mercoledì 16 marzo 2011

La terra natia, la patria e il punto

il punto

Il mio paese è odoroso di zagare
e chiamo patria quella parte di mondo
distesa tra le cime bianche
e il giallo a mezzogiorno

Il mio amore gira attorno al sole
e luccica e spegne d’altra parte

L’amare cosa più grande
non s’opprima

( dalla raccolta Vento da queste parti © francesco zaffuto)
sono andato a rispolverare questi miei vecchi versi stimolato da un commento che 2 giorni addietro è arrivato al mio post Come festeggiare il 150° dell’Unità d’Italia?

Danx (curatore del blog Italia senza valori ) ha detto...
E' solo la lingua che ci tiene insieme, è una forzatura, ognuno dovrebbe stare dove più gli piace, invece per il solo fatto di essere nato nei confini di uno Stato deve rispettare se non amare ogni sua cosa. Ma cosa può cambiare fra un italiano e un francese o anche fra un italiano e un giapponese?Non siamo tutti schiavi del dio denaro, della tecnologia, non ci sono fabbriche qui come là?Che differenza di cultura c'è? Tutti svolgiamole stesse azioni, ascoltiamo bene o male le stesse cose perché i potenti cercano di ficcarcele in testa con ogni mezzo.Non vedo confini, non esistono più..certo se sei povero devi startene ben confinato, se no spaventi i bravi consumatori medi, ma altrimenti può girare il mondo e purtroppo trovarti sempre a casa tua fra mille comfort anche nel Terzo Mondo!!!!!!

Danx ci fa riflettere sulla realtà della mondializzazione forzata e sulla nostra realtà primigenia di esseri umani, dove la differenza sostanziale è tra chi è povero e chi è ricco. Questa realtà deve essere acquisita come consapevolezza e voglia di essere cittadini del mondo ed è una strada che ancora dobbiamo percorrere, siamo solo all’inizio.
In questa fase (fine novecento ed inizio del nuovo secolo) ci sono le paure, i colpi di coda di un ritorno all’indietro, il chiudersi nel campanile più piccolo, il cercare di salvaguardare i privilegi. Le reazioni della Lega contro la festa per i 150 anni dell’unità fanno leva su tali paure; e l’idea di patria propugnata solo come grande aggregato unitario astratto rischia di ripetere lo stesso schema di chiusura.
Ho letto poco fa un post di Giandiego Marigo che mette bene in luce RIFERIMENTI E CONFUSIONI , ve lo propongo in lettura.

Allo stato dell’arte questo blog ha affrontato la questione Italia e italiani nei seguenti post
Viva l’Italia, e poi...
How do you do Fratelli d’Italia?

Buona giornata di festa e di riposo a tutti, e riflettiamo sugli italiani per i quali il 17 marzo 2011 resta un giorno da passare nello stato di disoccupazione forzata.
16/03/11 francesco zaffuto
.
Immagine – sassi come denti – olio su tela
nota descrittiva dell'immagine per disabili visiviCielo e una piccola conca di mare blu intenso, colline spoglie, chiare e gessose e poi ocra, e poi gialle in vicinanza. In primo piano dei sassi, in parte disposti come una fila di denti, e un gruppo di pale di fichidindia.

6 commenti:

  1. A me piace essere Italiana e Cittadina del Mondo. Oggi del mio Paese non mi piace poco. Ci sono ancora scorci che ti incantano, la Natura in alcuni luoghi è meravigliosa. Per il resto non so cosa sia accaduto negli ultimi 20 anni... e' stato distrutto tutto.

    RispondiElimina
  2. Per quanto mi riguarda, caro Francesco, più che festeggiare i 150 anni dell'Unità d'Italia, sento questa festa soprattutto come lotta contro quelli che tu chiami in maniera perfetta "i colpi di coda di un ritorno all’indietro".
    E allora uniamoci ora, ora più che mai.
    Non dobbiamo combattere l'Austria occupante, ma i nemici interni.
    Ciao,
    Lara

    RispondiElimina
  3. Non ho voglia di polemizzare ne di festeggiare, cullata dai tuoi versi:"L’amare cosa più grande
    non s’opprima" voglio pensare ad un insieme di persone che pur coi loro limiti vogliono bene all' altro...un cammino per migliorare...voglio pensare a questo, ma credo che lo pensi pure tu, perchè hai postato una bellissima assolata immagine che chiami " sassi come denti", ma vedi i sassi non si notano, si nota il giallo luminoso ed il blù e l' azzurro del mare e del cielo in fondo e i versi sono...odorosi di zagare...c'è il profumo, c' è la speranza e persino la certezza.
    Ciao Francesco e scusami la lungaggine.

    RispondiElimina
  4. vorrei innanzi tutto ringraziare Francesco per la citazione. Io nasco internazionalista, nella mia tradizione culturale, non ho il senso patrottardo della Nazione e della difesa dei confini. Però lunità d'Italia ha significato anche altro, oltre ed al di fuori di questo. Liberiamoci della retorica...e guardiamo il paese per quello che è. Oggi è necessario che alle intenzioni deparatiste si risponda con il senso profondo dell'unità...che è quella dei mille ed è la stessa che popolò le montagne del Nord e le città del Sud di antifascisti...perchè fuor di ogni retorica Italia è qualche cosa e per dirla con Gaber per fortuna o purtroppo siamo italiani

    RispondiElimina
  5. Qualcosa ci unisce pure. Ed è la storia passata e quello che è stato vissuto dai nostri padri, che hanno forgiato anche noi. E la storia di un popolo è molto dissimile da quella di un altro. Io posso ammettere che la Cina o il Giappone per esempio hanno alle spalle una grande civiltà, nella quale però io non mi riconosco, mentre mi riconosco nella storia del mio Paese.

    RispondiElimina
  6. grazie a tutti per i commenti,
    ad @ Ambra,
    sicuramente qualcosa ci unisce sicuramente: una lingua, i luoghi, un vissuto, quella che chiamiamo una cultura. Ma dobbiamo riflettere su un sentimento particolare che è la nostalgia (doce, amara e a volte così struggente da diventare dolorosa). La nostalgia che possiamo provare per il nostro paese la provano tutti gli uomini della terra. Questa nostalgia che a volte chiamiamo radici e la carichiamo con forti appartenenze può dividere gli esseri umani, ma se la riconduciamo all'origine del sentimento ci unisce.

    RispondiElimina