domenica 8 novembre 2009

UN ALTRO G20 in Scozia, le exit strategy e le piaghe umane


08/11/09
Brown propone di tassare le transazioni finanziarie che speculano in valuta sul breve periodo (la cosiddetta Tobin tax http://it.wikipedia.org/wiki/Tobin_Tax ) , il gelo di tutti i grandi boccia la proposta fin dall’inizio.
La proposta di Brown anche se non avrebbe eliminato i processi speculativi delle banche, avrebbe almeno fatto pagare alle banche qualcosa per i loro comportamenti speculativi, un qualcosa che poteva essere destinato ai disastri della crisi soprattutto provocati nei paesi più poveri. Allora niente; forse perché la proposta pareva avere il sapore di socialismo, e il premier Britannico è stato indicato dalla stampa internazionale come interessato alla sua campagna elettorale.
Allora quali misure? Sui superbonus da eliminare per i grandi manager delle banche solo timide affermazioni di principio, su una autorità di sorveglianza internazionale di borse e mercati ben poco, sui paradisi fiscali operazioni come quella italiana dello scudo fiscale. Le scelte dei grandi sembrano soprattutto scelte di attesa.

Dalla crisi del ’29 si uscì con qualche misura di controllo del sistema bancario: si operò la divisione tra credito a breve e credito a medio-lungo termine, si volle distinguere tra banche di affari e banche operanti sul credito ordinario, si intervenne con la fondazione d’istituti di credito pubblico. Oggi per la crisi del 2009 si stenta a trovare una via d’uscita ma il ruolo delle grandi banche private sembra più forte di allora ed è capace di condizionare i governi; le grandi banche hanno portato a casa l’aiuto degli stati ma vogliono ritornare a lavoro come se nulla fosse mai accaduto.
Il mercato va pulito dai puri meccanismi speculativi e da titoli di scommessa; il ruolo delle banche è un ruolo d’interesse pubblico anche se viene esercitato dai privati e le banche debbono sottostare a una sorveglianza pubblica; questa sorveglianza pubblica dovrà in gran parte essere assunta da una autorità internazionale.
La crisi in qualche modo sarà superata; è nella natura stessa dell’economia capitalista la ripresa della produzione dopo che è stato distrutta buona parte della stessa produzione, ma ritornare agli stessi meccanismi del passato potrà portare a ventate inflazionistiche e a un possibile ripetersi della crisi fra qualche decennio o anche tra qualche anno.
E’ necessario guardare al mondo con qualche necessaria Utopia per non farlo cadere in un disastro ancora più grande; la necessaria Utopia potrebbe perfino essere condivisa considerato che il mondo è diventato più piccolo e superaffollato di esseri umani. Si può anche arrivare a una moneta unica mondiale e ad un mercato veramente libero ma bisogna farsi carico della fame nei paesi poveri e della disoccupazione nei paesi che vengono chiamati ricchi, perché sono queste le due piaghe più profonde delle crisi e sono le due piaghe più profonde della società umana.
francesco zaffuto
(immagine – “l’età dell’argento” acquarello © francesco zaffuto link dalle Metamorfosi di Ovidio)

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