Con il referendum che si è tenuto ieri, 26/04/09, i berlinesi scelgono l’Etica come materia obbligatoria per tutti. L’affluenza alle urne è stata bassa, ma il quorum in Germania si raggiunge con il 25% degli elettori.
Il referendum, indetto dopo una raccolta di firme di "Pro Reli", organizzazione sostenuta dalle chiese e dalla Cdu (il partito della cancelliera) chiedeva ai berlinesi se volevano ripristinare la pari dignità dell'ora di religione con la lezione di etica. Attualmente a Berlino - capitale, ma anche città-Stato, uno dei sedici Bundeslaender - diversamente da altrove in Germania, l'etica è materia obbligatoria mentre la religione è disciplina facoltativa: chi la sceglie deve fare un'ora in più.
In pratica i berlinesi hanno fatto la scelta laica di un insegnamento di morale per tutti; è prevalsa l’esigenza di costruire un denominatore comune in una società multietnica. Le reazioni delle gerarchie cattoliche sono state di biasimo, ribadiscono che l’etica può derivare solo da un insegnamento religioso.
In Italia attualmente abbiamo le cosiddette tre possibilità di scelta tra: religione cattolica (sulla base del Concordato), materia alternativa (non ben definita e lasciata all’invenzione delle singole scuole), ed esonero di partecipazione. La diatriba in Italia è stata lunga ed ha investito diversi organi dello Stato; oggi c’è addirittura stanchezza rispetto a questo problema e all’orizzonte nessuno si prepara a riaprirlo. Ma il problema esiste e prima o poi sarà sollevato; forse a sollevarlo saranno le comunità di altre religioni che chiederanno come materia alternativa l’insegnamento della propria religione.
Vale la pena di ritornare a una riflessione su questo argomento.
La scuola nella sua specificità è acquisizione di conoscenze ed esercizio ad una attenta e libera riflessione, non indottrinamento. L’etica fa parte della riflessione filosofica dell’uomo, quindi la materia è Filosofia; introdurre una materia chiamata “Etica” ha in qualche modo il sapore di un indottrinamento. Le religioni fanno parte della Storia dell’uomo e quindi studiare le religioni significa studiare la Storia delle religioni; introdurre una materia chiamata Religione , anche per la sua accezione al singolare, ha il significato di voler puntualizzare una appartenenza. Volere essere rispettosi della finalità della scuola come accrescimento delle conoscenze nella libertà dell’uomo, può significare soltanto: introdurre Filosofia e Storia delle religioni come materie per tutti; ovviamente nei diversi gradi di approfondimento che possono richiedere i diversi ordini di studio. Ognuno nella società, poi potrà riunirsi e professare le proprie fedi nelle proprie chiese. La Storia delle religioni e la Filosofia, possono essere l’occasione culturale data ai giovani per osservare quanto c’è di comune nelle aspirazioni e nelle preoccupazioni degli uomini.
francesco zaffuto
In Italia attualmente abbiamo le cosiddette tre possibilità di scelta tra: religione cattolica (sulla base del Concordato), materia alternativa (non ben definita e lasciata all’invenzione delle singole scuole), ed esonero di partecipazione. La diatriba in Italia è stata lunga ed ha investito diversi organi dello Stato; oggi c’è addirittura stanchezza rispetto a questo problema e all’orizzonte nessuno si prepara a riaprirlo. Ma il problema esiste e prima o poi sarà sollevato; forse a sollevarlo saranno le comunità di altre religioni che chiederanno come materia alternativa l’insegnamento della propria religione.
Vale la pena di ritornare a una riflessione su questo argomento.
La scuola nella sua specificità è acquisizione di conoscenze ed esercizio ad una attenta e libera riflessione, non indottrinamento. L’etica fa parte della riflessione filosofica dell’uomo, quindi la materia è Filosofia; introdurre una materia chiamata “Etica” ha in qualche modo il sapore di un indottrinamento. Le religioni fanno parte della Storia dell’uomo e quindi studiare le religioni significa studiare la Storia delle religioni; introdurre una materia chiamata Religione , anche per la sua accezione al singolare, ha il significato di voler puntualizzare una appartenenza. Volere essere rispettosi della finalità della scuola come accrescimento delle conoscenze nella libertà dell’uomo, può significare soltanto: introdurre Filosofia e Storia delle religioni come materie per tutti; ovviamente nei diversi gradi di approfondimento che possono richiedere i diversi ordini di studio. Ognuno nella società, poi potrà riunirsi e professare le proprie fedi nelle proprie chiese. La Storia delle religioni e la Filosofia, possono essere l’occasione culturale data ai giovani per osservare quanto c’è di comune nelle aspirazioni e nelle preoccupazioni degli uomini.
francesco zaffuto
(immagine – “papaveri rossi tra le colonne dell’Acropoli” foto © maria luisa ferrantelli)
rendo attivo il link proposto dal commento anonimo sottoriportato
http://www.youtube.com/watch?v=05MHxcIWpoE
RispondiEliminavale più di mille parole
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