I figli sono figli e non sono bebè.
LETTERA APERTA
AL MINISTRO DELLA SALUTE BEATRICE LORENZIN
Volersi prendere cura di un
figlio non può avere un tempo, è qualcosa senza tempo e scadenza ed è giusto
che sia così.
Un genitore che si fa
carico di un figlio cercherà di sostenerlo fino a che diventa adulto e poi
spera e teme finché non diventa autonomo con un suo lavoro e con mezzi
sufficienti per vivere una vita dignitosa.
Lo Stato se vuole farsi
carico di una parte del carico familiare non può limitarsi a regali per l’evento
della nascita o a sostegni per i primi tre anni, può incrementare l’istituto
degli assegni familiari già esistente e dare un aiuto fino al raggiungimento
della maggiore età. Lo Stato deve instillare sicurezza nei cittadini e non può
farlo con la precarietà di un regalo a scadenza.
Lo Stato doveva (e deve
ancora) rispondere all’urgenza dei giovani senza lavoro, doveva trovare una
qualche forma di aiuto per chi versa in disoccupazione; sono tanti i vecchi
genitori che oggi mantengono figli disoccupati, i figli continuano ad essere
figli anche a quarant’anni.
Quei quarantenni
disoccupati erano la base di sviluppo di nuove famiglie, ma difficilmente
possono mettersi nell’ottica di fare “bebè” senza un lavoro e senza una casa.
Non c’è nessun astio e
nessuna polemica nei suoi confronti signor Ministro,
questa lettera forse neanche le arriverà; c’è solo una considerazione:
tutti i bonus stanziati dal suo Governo: bebè, regalo ai 18 enni, scuola, 80 euro variamente distribuiti, taglio
dell’Imu, facilitazioni alle imprese per le assunzioni a scadenza; tutti questi
miliardi erano giusto quelli che potevano bastare per istituire un reddito di
cittadinanza, un vero e proprio concreto aiuto per la disoccupazione. Questa
misura avrebbe tolto dalla disperazione tanta gente, instillato fiducia e
speranza nello Stato, sarebbe nata qualche famiglia in più e qualche figlio in
più.
Distinti Saluti
Francesco Zaffuto
Invita tramite ufficiostampa@sanita.it
Riferimento alle notizie riportate su
"L'idea è quella di estendere il bonus bebè per tre
anni", ovvero per i primi tre anni di vista del bambino. E' la proposta
lanciata dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.
"Purtroppo - ha detto Lorenzin - in questi anni sul bonus
bebè abbiamo risparmiato 1,38 miliardi e questo perché non sono nati bambini.
Partendo da tale cifra, basta aggiungere 300 milioni per fare in modo che ad
una famiglia con una classe Isee di 25 mila euro possa andare un bonus bebè che
passa da 80 a 160 euro al mese, mentre per una famiglia con classe Isee di 7
mila euro si potrebbe passare ad un bonus bebè da 160 a 320 euro al mese; per
il secondo figlio si potrebbe invece passare da 240 euro a 400 euro mensili in
relazione alla seconda fascia Isee considerata". Questo, ha sottolineato
il ministro, "per dare un aiuto pratico ai genitori".
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