“ La Bosnia è appena al di là del mare Adriatico. Gli echi della sua guerra civile non si sono ancora spenti. E se domani i Veneti, i Friulani, i Triestini, i Siciliani, i Sardi, i Lombardi non sentissero più alcuna necessità di rimanere all'interno di un incubo dove la democrazia è scomparsa ….”
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Per far funzionare l'Italia è necessario decentralizzare poteri e funzioni a livello di macroregioni, recuperando l'identità di Stati millenari, come la Repubblica di Venezia o il Regno delle due Sicilie. E se domani fosse troppo tardi? Se ci fosse un referendum per l'annessione della Lombardia alla Svizzera, dell'autonomia della Sardegna o del congiungimento della Valle d'Aosta e dell'Alto Adige alla Francia e all'Austria? Ci sarebbe un plebiscito per andarsene. E se domani...
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Pare scritto da Bossi ma si trova sul blog di Grillo. Il richiamo alla vecchia canzone di Mina E se domani … e sottolineo il se” è inequivocabile. Si parla per battute e/o per ipotesi futuribili. E parlando così si può dire qualsiasi cosa e la si può successivamente disdire o confermare.
Subito è intervenuto il segretario della Lega Salvini che intervitato dall’Ansa spiega: "Non vorrei che essendo in difficoltà, Grillo inseguisse la Lega", ma se da lui non ci saranno "solo parole" fra M5s e Lega "sarà una battaglia comune".
Ora prendiamo per oro colato le parole di Grillo e poniamoci delle domande.
Se i governi centrali nazionali del nostro paese hanno fatto “schifo” e i governi locali regionali hanno fatto “schifo”, per quale stratosferico miracolo dei governi macroregionali dovrebbero fare meno “schifo”????
Per quale motivo, ad esempio, la Sicilia dovrebbe desiderare di stare in uno Stato delle due Sicilie che ricorda i Borboni, Regno da cui la Sicilia più volte tentò di distaccarsi??? E’ il caso, signor Grillo, di studiare un po’ meglio la Storia passata.
Ma andiamo alla Storia presente. Ma ci si può richiamare la Bosnia? Ci si ricorda di cosa è stato, dei morti, delle pulizie etniche, degli stupri, delle violenze atroci????????????
Il piacere di accarezzare una catastrofe, anche solo con delle battute, si può considerare un piacere?
L’Italia per fortuna non è la Bosnia: non ci sono grandi differenze religiose e parliamo la stessa lingua. Certo, più di centocinquanta anni di storia poco soddisfacente, ma qualche volta lombardi e siciliani siamo usciti la sera per mangiare una pizza insieme e qualcuno al momento di pagare ha detto anche “questa sera offro io”.
Caro Grillo, se siamo italiani non lo siamo per i nostri governanti vecchi e nuovi, lo siamo per merito di Dante e dei tanti poeti che hanno costruito la nostra lingua, per i tanti artisti che hanno costruito la nostra arte, e per la musica che Verdi ha composto, e non di certo per la lega di Bossi. Eravamo già italiani prima del 1861.
E se, giusto oggi, i fiorentini si sono indignati perché una ditta americana, per la pubblicità delle sue armi, ha messo un mitra nelle mani del Davide di Michelangelo, è un buon modo di essere italiani.
Quel Davide siamo un po’ noi italiani, abbiamo solo una fionda, ma la testa non l’abbiamo ancora persa.
Certo, dobbiamo liberarci di vecchi partiti e di cloache di interessi, ma per una democrazia compiuta dobbiamo liberarci anche di piccoli e grandi aspiranti dittatori. Il periodo più oscuro della nostra storia l’abbiamo passato quando, un po’ sonnolenti, ci siamo messi nelle mani Lui, non c’eravamo accorti che si trattava di Golia.
09/03/12 francesco zaffuto
Immagine – il Davide di Michelangelo
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RispondiEliminaDal punto di vista strettamente culturale sono d'accordo con la tua tesi e la condivido incondizionatamente, ma...
RispondiEliminaoggi questo Paese, sto ancora usando la maiuscola, e la sua maggioranza è estranea culturalmente dalle sue radici. Poche rondini, si sa non fanno la stagione. Grillo mesta in questo crogiuolo di confusione post-barbarica e probabilmente qualcuno glielo ha scritto il testo. Sa che molti vorrebbero andarsene via da questo schifo, anche perché non vi sono riferimenti sociali, politici e culturali che aggreghino la popolazione ad un sentire comune di trasformazione. Non so se nel Progetto Universale per il disfacimento del nostro Paese Grillo c'entri per qualcosa, ma ritengo che la nostra consapevolezza di Popolo è molto più ristretta della consapevolezza di questi leader, Renzi, Berlusconi, Grillo etc. che ragionano dall'alto dei loro privilegi. Noi siamo frantumati e divisi. Come uomo comune che vive di veramente poco, e già mi reputo fortunato, non mi basta il conforto della mia cultura "dantesca". Noi perderemo ancora di più. Abbiamo perso per strada anche il concetto stesso di senso del futuro, inteso come migliore.
A me invece fa ridere che si innalzi una muraglia di fandonie a difesa del vero problema e cioè che l'Italia è divisa dallo assistenzialismo statale.
RispondiEliminaCi sono regioni che campano solo grazie al fiume di denaro pubblico che continua a scorrere, prelevato dalle regioni finanziariamente autosufficienti e fatto sfociare in maniera indifferenziata e improduttiva attraverso assunzioni superflue, concorsi fasulli, appalti taroccati e la sempiterna coperta che periodicamente si stende sopra i buchi di bilancio delle mille mila aziende partecipate.
Nei periodi di vacche grasse la cosa, per quanto fastidiosa, può essere tollerabile. Nei periodi di crisi diventa ovviamente un peso che è impossibile trascinare.
Si sente dire spesso dai santoni della "sinistra" che la spesa pubblica italiana è allineata col resto d'Europa. Quello che non dicono, questi fenomeni di doppiezza, è che la spesa pubblica italiana è mero assistenzialismo improduttivo. Non dicono che abbiamo insegnanti semi-analfabeti, che i dipendenti pubblici timbrano il cartellino di tre colleghi che stanno facendo altro, che l'amministrazione è completamente auto-referente, e via via cosa ovvie ed evidenti ma di cui opportunamente non si parla mai perché è tabu sindacale.
Poi l'orgoglio nazionale, il petto in fuori esibito con i cumuli di immondizia alle spalle direi che è patetico. Che poi è il modo in cui ci vedono ovunque nel mondo.