giovedì 17 novembre 2011

Il grande cambiamento e una rimanenza


Ho lasciato il blog per un po’ di giorni per problemi di salute, i miei problemi perdurano ma i miei tempi si sono dilungati, non sono considerato un caso urgente per la struttura ospedaliera e sono stato rinviato di quindici giorni; no comment, anche perché non ambisco di essere un caso urgente.
Ma dopo pochi giorni di mia assenza è cambiato tutto: non c’è più Berlusconi, non è più riuscito ad andare oltre il numero 308 ed ha dovuto chiudere il baraccone; promette di tornare e di raddoppiare ma intanto non c’è più. Tutto cambiato: c’è un Monti, freddo come un Martini dry, ma che riscuote il plauso come un brunello di Montalcino. Per me il brunello è di colore rosso ed ha un suo sapore caratteristico, comunque possiamo bere pure il Monti dry per dimenticare il precedente governo ma stiamo bene in attesa di valutare gli accadimenti.
Riguardo alle ultime del governo precedente mi è andato l’occhio su una rimanenza; nel maxiemendamento sullo sviluppo (faraonico e poco leggibile decreto del taglia taglia) ci stava un taglio particolare: l’eliminazione dell’anagrafe delle armi.
Se andate a leggere all’articolo 14 comma 7 trovate (http://www.altalex.com/index.php?idnot=15820)
trovate
articolo 14
7. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge è abrogato l’articolo 7 della legge 18 aprile 1975, n. 110, recante «Norme integrative della disciplina vigente per il controllo delle armi, delle munizioni e degli esplosivi».
Cosa diceva l’articolo 7 della legge 18 aprile 1975 n. 110 ?
Art. 7
7. Catalogo nazionale delle armi comuni da sparo.
È istituito presso il Ministero dell'interno il catalogo nazionale delle armi comuni da sparo, con
esclusione dei fucili da caccia ad anima liscia e delle repliche di armi ad avancarica, delle quali è
ammessa la produzione o l'importazione definitiva.
La catalogazione dei prototipi di nuova produzione o di nuova importazione avverrà sulla base dei
disegni e delle caratteristiche indicate nella domanda o dei prototipi stessi.
[La presentazione del prototipo non è comunque richiesta per i fucili da caccia ad anima liscia,
nonché per le riproduzioni di armi antiche ad avancarica, all'iscrizione dei quali in catalogo si
procede tenendo conto delle caratteristiche comuni a tali armi].
L'iscrizione dell'arma nel catalogo costituisce accertamento definitivo della qualità di arma comune
da sparo posseduta dal prototipo.
Nel catalogo sono indicati: il numero progressivo d'iscrizione; la descrizione dell'arma e il calibro;
il produttore o l'importatore;
lo Stato in cui l'arma è prodotta o dal quale è importata.
Confezioni artistiche od artigianali non alterano il prototipo se rimangono invariate le qualità
balistiche, il calibro e le parti meccaniche di esso.
Con propri decreti da pubblicarsi nella Gazzetta Ufficiale, il Ministro per l'interno determina:
1) la data d'inizio delle operazioni di catalogazione; 2) le modalità per l'iscrizione nel catalogo e quelle relative al rifiuto dell'iscrizione; 3) le modalità per la pubblicazione e gli aggiornamenti del catalogo.
Il Governo Berlusconi uscente ha scelto di risparmiare sul Catalogo delle armi. Gli effetti di tale cancellazione li descrive
il segretario dell'Associazione nazionale funzionari di Polizia (Anfp) Enzo Letizia, secondo il quale così «si liberalizza il commercio delle armi più pericolose». «È scandaloso - aggiunge Letizia - che i lobbisti e gli affaristi del mondo delle armi approfittino del gravissimo momento di difficoltà del paese per tentare, con un sotterfugio, di ottenere dal Parlamento in via speditiva ciò che il Parlamento ha di recente loro negato». Preoccupato anche il segretario del Silp-Cgil Claudio Giardullo. «L'abolizione del Catalogo - spiega - fa venire meno uno strumento fondamentale per il controllo della produzione e dell'importazione, e quindi circolazione, delle armi». Ma non solo. Ha, inoltre, «un effetto diretto rispetto alla distinzioni tra 'armi comuni da sparò e 'armi da guerrà. Il che vuol dire che verrebbe autorizzata una diffusione di quelle armi che hanno un maggiore potenziale offensivo e che ad oggi nel nostro paese non è consentita».
Una piccola RIMANENZA del governo precedente, ma molto pesante.
17/11/11 – francesco zaffuto
Immagine un mitra leggero

5 commenti:

  1. Lieto di rivederti, (a proposito di armi) agguerrito e combattivo!..Il post è prezioso.

    RispondiElimina
  2. Non sapevo dei tuoi problemi e sono lieta di sapere che, essendo rimandabili, si rivelano dei 'problemini'.
    Anche da noi una lobby delle armi? Se resta abrogato l'articolo 7... tra un po' gireremo tutti armati e avremo le stragi di tipo americano.
    Cristiana

    RispondiElimina
  3. il lascito di una banda di delinquenti

    RispondiElimina
  4. Altro che, se é pesante!
    In bocca al lupo, ragazzo!

    RispondiElimina
  5. Grazie del link e dell'info. In realtà mi ero ritagliato un pezzo di giornale di giorni fa dove se ne parlava ma non m'era più tornato in mente!

    RispondiElimina