Anche se siamo nel pieno di
una caldissima estate possiamo ben dire Buon capodanno, perché apprendiamo ciò
che avverrà nel futuro 2016: il premier Renzi promette l’eliminazione
dell’imposta sulla prima casa. Intanto non si chiama più Imu e viene chiamata
Tasi (che i Comuni hanno combinato in miscela con la Tari e con normative
diverse da un comune all’altro). Ebbene in qualsiasi modo viene chiamata, la
tassa sulla prima casa è odiata da tutti gli italiani padroni di una casa, da
quelli che hanno uno sfigato monolocale a quelli che hanno un bell’appartamento
di 150 metriquadri nel centro storico di Milano. Tutti uguali ovviamente perché
quando si parla di tasse nasce una stupida uguaglianza tra ricchi e poveri, non
vogliono pagarle. Dire e spiegare agli
italiani che c’è una certa differenza tra: non avere una casa, avere una casa
da morti di fame, avere una casa un minimo decente ed avere una casa di lusso è
impresa difficilissima. La sinistra, un tempo ci provava, poi venne Berlusconi
e dimostrò che si potevano vincere l’elezioni proprio perché quella differenza
non veniva capita. Ora Renzi comincia a fiutare l’avvicinarsi del tempo delle
elezioni e visto che gli è difficile pescare nel mare dei disoccupati, prova a
preparare la rete per pescare nel grande mare chi si crede padrone almeno di
una casa e nel grande mare degli uguali che odiano le tasse.
Sei il solito gufo che non
crede in Renzi? All’inizio qualche vaga speranza che potesse fare qualcosa ce l’avevo
Fare qualcosa però non
significa fare qualsiasi cosa. In Italia nel febbraio 2014 c’era un’urgenza e
continua ad esserci: dare una mano a chi stava precipitando nella povertà con un
reddito minimo di cittadinanza, costruire qualche opportunità di lavoro per i
disoccupati. Le risposte sono state:
qualche soldo in più per chi già lavorava con i famosi 80 euro; e si dice oggi che
anche per il futuro la priorità sarà il grande bacino elettorale del leader.
sImu punto e a capo.
19/07/2015 francesco zaffuto
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