QE sembra una formula magica e viene descritta
dai giornali come una misura innovativa, storica, epocale. Nei fatti è una misura che normalmente poteva
essere attuata dalle banche nazionali prima dell’euro, che è stata impedita dai paesi dell’area euro
più forti, e che poteva essere adottata già da qualche anno. Consiste nell’acquisto
di titoli del debito pubblico dei diversi stati partecipanti all’euro
immettendo nuova moneta nel circuito europeo, creando nuova liquidità che “dovrebbe”
teoricamente tradursi in impulso al
credito, alla produzione e al consumo. La misura può creare inflazione (aumento
dei prezzi, che è un fenomeno negativo se va oltre una percentuale minima tipo
il 2%), ma può tenere a freno la deflazione (diminuzione dei prezzi che incide
negativamente sulla produzione e l’occupazione).
I
dati tecnici dell’operazione e i suoi limiti li possiamo desumere dalla
conferenza tenuta da Draghi:
Complimenti
a Draghi che è riuscito a far digerire questa piccola misura a paesi restii
come la Germania; gli argomenti più convincenti di Draghi sono stati i dati
recenti sulla deflazione:
Buono il QE
di Draghi ma non c’è svolta epocale, non c’è uno Stato europeo che
emette Titoli, e la Banca europea non è
la banca di questo super Stato; il
debito che i singoli stati hanno fatto dovranno pur pagarlo con i relativi
interessi e le banche nazionali sono chiamati a coprire l’80% del rischio dell’operazione.
Il peso degli interessi non è certo uguale tra
gli stati, la Grecia si è
indebitata con tassi d’interesse che negli anni peggiori superavano il 10% ed oggi mediamente stanno attorno al
10%. I Greci, grazie alle loro difficoltà, sono caduti nell’usura delle grandi
banche internazionali. Indipendentemente da come possono andare le elezioni in Grecia, questo
popolo non può pagare questi interessi usurai. Una cosa è pagare il debito e
cosa ben diversa è pagare con interessi da usura Tutti gli interessi sui debiti pubblici degli Stati europei vanno rinegoziati
e posizionati a un tasso medio europeo (attualmente non andrebbe oltre il 2%).
Deve cessare il vantaggio usuraio che si è prodotto in questi anni.
I paesi dell’area Euro si debbono rendere conto
che bisogna aggiustare ancora qualcosa altrimenti l’euroavventura finirà.
23/01/2015 francesco zaffuto
Immagine – il
Partenone visto dalla collinetta del Filopappo – foto M.L.F.
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