Ieri 15 gennaio 2015, il Papa,
rispondendo a una domanda dei giornalisti sui fatti di Parigi, ha condannato
chi uccide in nome di Dio ed ha anche detto che le religioni vanno rispettate e
che non si può con la satira giocare sulla fede degli altri.
Nessuna meraviglia se il Papa dice di
non essere Charlie, il capo di una religione deve necessariamente richiamare al
rispetto della religione .
Il giudizio sulla satira, sul suo buon gusto,
sul suo grado di offendere, non deve però portarci a sottovalutare i fatti accaduti a Parigi.
All’interno di uno Stato chi si sente offeso si rivolge ad un giudice; chi prende le armi per applicare sue sentenze
non riconosce lo Stato, se l’azione è condotta dall’interno dello Stato stesso
trattasi di un atto rivoluzionario che vuole sovvertire lo Stato, se l’azione è
guidata dall’esterno trattasi di un’azione di guerra. Date le rivendicazioni esterne
e gli appoggi esterni è evidente che i fatti accaduti a Parigi sono un atto di
guerra.
Colpire la redazione di un giornale satirico e
stato nei fatti colpire un anello debole, che meglio si prestava a una
possibile giustificazione di ordine religioso. La forte risposta unitaria della
manifestazione dell’11 gennaio di Parigi è incrinata da continui richiami alla
prudenza nella satira e da qualche considerazione di abbandono come quella del “se
la sono cercata loro”; come se i
giornalisti di Charlie Hebdo avessero dovuto considerare non le leggi dello
Stato francese ma i pericoli di qualcosa di ben più forte dello Stato stesso.
Che si possa fare un richiamo alla satira di
essere rispettosa dell’onore degli altri è comprensibile, ma chi deve giudicare
di un tale rispetto? E’ di conseguenza necessario il riconoscimento di un
giudice terzo e il riconoscimento delle leggi che tengono unito un paese. Il peso dell’offesa derivante da una vignetta
non può essere stabilito da chi si è ritenuto offeso ma da un giudice terzo; altrimenti qualsiasi sillaba, segno o parola
può essere considerata offesa e
vendicata con un’azione privata.
I paesi europei hanno avuto un percorso
storico diverso dai paesi islamici, circa 400 anni di storia e di pensiero
illuminista ci hanno portato alla definizione di uno Stato laico; libertà
di espressione, rispetto dell’onore e delle religioni sono contemperati dalle leggi dello Stato
laico. Lo Stato laico può anche affinare
e meglio equilibrare le sue leggi per tutelare le diverse istanze di libertà; va
rispettata la libertà religiosa, va rispettata la libertà di opinione, va
rispettato il singolo individuo. Se la
satira, però, in qualche modo non viene
riconosciuta come forma di espressione ritorniamo all’anonimato, quando a Roma
chi faceva satira poteva essere condannato a pene gravissime, e solo di notte e di nascosto veniva attaccata
qualche filastrocca satirica sotto una statua del centro di Roma chiamata il
torso del Pasquino. Ritorniamo alle paure del Belli che scriveva di notte per sé
i suoi sonetti e chiese al figlio di bruciarli per le conseguenze che ne
potevano derivare. Ma oltre alla satira va considerata complessivamente la
libertà di pensiero perché ogni
ragionamento sulla religione che pone in discussione alcuni aspetti della religione
stessa può essere considerato offensivo, tanti libri di pensatori atei dovrebbero
essere bruciati e il canto della Divina Commedia dove Dante parla di Maometto dovrebbe
essere cancellato.
16/01/15
francesco zaffuto
immagine:
Il torso del Pasquino http://en.wikipedia.org/wiki/Pasquino
Carissimo Francesco... ho appena pubblicato il post con le dichiarazioni di Papa Francesco : “Se il dottor Gasparri , l’organizzatore dei viaggi papali, che è mio amico, dice una parolaccia contro la mia mamma è normale che si aspetti un pugno. Tu sai meglio di me che la libertà assoluta non esiste... ancora una volta affermo CHE NONSI DEVE AMMAZZARE NESSUNO! Calcola che "siamo in guerra" e che ogni provocazione, da qualsiasi parte è inopportuna. Io personalmente trovo che se un vignettista si dedica ad insultare glia altri è perché incapace di fare altro con la SATIRA VERA. Ciao
RispondiEliminaSi preparano tempi MOLTO religiosi, e di conseguenza molto bui...
RispondiEliminaQualcuno poi non ha ancora capito il discorso del concedere un dito a chi poi si prenderà la mano e tutto il braccio: se oggi accettiamo l'assurdità di dire che una vignetta è istigazione alla violenza omicida, domani dovremo accettare l'assurdità di dire che una donna a volto scoperto è istigazione allo stupro.
A casa nostra (soprattutto grazie all'Illuminismo, non certo alle chiese) non è così. Ma sarà ancora lecito dire "casa nostra" senza beccarsi dei razzisti da persone in mala-fede?
Tu non credi alla Chiesa? approvo e sei Libero di non farlo! Io credo in quella cattolica Cristiana! Come gli altri nella loro! Perché tu puoi fare quello che vuoi e io no? Perché la Chiesa non può sbagliare come gli altri Enti consimili?
EliminaE' chiaro che c'è una guerra in atto da tempo, che non inizia certo con Charlie Hebdo. E guerra vuol dire strategia. Quale migliore strategia di strumentalizzare quello che tu giustamente chiami un anello debole, per vincere una battaglia?
RispondiEliminaForse sono vere le teorie più contrastanti. Lasciamo che si manchi di rispetto per l'altro usando la satira senza neppure un minimo di buon gusto e abbiamo permesso che entrasse chiunque in questa Europa ora disorientata e debole più che mai, per non essere tacciati di razzismo.
Cara Ambra... condivido il tuo pensiero al 100%: sono convinto che le provocazioni,finte satiriche, hanno uno scopo ben preciso: arricchire l'editore del giornale che le divulga. Anche quelle italiane. Perché non si vuol capire che in Europa siamo diventati un popolo senza alcuna dignità morale, politica, e neanche umana?
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