La Borsa e in suo fantomatico “giudizio dei mercati” risponde con un – 4,74% di perdita sul FTS MIB. Dopo la grande volata di Monti e il grande appoggio avuto in Parlamento, niente da fare, i mercati rispondono con un Lunedì nero.
Il grafico dell’immagine allegata si riferisce alla giornata della borsa a Milano.
Il Governo nato per placare i mercati e rassicurarli non placa un bel nulla, i mercati continuano a scommettere sul disastro, speculano al ribasso, si beffano di una classe politica europea che non vuole governare i mercati, che non è stata capace di introdurre immediatamente una tassa sulle transazioni finanziarie (e che l’ha stupidamente rinviata), che non ha il coraggio di proibire tutte le vendite allo scoperto di titolo azionari e obbligazionari.
I mercati non hanno nessuna anima e nessuna ragione, vanno regolamentati e governati.
Evito, almeno oggi, di ripetermi perché su questo blog mi sono occupato più volte dell’argomento.
21/11/11 francesco zaffuto
Non so se ridere a crepapelle, o suicidarmi...
RispondiEliminaIl problema non è un governo che sappia più o meno rassicurare i mercati. Il problema è che gli stati dell'Eurozona non sono proprietari della loro moneta, ma devono prenderla a prestito dai privati. Per questo i privati vogliono interessi alti, dato che il rischio di non rientrare con le somme prestate è elevato. O si torna a una moneta sovrana, oppure non ci sarà mai scampo.
RispondiEliminaTroppa speculazione sui mercati. Inoltre gli stati del mondo sono ostaggi della finanza e dei poteri forti; saluti a presto.
RispondiEliminaA Bastian Contrario,
RispondiEliminabuttare a mare l'euro non ci salva dalla speculazione finanziaria. Forse perché sono vecchio ma ricordo bene quando c'era la lira, si rivalutava il marco e crollava la lira, non erano certo dei bei tempi. Il passo verso l'euro è stato un passo incompleto dal punto di vista politico, si paga lo scotto di una reale mancanza di Europa. Riguardo alla crisi non si esce se l'Europa rifiuta di regolare i mercati e se gli USA se ne stanno a guardare per vedere chi cade prima. La tragedia è che il capitalismo deve ridimensionare se stesso e non intende farlo; va posto un limite alla ricchezza privata.