiltà “ fatta di barbarie deve
schiudersi, allora, l’era della civiltà
fondamentalmente corredata di amore
fraterno, non solo di
parole ma di fatti.
Per il momento la
storia umana fa alleanza con la paura e l’assurdità, l’impotenza e la
disperazione, di cui è responsabile una classe politica di soggetti-oggetti computerizzati di informazioni più che di conoscenze, che si esprimono con
un linguaggio difficile alla comprensione di molti, e predeterminati a governare solo per scopi stabiliti da poteri forti.
La comunicazione
risulta falsata e disamorata; gli
annunci politici parimenti hanno perso il senso della verità: si è talmente
mentito al popolo da far desiderare,
come di un tonico, altro male o una vita
mentale clandestina, affidata solo alla esperienza selvaggia. Gli uomini onesti, che credono ancora
all’onestà, cardine essenziale della fratellanza, hanno bisogno di linguaggi comprensibili a tutti, di volti
sereni e trasparenti, e
soprattutto di fatti , non di idee e/o parole.
A futura memoria .
Antonio P.
Caro Antonio,
Concordo con la stragrande
maggioranza delle cose che hai detto, tranne la considerazione finale “soprattutto
di fatti , non di idee e/o parole”: penso che abbiamo bisogno di fatti
ed anche di idee e parole. Perché le idee del nostro premier erano e sono idee
scadenti che hanno determinato fatti scadenti; prima tra tutte l’idea d’aver
scartato ogni ipotesi di reddito di cittadinanza con la conseguente scelta di
sperperare il denaro in mancette date a destra e a manca. E poi il resto dei
fatti che ha portato avanti con il suo jobs act; fatti che chiamerei
fatti male.
Riguardo alle parole. l’hai detto tu stesso nell’appunto, ci
occorrono parole di verità e non quelle pronunciate con lingua biforcuta
(espressione che usavano gli indiani d’America per definire le parole false
degli uomini bianchi colonizzatori).
Il 4 dicembre speriamo che il “giovane rampante” venga fermato da una
valanga di NO e vada via. Comunque anche con la vittoria dei NO ci sarà ben
poco da brindare, cominceranno con nuove grandi manovre per salvare i loro
“dritti acquisiti”.
Saluti
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