venerdì 8 maggio 2009

Dove non c’è crisi: intermediazione bancaria nel commercio delle armi


08/05/09

Nel corso
del
2008
sono
state
autorizzate
1.612
"transazioni bancarie" per conto delle industrie armiere, per un valore complessivo di 4.285 milioni di euro (nel 2007 erano la metà, 882, per 1.329 milioni). Le banche hanno ottenuto compensi di intermediazione attorno al 3-5%, in base al valore e al tipo di commessa.
La ‘regina' delle "banche armate" è la Banca Nazionale del Lavoro che, insieme a Bnp Paribas (di cui fa parte), ha incassato per conto delle industrie armiere 1.461 milioni di euro, soprattutto per operazioni relative ad esportazioni di armi italiane all'estero. Stanno in buona posizione anche: Intesa-Sanpaolo, Unicredit, Deutsche Bank , Societé Generale, Banco di Brescia.
"Da quando lo scorso anno, in fase di cambiamento di governo, è sparito, senza alcuna spiegazione, dalla Relazione della Presidenza del Consiglio il lungo e dettagliato elenco delle singole operazioni effettuate dagli istituti di credito (v. Adista n. 51/08) è praticamente impossibile giudicare l'operato delle singole banche e valutare la rispondenza delle operazioni da loro effettuate alle diverse direttive che hanno emanato negli ultimi anni", spiega Giorgio Beretta, analista della Rete Italiana Disarmo ed ex coordinatore della campagna di pressione alle "Banche armate".
Leggi tutto su ......
http://www.adistaonline.it/?op=articolo&id=45242&PHPSESSID=8b71b562c573d1c1ae698ff9ac843fa0

Quando arrivano i barconi di disperati che scappano dalle terre martoriate dalla guerra, dobbiamo chiederci quanta di quella disperazione è frutto del commercio delle armi verso l’Africa e dei servizi di intermediazione bancaria per questi affari. (f.z.)
(immagine – “dopo la fine” acquarello © francesco zaffuto link Altre allegorie)

Nessun commento:

Posta un commento