20/04/09
Le compagnie assicurative che fino ad oggi in Italia hanno preferito non assicurare le case per i danni causati dai terremoti, oggi fiutano un grande affare: “Una assicurazione obbligatoria per tutte le case d’Italia”. Stanno cominciando a studiare attorno a questa grande possibilità. Ecco come si esprime in proposito il presidente dell’Ania, Fabio Cerchiai ( da una articolo apparso oggi 20 aprile 09 sul Corriere della sera)
«Abbiamo calcolato che per un appartamento medio di 90-120 metri quadri l’assicurazione costerebbe, sempre ovviamente nella media, 15 euro al mese. Più o meno dai 100 ai 250 euro all’anno».
« Il tetto rimborsabile per ciascuna abitazione sarebbe di 150 mila euro. Il totale dei premi riscossi in un anno, ipotizzando una cifra media di 150 euro per ognuna dei 27 milioni di abitazioni civili esistenti in Italia, dovrebbe aggirarsi sui 3 miliardi e mezzo”.
«Secondo noi il modello francese è quello preferibile. Il primo livello vede in azione le compagnie assicurative che coprirebbero fino ad un certo ammontare, quindi entrerebbero in campo le società di riassicurazione e infine come assicuratore di terzo livello, cioè in grado di coprire i danni più ingenti delle eventuali catastrofi, per esempio sopra i 6 miliardi di euro, lo Stato. A cui comunque andrebbe nel frattempo una percentuale dei premi riscossi».
Le dichiarazioni di Cerchiai sono a ruota di quanto dichiarato dal ministro Brunetta (da un articolo apparso sul Messaggero
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=54267&sez=HOME_INITALIA&ctc=120&ordine=desc
«Non una nuova tassa, ma un modo per contrastare la miopia e l'egoismo dei singoli e delle istituzioni»:
«Abbiamo bisogno di qualcosa che ci incentivi ad essere virtuosi - dice il ministro. Il sistema assicurativo obbligherebbe invece alla responsabilizzazione di tutti: sia cittadini che enti locali sarebbero interessati a costruire bene per pagare meno l'assicurazione grandi rischi. Se le città fossero tutte assicurate sarebbero tutte più sicure, i governi locali sarebbero indotti a controllare e lo Stato, come garante in ultima istanza, pagherebbe di meno. L'assicurazione obbligatoria sarebbe un modo per contrastare la miopia e l'egoismo dei singoli e delle istituzioni».
Intanto sia chiara una cosa: pagare una assicurazione non implica nei fatti l’eliminazione di un rischio ma solo la copertura di un rischio. Gli incidenti stradali non sono evitati per l’esistenza dell’assicurazione obbligatoria, sono solo coperti dall’assicurazione; gli automobilisti continuano ad eccedere nella velocità e i morti ci sono lo stesso; diminuiscono gli incidenti in relazione ai divieti e ai controlli. La diminuzione delle vittime per causa terremoto si può avere solo adeguando i vecchi stabili con interventi antisismici e costruendo le nuove case con le migliori tecnologie antisismiche; il pagamento di una assicurazione può solo coprire i danni a chi è rimasto vivo. Se poi si vuole istituire un fondo assicurativo per le case in Italia non si capisce perché lo si debba dare in mano ai privati. Non si capisce perché dovrebbe far schifo pagare una “tassa” allo Stato per una forma assicurativa pubblica e dovrebbe essere meno indolore pagare un “premio” a delle compagnie private. Sappiamo tutti che le compagnie assicurative private vorranno in qualche modo guadagnarci e ci faranno pagare più dello Stato. Infine il rischio sismico in Italia non è uguale a quello che si può avere in Francia e in Germania e nei fatti andrebbe sempre a ricadere per la gran parte sullo Stato; allora ogni ipotesi di fondo assicurativo è meglio che sia pubblica.
«Abbiamo calcolato che per un appartamento medio di 90-120 metri quadri l’assicurazione costerebbe, sempre ovviamente nella media, 15 euro al mese. Più o meno dai 100 ai 250 euro all’anno».
« Il tetto rimborsabile per ciascuna abitazione sarebbe di 150 mila euro. Il totale dei premi riscossi in un anno, ipotizzando una cifra media di 150 euro per ognuna dei 27 milioni di abitazioni civili esistenti in Italia, dovrebbe aggirarsi sui 3 miliardi e mezzo”.
«Secondo noi il modello francese è quello preferibile. Il primo livello vede in azione le compagnie assicurative che coprirebbero fino ad un certo ammontare, quindi entrerebbero in campo le società di riassicurazione e infine come assicuratore di terzo livello, cioè in grado di coprire i danni più ingenti delle eventuali catastrofi, per esempio sopra i 6 miliardi di euro, lo Stato. A cui comunque andrebbe nel frattempo una percentuale dei premi riscossi».
Le dichiarazioni di Cerchiai sono a ruota di quanto dichiarato dal ministro Brunetta (da un articolo apparso sul Messaggero
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=54267&sez=HOME_INITALIA&ctc=120&ordine=desc
«Non una nuova tassa, ma un modo per contrastare la miopia e l'egoismo dei singoli e delle istituzioni»:
«Abbiamo bisogno di qualcosa che ci incentivi ad essere virtuosi - dice il ministro. Il sistema assicurativo obbligherebbe invece alla responsabilizzazione di tutti: sia cittadini che enti locali sarebbero interessati a costruire bene per pagare meno l'assicurazione grandi rischi. Se le città fossero tutte assicurate sarebbero tutte più sicure, i governi locali sarebbero indotti a controllare e lo Stato, come garante in ultima istanza, pagherebbe di meno. L'assicurazione obbligatoria sarebbe un modo per contrastare la miopia e l'egoismo dei singoli e delle istituzioni».
Intanto sia chiara una cosa: pagare una assicurazione non implica nei fatti l’eliminazione di un rischio ma solo la copertura di un rischio. Gli incidenti stradali non sono evitati per l’esistenza dell’assicurazione obbligatoria, sono solo coperti dall’assicurazione; gli automobilisti continuano ad eccedere nella velocità e i morti ci sono lo stesso; diminuiscono gli incidenti in relazione ai divieti e ai controlli. La diminuzione delle vittime per causa terremoto si può avere solo adeguando i vecchi stabili con interventi antisismici e costruendo le nuove case con le migliori tecnologie antisismiche; il pagamento di una assicurazione può solo coprire i danni a chi è rimasto vivo. Se poi si vuole istituire un fondo assicurativo per le case in Italia non si capisce perché lo si debba dare in mano ai privati. Non si capisce perché dovrebbe far schifo pagare una “tassa” allo Stato per una forma assicurativa pubblica e dovrebbe essere meno indolore pagare un “premio” a delle compagnie private. Sappiamo tutti che le compagnie assicurative private vorranno in qualche modo guadagnarci e ci faranno pagare più dello Stato. Infine il rischio sismico in Italia non è uguale a quello che si può avere in Francia e in Germania e nei fatti andrebbe sempre a ricadere per la gran parte sullo Stato; allora ogni ipotesi di fondo assicurativo è meglio che sia pubblica.
francesco zaffuto
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(immagine – “angoscia del futuro” cera e china © francesco zaffuto link Altre allegorie)
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atricoli collegati in queto blog Angoscia del futuro - terremoto in Abruzzo
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