La questione lavoro riguarda in forma pressante l’11% di disoccupati (e le percentuali non precisate di precari e di chi cerca lavoro per la prima volta) la questione tasse riguarda tutti ed è come un lamento generalizzato che abbraccia poveri, ceti medi e ricchi. Quei tutti sono barbari, ignoranti e stupidi, ma sono tutti, sono un bacino di voti immenso, molto più grande di quello con problemi di lavoro. Allora tutte le componenti politiche che si presentano alle elezione vogliono rintracciare il bacino elettorale dei tutti e cominciano a fare promesse sulle tasse:
Berlusconi promette eliminazione Imu su prima casa e riduzione del carico fiscale;
Maroni promette addirittura l’eliminazione del bollo auto per tutti i lombardi con l’utilitaria e fuoristrada;
Monti prometti di rivedere l’Imu che aveva introdotto lui stesso considerandola indispensabile;
Bersani promette che non introdurrà nessuna patrimoniale e che andrà a diminuire l’Imu, e che con il solo combattere l’evasione risolverà i problemi del carico fiscale (e forzatamente cerca di convincere Vendola);
… gli altri andateveli a cercare, ma troverete rassicurazioni sulle tasse …
E’ veramente stomachevole.
Non c’è Stato senza una raccolta di fondi, non c’è assistenza sanitaria, previdenza, scuola, strade, servizi. Le imposte vanno rimodulate per fare pagare di più a chi ha di più e di meno a chi ha di meno e tutti debbono pagare i forma proporzionale e progressiva.
Va creato un equilibrio tra:
imposte sul reddito, imposte sul valore aggiunto, imposte sul patrimonio, imposte sui consumi e tasse sui servizi.
Nel nostro paese le imposte sul reddito e sul valore aggiunto (IRPEF- IRES – IRAP) fanno la parte del leone; e lo stesso lavoro viene depresso per queste imposte. Il metodo di aliquote IPREF, con scaglioni di applicazione ampi, grava pesantemente sui ceti medio bassi (attualmente per i redditi tra 28.001 euro e quelli di 55.000 si applica la stessa aliquota del 38%) solo con tabelle di scaglionamento che variano ogni 5.000 euro si può diminuire il danno.
Le imposte sul patrimonio in Italia sono ben ridotte, l’IMU sulle case non è progressiva, la stessa imposta di registro sulle vendite è sempre uguale, l’imposta sulle rendite finanziarie non è progressiva, quella sugli interessi bancari non è progressiva, (è tutta una applicazione a vantaggio dei ricchi).
Le imposte sui consumi nei fatti deprimono la domanda dei beni facendo aumentare i prezzi e gravano allo stesso modo su poveri e ricchi, lVA va contenuta sui beni necessari ed aumentata su beni di lusso.
Le questioni fiscali sono complesse da capire ma a quanto pare i nostri politici in questa campagna elettorale tirano fuori slogan solo per attirare i voti, criticano il populismo facendo i populisti.
Cari Bersani/Vendola vi auguro di vincere le elezioni anche senza la spalla di Monti, ma con un Grillo davanti e con un Ingroia di dietro e con le piazze di disoccupati e precari che vi ricordano le parole PANE e LAVORO per tutti.
19/01/13 francesco zaffuto
Immagine – un vespasiano – da internet - http://antoniovergara.wordpress.com/2009/04/27/il-ritorno-a-napoli-di-tito-flavio-vespasiano/
Un aneddoto racconta che l’imperatore Vespasiano decise di mettere una tassa su questi gabinetti pubblici e fu rimproverato dal figlio Tito, il quale riteneva la cosa stomachevole. L'imperatore rispose con la famosa frase: Pecunia non olet (la grana non puzza).
La nausea raggiunge davvero livelli di guardia.
RispondiEliminaCaro Francesco credo che tutti alla fine siamo agli estremi.
RispondiEliminaTomaso
Francesco, l'idea del vespasiano è ... bellissima.
RispondiEliminaQuello che tu dici sulle imposte dovrebbe essere ovvio e scontato, anche un bambino capisce che è iniqua una tassazione modulata come è stata fatta da Monti, ma non solo. E' chiaro che si buttano tutti sulle tasse perché se ne lamentano tutti. Può darsi che pecunia non olet, ma qui è la poltrona dei privilegi e del potere alla quale si sta avvinghiati il più a lungo possibile, dopo un po' olet.
Un giorno arriveranno, casa per casa, e ci tasseranno di più se avremo un televisore, sei sedie invece di quattro e un letto in più.
RispondiEliminaI ricchi protestano e i poveri tacciono. Ma che mondo è mai questo?
Non spero nelle elezioni, chiedendo scusa a chi legge, sento quel che dice la gente (che non sa, non vede, non s'informa, non è cosciente) e mi sento avvilita.
Sari
Mai come in questa occasione mi ritrovo d'accordo con te!
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