Ieri, 14 luglio 09, ho partecipato alla giornata di silenzio dei blog contro le misure del decreto Alfano.
Se qualcuno mi chiede di fare una rettifica sul mio blog, e se la richiesta corrisponde a verità di fatti, sono ben lieto di fare la rettifica e chiedere scusa.
Ma il decreto Alfano impone dei termini non facilmente rispettabili, nei fatti potrei trovarmi nella condizione di non riuscire ad adempiere ad un obbligo per diversi motivi: non curo il mio blog con frequenza quotidiana, spesso mi funziona male il computer, potrei avere cessato di occuparmi di un blog. I termini posti da Alfano potrebbero nei fatti impedirmi di rispettare un obbligo e mi esporrebbero a una sanzione di peso elevato.
Il decreto Alfano nei fatti, istituisce una sorta di incertezza della possibilità di adempiere ad un obbligo, ed ha il potere di:
- invogliare verso una autocensura preventiva (tipo, di certe notizie è meglio non occuparsi)
- invitare i grandi gestori ad operare forme di sorveglianza per evitare di essere chiamati in causa.
Nei fatti il decreto, pur volendo garantire un interesse legittimo alla rettifica crea condizioni di grave detrimento alla libertà di espressione e inserisce un elemento di incertezza giuridica.
Se si vuole garantire la libertà di espressione e anche la libertà di non essere offesi gli strumenti intanto già esistono ed è sempre possibile fare una querela per danni ricorrendo al giudice. Se poi si vuole istituire un obbligo di rettifica anche per i blog vanno dati:
- certezza della notifica di richiesta di smentita e certezza che la rettifica contenga elementi evidenti di provata verità;
- tempi per l’attuazione che non possono essere rapidi considerato il carattere non professionale di chi opera con un blog (almeno un mese dalla notifica di richiesta di smentita)
- decadenza dell’obbligo di rettifica in caso di cessazione dell’attività di un blog.
francesco zaffuto
Se qualcuno mi chiede di fare una rettifica sul mio blog, e se la richiesta corrisponde a verità di fatti, sono ben lieto di fare la rettifica e chiedere scusa.
Ma il decreto Alfano impone dei termini non facilmente rispettabili, nei fatti potrei trovarmi nella condizione di non riuscire ad adempiere ad un obbligo per diversi motivi: non curo il mio blog con frequenza quotidiana, spesso mi funziona male il computer, potrei avere cessato di occuparmi di un blog. I termini posti da Alfano potrebbero nei fatti impedirmi di rispettare un obbligo e mi esporrebbero a una sanzione di peso elevato.
Il decreto Alfano nei fatti, istituisce una sorta di incertezza della possibilità di adempiere ad un obbligo, ed ha il potere di:
- invogliare verso una autocensura preventiva (tipo, di certe notizie è meglio non occuparsi)
- invitare i grandi gestori ad operare forme di sorveglianza per evitare di essere chiamati in causa.
Nei fatti il decreto, pur volendo garantire un interesse legittimo alla rettifica crea condizioni di grave detrimento alla libertà di espressione e inserisce un elemento di incertezza giuridica.
Se si vuole garantire la libertà di espressione e anche la libertà di non essere offesi gli strumenti intanto già esistono ed è sempre possibile fare una querela per danni ricorrendo al giudice. Se poi si vuole istituire un obbligo di rettifica anche per i blog vanno dati:
- certezza della notifica di richiesta di smentita e certezza che la rettifica contenga elementi evidenti di provata verità;
- tempi per l’attuazione che non possono essere rapidi considerato il carattere non professionale di chi opera con un blog (almeno un mese dalla notifica di richiesta di smentita)
- decadenza dell’obbligo di rettifica in caso di cessazione dell’attività di un blog.
francesco zaffuto
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