in attesa dei miracoli del federalismo
L’otto aprile, 400 sindaci lombardi si sono radunati in piazza San Babila a Milano per protestare contro il patto di stabilità voluto da Tremonti. L’iniziativa è partita dal sindaco leghista di Varese ed ha avuto una adesione bipartisan anche di sindaci PD. Il sindaco “re di denari” Moratti, non è sceso in piazza con tanti due di picche, ha fatto pervenire la sua solidarietà ed ha preferito avere contatti telefonici ad alto livello con Letta e Tremonti.
Cosa vogliono i sindaci protestanti? Vogliono poter spendere.
Cosa vuole Tremonti con il patto di stabilità? Vuole che non si vadano a sforare i conti, visto che abbiamo gli occhi puntati dell’UE e non possiamo fare la fine della Grecia.
Con chi possiamo schierarci, noi cittadini?
E’ una buona scelta quella del PD, di accodarsi con i propri sindaci a una manifestazione promossa dalle Lega?
Provo a fare memoria almeno di alcuni fatti.
Il primo atto nei fatti di federalismo fiscale fatto da questo Governo (PDL – Lega) fu quello di abolire l’ICI sulla prima casa, subito dopo la vittoria elettorale alle politiche del 2008. Un atto che non aveva niente di federale visto che andava a toccare un’imposta che per definizione era nata come imposta comunale. Occorreva mantenere la promessa fatta da Berlusconi a tutti gli italiani. La mancata entrata doveva in qualche modo riflettersi sui comuni. Gli effetti cominciano ora a ben delinearsi.
Un altro atto federale di questo Governo (PDL – Lega) è stato quello di salvare dalla bancarotta un comune amministrato allegramente dal PDL, come quello di Catania.
Riguardo al federalismo fiscale i grandi strateghi di Lega e PDL prevedono una realizzazione in circa otto anni; nello stesso tempo gli strateghi locali protestano, come se non fossero soci dello stesso Governo. Otto anni di indecisione amministrativa possono mandare in malora l’intera nazione.
Vanno da subito evidenziate le linee dell’imposizione fiscale locale e le linee dell’imposizione fiscale nazionale. Vanno stabiliti dei principi chiari della pubblica amministrazione locale: all’amministrazione locale va assolutamente proibita la possibilità di indebitarsi con banche private. Non si può accettare che una amministrazione spenda per più di quello che ha e non si può accettare che possa lasciare un debito a futuri amministratori.
La cosa meno comprensibile è l’adesione alla protesta di sindaci PD, come se la categoria dei sindaci non fosse politica e sia diventata una qualsiasi categoria di lavoratori. L’opposizione ha il dovere di fare chiarezza sulle responsabilità.
09/04/10 francesco zaffuto
Cosa vogliono i sindaci protestanti? Vogliono poter spendere.
Cosa vuole Tremonti con il patto di stabilità? Vuole che non si vadano a sforare i conti, visto che abbiamo gli occhi puntati dell’UE e non possiamo fare la fine della Grecia.
Con chi possiamo schierarci, noi cittadini?
E’ una buona scelta quella del PD, di accodarsi con i propri sindaci a una manifestazione promossa dalle Lega?
Provo a fare memoria almeno di alcuni fatti.
Il primo atto nei fatti di federalismo fiscale fatto da questo Governo (PDL – Lega) fu quello di abolire l’ICI sulla prima casa, subito dopo la vittoria elettorale alle politiche del 2008. Un atto che non aveva niente di federale visto che andava a toccare un’imposta che per definizione era nata come imposta comunale. Occorreva mantenere la promessa fatta da Berlusconi a tutti gli italiani. La mancata entrata doveva in qualche modo riflettersi sui comuni. Gli effetti cominciano ora a ben delinearsi.
Un altro atto federale di questo Governo (PDL – Lega) è stato quello di salvare dalla bancarotta un comune amministrato allegramente dal PDL, come quello di Catania.
Riguardo al federalismo fiscale i grandi strateghi di Lega e PDL prevedono una realizzazione in circa otto anni; nello stesso tempo gli strateghi locali protestano, come se non fossero soci dello stesso Governo. Otto anni di indecisione amministrativa possono mandare in malora l’intera nazione.
Vanno da subito evidenziate le linee dell’imposizione fiscale locale e le linee dell’imposizione fiscale nazionale. Vanno stabiliti dei principi chiari della pubblica amministrazione locale: all’amministrazione locale va assolutamente proibita la possibilità di indebitarsi con banche private. Non si può accettare che una amministrazione spenda per più di quello che ha e non si può accettare che possa lasciare un debito a futuri amministratori.
La cosa meno comprensibile è l’adesione alla protesta di sindaci PD, come se la categoria dei sindaci non fosse politica e sia diventata una qualsiasi categoria di lavoratori. L’opposizione ha il dovere di fare chiarezza sulle responsabilità.
09/04/10 francesco zaffuto
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