Entro il 31 dicembre
2016, vanno bloccati i tempi di prescrizione con lettera raccomandata di diffida
all’Inps.
Vi
ricordate che
nel
dicembre 2011, il Governo azzerò il meccanismo di adeguamento automatico delle
pensioni superiori al triplo del minimo Inps (Manovra Salva Italia) e quindi
coloro che erano andati in pensione prima del 31.12.2011 (per 2 scatti di
perequazione automatica) e prima del 31.12.2012 (per 1 scatto di perequazione
automatica) e avevano percepito un importo della pensione per il 2012 superiore
a € 1.405,05 lordi (pari a circa €. 1.088,00 netti) e per il 2013 superiore a
€. 1.443,00 lordi (pari a circa €. 1.117,00 netti).
SUCCESSIVAMENTE
La
Corte costituzionale, con sentenza n. 70 del 30 aprile 2015 dichiarò
l’illegittimità costituzionale dell’art. 24, comma 25, del decreto legge 6
dicembre 2011, n. 201, riconoscendo il diritto dei pensionati a
una prestazione previdenziale adeguata e rivalutata per conservare il
potere di acquisto delle somme percepite.
Il governo Renzi tentò di ricorrere ai ripari facendo un
adeguamento che non copriva il tutto e gli arretrati.
DI CONSEGUENZA
sia le associazioni dei consumatori, sia i
sindacati, sia privati studi legali hanno avviato delle azioni collettive per
far valere i propri diritti.
Il termine per la prescrizione è di cinque
anni, quindi la causa va avviata entro il 2017.
Al 31 dicembre 2016 saranno trascorsi cinque anni
dall’entrata in vigore della Riforma delle pensioni “Fornero”. I pensionati per
avvalersi dei propri diritti, devono interrompere la prescrizione con una lettera
di diffida all’Inps, con raccomandata a.r.. POI
POTRANNO DECIDERE CON CALMA PER IL RICORSO
alla Corte dei Conti se si tratta di ex dipendenti
del pubblico impiego; e per gli ex dipendenti
privati al giudice del lavoro della provincia di residenza.
Informazioni
da
Potete rivolgervi ad associazioni consumatori –
sindacati – patronati – o a studi legali privati – qui il link di uno studio
legale trovato in rete
http://www.rimborsopensioni.it/
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