Nel post precedente Ma come creare lavoro? si evidenziavano tre tipologie di interventi necessari in materia di lavoro:
interventi per fare aumentare il lavoro;
interventi che riordinano il mercato del lavoro e che contrastino il lavoro in nero e precario;
interventi di welfare per tutti i disoccupati.
Considerato che impazza il dibattito politico preelettorale, cerco di affrontare il terzo punto: un welfare per tutti i disoccupati.
L’Italia, nonostante le raccomandazioni della Comunità europea non ha introdotto un reddito minimo garantito di sopravvivenza per i cittadini che si trovano in condizioni di estrema necessità, nonostante i suicidi e i tassi altissimi di disoccupazione.
Qui qualche link:
Eppure nel nostro paese esiste un articolo della Costituzione che così recita:
Art. 38.
Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale.
I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria.
Gli inabili ed i minorati hanno diritto all'educazione e all'avviamento professionale.
Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato.
L'assistenza privata è libera.
Pare evidente che siamo fuori dell’Europa e fuori dalla nostra Costituzione.
Se si vuole essere europei ed applicare la nostra Costituzione, in Italia sono necessari due istituti:
il reddito minimo di cittadinanza (o come lo si vuol chiamare di sopravvivenza) per tutti i cittadini in gravi difficoltà;
e l’indennità di disoccupazione data a tutti coloro che sono disponibili al lavoro, anche a quelli che lo stanno cercando per la prima volta.
Le risposte più generalizzate per giustificare il non fare sembrano essere:
non ci sono i soldi,
poi se ne approfittano e non cercano lavoro.
Intanto a livello politico non è stato mai fatto uno studio sui costi che potrebbero essere generati dai due istituti.
Riguardo al reddito di cittadinanza, i soldi necessari non sono poi tanti se tale reddito viene dato ai cittadini veramente bisognosi, rapportato alle reali condizioni di bisogno, e se viene assegnato tramite i Comuni con molta cura.
Riguardo all’indennità di disoccupazione per tutti i lavoratori disponibili al lavoro addirittura nel nostro paese manca un’anagrafe pubblica del collocamento, anzi l’avevamo ed è stata cancellata da precedenti governi. Con gli strumenti di informatizzazione oggi esistenti può essere realizzata in poco tempo.
Le aziende dovrebbero attingere obbligatoriamente alle liste di collocamento pubbliche, con il criterio di scorrimento a partire da chi sta in stato di disoccupazione da più tempo, per almeno il 70% del personale da assumere; e la chiamata diretta la potrebbero fare solo per il rimanente 30% (questa percentuale di chiamata diretta è già abbastanza alta per soddisfare le esigenze delle aziende di un personale di fiducia).
Tutti i lavoratori in attesa di occupazione e iscritti alle liste di collocamento pubbliche verrebbero a percepire un pagamento per la disponibilità al lavoro una percentuale x della paga base stabilita per legge come minima sul territorio nazionale. Anche ai lavoratori che si iscrivono per la prima volta e non hanno avuto occupazioni precedenti va riconosciuta detta indennità. Il pagamento della disponibilità verrebbe sospeso in caso di rinuncia alla chiamata a lavoro per un periodo di tempo x fino alla nuova iscrizione e con perdita della precedenza in graduatoria di attesa.
Questi due istituti sono necessari ed urgenti, si tratta del pane, per la sopravvivenza dei cittadini in difficoltà e per la sopravvivenza del paese Italia che non si può trasformare in un paese selvaggio e desertificato nella coscienza.
I soldi ci sono: niente TAV, niente province, niente aerei di guerra, niente superstipendi a parlamentari e manager pubblici, niente superpensioni, niente evasione, niente mazzette.
09/02/13 francesco zaffuto
E qui qualcosa sull’Europa non realizzata in Italia testo della raccomandazione 92/441 CEE pubblicato anche sulla Gazzetta ufficiale.
Ogni lavoratore della Comunità europea ha diritto ad una protezione sociale adeguata e deve beneficiare, a prescindere dal regime e dalla dimensione dell'impresa in cui lavora, di prestazioni di sicurezza sociale ad un livello sufficiente.
Le persone escluse dal mercato del lavoro, o perché non hanno potuto accedervi o perché non hanno potuto reinserirvisi, e che sono prive di mezzi di sostentamento devono poter beneficiare di prestazioni e di risorse sufficienti adeguate alla loro situazione personale.
poi …
(12) … il Parlamento europeo, nella sua risoluzione concernente la lotta contro la povertà nella Comunità europea (5), ha auspicato l'introduzione in tutti gli Stati membri di un reddito minimo garantito, inteso quale fattore d'inserimento nella società dei cittadini più poveri;
anche …
il Comitato economico e sociale, nel suo parere del 12 luglio 1989 in merito alla povertà (6), ha anch'esso raccomandato l'introduzione di un minimo sociale, concepito ad un tempo come rete di sicurezza per i poveri e strumento del loro reinserimento sociale
E dunque … l’Europa raccomanda a tutti gli stati membri:
di riconoscere, nell'ambito d'un dispositivo globale e coerente di lotta all'emarginazione sociale, il diritto fondamentale della persona a risorse e a prestazioni sufficienti per vivere conformemente alla dignità umana e di adeguare di conseguenza, se e per quanto occorra, i propri sistemi di protezione sociale ai principi e agli orientamenti esposti in appresso.
e poi
senza limiti di durata, purché il titolare resti in possesso dei requisiti prescritti e nell'intesa che, in concreto, il diritto può essere previsto per periodi limitati, ma rinnovabili
Ogni lavoratore della Comunità europea ha diritto ad una protezione sociale adeguata e deve beneficiare, a prescindere dal regime e dalla dimensione dell'impresa in cui lavora, di prestazioni di sicurezza sociale ad un livello sufficiente.
Le persone escluse dal mercato del lavoro, o perché non hanno potuto accedervi o perché non hanno potuto reinserirvisi, e che sono prive di mezzi di sostentamento devono poter beneficiare di prestazioni e di risorse sufficienti adeguate alla loro situazione personale.
poi …
(12) … il Parlamento europeo, nella sua risoluzione concernente la lotta contro la povertà nella Comunità europea (5), ha auspicato l'introduzione in tutti gli Stati membri di un reddito minimo garantito, inteso quale fattore d'inserimento nella società dei cittadini più poveri;
anche …
il Comitato economico e sociale, nel suo parere del 12 luglio 1989 in merito alla povertà (6), ha anch'esso raccomandato l'introduzione di un minimo sociale, concepito ad un tempo come rete di sicurezza per i poveri e strumento del loro reinserimento sociale
E dunque … l’Europa raccomanda a tutti gli stati membri:
di riconoscere, nell'ambito d'un dispositivo globale e coerente di lotta all'emarginazione sociale, il diritto fondamentale della persona a risorse e a prestazioni sufficienti per vivere conformemente alla dignità umana e di adeguare di conseguenza, se e per quanto occorra, i propri sistemi di protezione sociale ai principi e agli orientamenti esposti in appresso.
e poi
senza limiti di durata, purché il titolare resti in possesso dei requisiti prescritti e nell'intesa che, in concreto, il diritto può essere previsto per periodi limitati, ma rinnovabili
E per chi la vuole leggere tutta, ecco il link
(http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CELEX:31992H0441:IT:HTML)
(http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CELEX:31992H0441:IT:HTML)
Immagine – Quarto Stato – Giuseppe Pellizza da Volpedo
Io sono d'accordo su tutto e ti ringrazio per tenere desto questo argomento che preoccupa tanti senza che ci si renda conto che questa mancanza di lavoro non è calamità ma dipende da qualcuno che ha preso decisioni terribili.
RispondiEliminaDobbiamo sapere o ricordare prima del 24 febbraio.
Grazie Francesco.
Buona giornata.
sono medicine per malati gravi, spero se ne rendano conto i nuovi parlamentari. ciao
EliminaDelle dritte dell'UE vengono prese in considerazione solo quelle sanzionatorie o limitative dell'autonomia dello Stato; quelle favorevoli a un vivere umano e civile vengono ignorate.
RispondiEliminaA noi basterebbe l'applicazione del nostro vecchio e ignorato art. 38, da te qui riportato, per rientrare nella lista, appunto, dei Paesi civili.
Infatti, in questa camaleontica campagna elettorale è la voce più trattata e discussa (more solito)...
Ciao.
hai proprio ragione gattonero, la cosa peggiore era il fiscal compact ed è stata subito attuata, tutte le raccomandazioni civili emanate dall'Europa giacciono nel dimenticatoio, come la nostra costituzione. ciao
EliminaCaro Francesco è tragico pensare alla situazione che in Italia c'è, è una catena di cose fatte male, e sarà molto difficile rimediare!!! comunque non dobbiamo perdersi d'animo! il 25 febbraio bisogna cambiare strada!
RispondiEliminaTomaso
lo spunto di speranza che tracci nell'ultima frase serve a me e a tutti; perché quando un "vecchio" (e lo dico come un onore l'essere vecchi) indica una speranza vuol dire la luce è possibile. ciao
Elimina"Ogni lavoratore della Comunità europea ha diritto ad una protezione sociale adeguata e deve beneficiare, a prescindere dal regime e dalla dimensione dell'impresa in cui lavora, di prestazioni di sicurezza sociale ad un livello sufficiente.
RispondiEliminaLe persone escluse dal mercato del lavoro, o perché non hanno potuto accedervi o perché non hanno potuto reinserirvisi, e che sono prive di mezzi di sostentamento devono poter beneficiare di prestazioni e di risorse sufficienti adeguate alla loro situazione personale."
Ma se poi uno Stato non rispetta queste indicazioni a cosa va incontro? Niente direi.
Va incontro a una smagliatura del tessuto sociale che può essere prodigo di grandi disordini. Poi per mantenersi in piedi lo Stato avrà bisogno di più polizia, più carceri e più tribunali, elementi che costano più della medicina che poteva prendere. ciao
EliminaFrancesco, da assistente sociale operante in un Comune che cerca quotidianamente di non cadere nell'assistenzialismo (che genera cronicità) non mi trovo d'accordo con la proposta del reddito minimo garantito. Abbiamo esempi più evoluti a cui puntare (nord Europa) senza dover per forza incappare in questa strada che fa accomoda sul lassismo troppe persone.
RispondiEliminaL'assistenzialismo può generare cronicità, ma se le norme che lo regolano sono ben ponderate e se accanto al minimo della necessaria assistenza si lavora su concrete possibilità di lavoro i risultati possono essere diversi. Prima di tutto a chi può lavorare va fatta una proposta di lavoro. ciao
Eliminachiara vai pure AFFANCULO
Eliminaho 53 anni due figli e moglie a carico
e non ho trovato nessun lavoro se non posti di m...dal 2009 dove dovevo spendere soldi per poi forse riarne dopo 60 gg.
mi frega una sega delle tue stronzate e del tuo moralismo del c...
pensa con la tua testa se ce l'hai e butta la tv che ti ingomra il tuo gia' compromesso cervello
A Bologna la Caritas locale, l'unica che a quanto ne so risponde ai bisogni immediati, offre assistenza lunga tre proproste di lavoro, se non c'è accettazione scade l'assistenza. Gli strumenti ci sarebbero, eccome.
RispondiEliminase non ci fossero stati i parenti, qualche amico e la Caritas questo paese si sarebbe ridotto molto male. ciao Sari
EliminaBah viste con quale criterio sono state "elargite" le pensioni di invalidità (ovviamente lasciando spesso fuori chi ne aveva veramente bisogno) ... sia a Nord che a Sud, il reddito minimo garantito è già una realtà:-)
RispondiEliminaA parte gli scherzi sarebbe una grande iniziativa civile, che creerebbe maggiore coesione sociale, solo l'idea di tutelare chi si ritrova suo malgrado in difficoltà spronerebbe ancor di più la gente a darsi da fare, sentendosi incoraggiata e tutelata.
Certo visto i compensi pagati da certi datori di lavoro, il reddito minimo diverrebbe un deterrente ad essere pagati di più ... e visto la logica imperante oggi che se devono tagliare i costi guarda caso è sempre il costo del lavoro quello da falcidiare, mentre per un'azienda il lavoro è patrimonio, è risorsa non solo un costo!
Lodevole il Tuo Post
un saluto
Interessante questo aspetto educativo che ci trovi per il mercato del lavoro. Giorni fa facevo una scorsa tra gli annunci di lavoro part-time, scopro che spesso e volentieri ti chiedono una disponibilità su tutto l’arco della giornata; come dire che sei pagato per 4 ore ma devi essere disponibile per 16 ore. Ciao
EliminaIl reddito minimo va introdotto assolutamente e un diritto verso tutti.
RispondiEliminaSono anni che i cittadini pagano le tasse per far vivere i politici, le banche e una lista lunga che non finisce mai.
Saluti a presto.
o.k. cavaliere, almeno a buon fine una parte di quello che ci fanno pagare, hai trovato il senso più logico che dovrebbe stare alla base di ogni imposta. ciao
EliminaVa fatto tutto quello che tu dici approntando anche severi controlli, perché troppo spesso del poco Welfare esistente in Italia hanno sinora approfittato quelli che mascherano, a danno delle persone che hanno sul serio bisogno, i propri redditi.
RispondiEliminanecessari controlli ed anche occasioni di periodi di lavoro per sostare il meno possibile in stato di assistenza. Occorrerebbe che i politici iniziassero a studiare in tempi stretti una possibile legge.
EliminaCiao Francesco,
RispondiElimina1) il quarto stato visto al museo del '900 è emozionante ed esprime davvero un mondo del passato ma anche di tutti i tempi, quelli futuri compresi.
2) bellissimo post e grande articolazione tra informazioni e considerazioni che dovrebbe colpire la mente di tanti che, sistemati, sottovalutano la gravità della disoccupazione in continuo aumento e non capiscono che un paese civile non può assistere alla disperazione sociale senza individuare soluzioni,
3) sono pienamente d'accordo con te, ma anche poco fiduciosa,
per il momento, che il salario minimo garantito possa essere proposto e applicato a breve.
Cara Floriana,
Eliminain qualche modo quel quarto stato le prime cose che costruì per lottare furono le casse di mutuo soccorso. Ripartendo dalla solidarietà, facendo qualche conto, con una legge duttile e capace di intervenire per le situazioni più gravi, e senza sprechi, si può cominciare. ciao