Malì, ma dov’è? Eccolo sulla cartina dell’Africa. Niente affatto piccolo Km quadrati 1.240.142, molto più di Francia ed Italia messe insieme, ci abitano 14.500.000 abitanti, quasi tutti poveri ma parlano in francese. Se andate su wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Malinon trovate niente sulla storia di questo paese, tutto pare cominciare nel 1864 con la colonizzazione francese.
Oggi veniamo a sapere che il presidente francese (che non si chiama Sarkozy bensì Hollande) ha disposto un intervento militare in quel paese con truppe ed aerei da bombardamento, per proteggere il Sud del paese da ribelli fondamentalisti del Nord, ed ha dichiarato: "Abbiamo un obiettivo. Garantire che quando ce ne andremo, quando terminerà il nostro intervento, il Mali sarà sicuro, avrà autorità legittime, un processo elettorale e non ci saranno più terroristi a minacciarne il territorio"
In pratica la Francia in Africa è diventata una struttura di pronto intervento di cure democratiche, l’abbiamo vista in azione in Libia e ora in Malì, arriva prima dell’ambulanza; questa volta è arrivata prima ancora di un qualche organismo internazionale, senza un pass dell’ONU e senza un pass della Nato; figuriamoci se intendeva chiedere un pass all’Europa, di cui pare far parte quando si parla di Euro e UE.
Gli USA sembrano defilati da questo scenario di guerra africano, ma forse la Francia un pass degli americani ce lo ha, nascosto tra le pieghe di qualche valigia diplomatica.
E’ dal 1960 che il Malì si è liberato dal colonialismo francese; da quando è “indipendente” ha cominciato a barcollare tra un colpo di stato ed un altro, e soprattutto non si è liberato da una grande miseria. In Malì, malaria, febbre gialla, dissenterie, giardiasi, tifo, epatite, vermi intestinali … sono il parziale elenco delle malattie più diffuse; il problema principale pare che sia quello dell’acqua, manca un piano di potabilizzazione e di distribuzione. Certo era meglio un pronto intervento francese per l’acqua, magari qualche anno fa, magari insieme all’Europa e con il concorso di altri paesi africani, magari con qualche brocca di buona acqua non nascevano neanche i fondamentalisti.
16/01/13 francesco zaffuto
Immagine – cartina mappamondo Africa e Malì da wikipedia
Ma l'intervento che tu suggerisci, Francesco, sarebbe attuabile solo da persone responsabili che nulla hanno a che vedere con interessi e intrallazzi di vario tipo. Non saprei dove trovarle, tra i cosiddetti grandi della Terra.
RispondiEliminaSi continua a esportare e imporre in giro per il mondo la democrazia (l'ordine, più che altro) con la forza delle armi.
RispondiEliminaMessa in atto sia dalle destre che dalle sinistre.
Certo, una brocca d'acqua potabile o una confezione di chinino costano molto di più che i cacciabombardieri o i carri armati o i reggimenti. Dev'essere così, altrimenti non si spiegherebbe tanta stupidità antieconomica.
Ciao, Francé, il mondo continua a girare.
Al rovescio.
Caro Francesco,
RispondiEliminascrivi bene, ma l'Africa ormai è diventata il letamaio dell'occidente da tutti i punti di vista, compreso il business delle armi. L'intervento non può essere giustificato, ma è ancora più triste dover constatare che anche in assenza di interventi diretti, ci sono tante di quelle armi su quel continente che basta anche soltanto un pazzo sanguinario per carneficine di ogni tipo. La situazione è così degradata che non si sa da dove cominciare a rimettere le cose a posto.
La terapia in fondo è quella di lasciare l'Africa agli africani, ma non è neanche proponibile, è come chiedere a qualcuno di tenersi i rifiuti in casa, ci vuole un profondo programma di rieducazione degli occidentali di cui non si intravvede neanche l'inizio, purtroppo.
E intanto arrivano i cinesi coi loro acquisti di mezza Africa...
Se le immense risorse minerarie di cui l'Africa è dotata, consentissero un miglioramento delle condizioni di vita della popolazione, se i governi locali fossero meno corrotti, se le compagnie multinazionali straniere non la facessero da padroni ... sono i "se" di sempre in eterna attesa di più giustizia, probabilmente si eliminerebbero a monte i focolai di ribellione .
RispondiEliminaComincio ad avere dubbi su troppo pacifismo, specie contro i terroristi. Ho anche dubbi sulle potenzialità di sviluppo dell'Africa legate a interventi esterni, da quando ho letto, come avrai letto anche tu, di un report che documenta il progresso economico e sociale di alcuni stati dell'area, non basato sulla vendita di materie prime. Solo dubbi, però!
RispondiEliminaIntanto un aggiornamento: alla spicciolata arriva un sostegno di altri paesi all'operazione francese, anche l'Italia fornirà sostegno logistico
RispondiEliminahttp://www.lastampa.it/2013/01/16/esteri/mali-l-italia-pronti-a-supporto-logistico-z7C6IA8c5wLq3eSDs9tQmN/pagina.html
Buona parte dell'Africa è contesa, per questioni strategiche e di materie prime, da tutte le grandi e medie potenze a cui si sono aggiunti per ultimi i terroristi. Voglio ricordare anche gli enormi territori che la Cina sta comprando a uso agricolo.
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