lunedì 9 novembre 2009

La mollica di pane e il grande collisore adronico



09/11/09


L’acceleratore nucleare, costruito per sperimentare il Big Bang si blocca un’altra volta.


Pare che sia stata una mollica di pane.
Come sia finita dentro gli ingranaggi è un mistero, ma durante una ispezione si è scoperto che aveva messo fuori uso una delle unità esterne di raffreddamen­to che mantengono la tempera­tura a 1,9 gradi sopra lo zero as­soluto.

Il grande collisore adronico, Large Hadron Collider, LHC, è situato in un tunnel lungo 27 chilometri, a 50 metri nel sottosuolo della frontiera franco-svizzera. Costo 6 miliardi investiti da venti paesi europei, più gli Stati Uniti. Collaborano i più quotati fisici internazionali e circa 2000 addetti, una specie di grande affare che comporterà prestigio per i ricercatori, potenza per gli stati che hanno investito, soddisfazione per tutti i comuni mortali che sfioreranno le capacità di Dio.

Con questo acceleratore si vogliono ricreare le condizioni che esistevano all’inizio del mondo, il microcosmo di violente collisioni che si produssero un picosecondo dopo il "big bang". Nella macchina circoleranno fasce di particelle (protoni) ad una velocità prossima a quella della luce (99,999991% di velocità della luce): 11.000 rotazioni al secondo dentro al tunnel. Si pera di trovare il bosone di Higgs, una particella che non è mai stata individuata, ma solo ipotizzata dallo scienziato scozzese Peter Higgs e che sarebbe responsabile di aver dato materia a ogni altra particella esistente.

Prima del settembre 2008, alcuni scienziati che non partecipano al programma avanzano delle preoccupazioni con un ricorso alla Corte di Strasburgo, temono che l'esperimento possa andare ben oltre le aspettative e creare effettivamente un mini “buco nero” che può crescere di dimensioni e potenza fino a risucchiare dentro di sé la Terra. Questi scienziati, guidati da Markus Goritschnig, chiedono alla Corte di sospendere l’esperimento perché in violazione dell'articolo 2 e dell'articolo 8 della Convenzione europea per i diritti umani, ovvero il diritto alla vita e il diritto al rispetto della vita privata e familiare.

Gli scienziati interessati all’esperimento hanno sostenuto non poteva avere alcuna conseguenza negativa. In una intervista Michelangelo Mangano, fisico nucleare veronese e ricercatore del Cern, così si espresse: «Noi non neghiamo di cercare anche di generare dei buchi neri, ma se anche venissero prodotti, ed è difficile che accada, questi decadrebbero istantaneamente senza conseguenze».

Ma il danno che si può ipotizzare per il pianeta e per tutti gli esseri umani è assolutamente da escludere o è una ipotesi molto remota che può anche accadere come le vincite al superenalotto?
Di fronte un danno come la fine del pianeta, anche una sola ipotesi molto remota non dovrebbe far protendere per la prudenza?

La Corte di Strasburgo si espresse per la continuazione dell’esperimento e rigettò il ricorso, ed è stato un po’ come dire: visto che è molto difficile che possa accadere, continuate pure; preferiamo credere agli scienziati accreditati, voi siete solo una manica di incompetenti e invidiosi; la libertà di ricerca è un bene che deve essere salvaguardato sempre.

Tutti pare dobbiamo sottometterci alla verità scientifica accreditata, anche quando si tratta di sola ipotesi di ricerca. Ad opporsi si rischia di essere indicati come oscurantisti. Non ci sono state grandi opposizioni all’inizio dell’esperimento, non si sono levate indignate proteste da parte di quelle autorità religiose che tanto spesso intervengono sui motivi etici. Stranamente questa volta hanno taciuto o parlato molto debolmente, forse per non rischiare di essere tacciati come oscurantisti o forse perché desiderano al più presto l’arrivo dell’Apocalisse.
Il giorno dell’esperimento nel 2008 (sempre intorno all’11 settembre) solo un maggiore interesse della stampa dopo la decisione della Corte, e presso il Cern di Ginevra si sono accreditati 800 giornalisti da tutto il mondo.

Ma ecco accade l’imprevisto: al momento dell’inagurazione una scintilla, puzza di bruciato, e l’acceleratore è a K.O.; non si avvia, pare un banale errato intreccio di fili e l’esperimento viene rinviato per un anno.

Oggi l’evento misterioso della briciola di pane negli ingranaggi.
Si tratta di sabotaggio interno di qualche scienziato che silenziosamente si oppone o di segnali divini o solo del caso. Cosa è il caso?
Sappiamo ben poco dell’universo che ci circonda, giusta la nostra sete di conoscenza, ma una dose di umiltà ci è forse necessaria per le sorti di questo pianeta e per le sorti dell’uomo.
francesco zaffuto


articolo di Beppe Severgnini 8 novembre 09

http://www.ilgiornaledelfriuli.net/2009/11/08/la-macchina-del-big-bang-si-blocca-e-un-uccellino-con-briciola-di-pane-a-sabotarla/

informazioni sull’incidente del settembre 2008 e sugli scienziati che operano all’esperimento

http://www.swissinfo.ch/ita/scienza_e_technologia/Un_acceleratore_che_accelerera.html?siteSect=511&sid=11198112&cKey=1256725278000&ty=st

informazioni sugli scienziati che hanno avanzato il ricorso alla corte di Strasburgo
http://www.consolelab.net/off-topic/513-nucleare-ginevra-acceleratore-piu-potente-al-mondo.html


(immagine “uomo vulcano” tecnica mista © francesco zaffuto link Uomo vulcano)

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