TI
PREOCCUPARE
STAI BENE
STAI BENE
GRAZIE
AGLI
AGGGREGATI
Ma cosa sono gli aggregati? Pillole di saggezza. Di chi il merito? Ovviamente del Governo.
Grande soddisfazione del Governo sulle conclusioni dell’ultimo vertice UE di Bruxelles che hanno visto accogliere la proposta italiana di considerare nella misurazione del debito, per definire il grado di salute dell’economia di un paese, non solo il debito dello Stato ma anche quello dei privati.
Per il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, quello raggiunto a Bruxelles è «un successo straordinario», mentre il capo della diplomazia italiana Franco Frattini ha sottolineato come il premier Berlusconi «abbia agito da statista in Europa, con fermezza e visione strategica».
Ma di che cosa si tratta?
Nel misurare l’indebitamento dell’economia di una paese membro della Ue non si farà riferimento al solo debito dello Stato, ma anche al debito delle famiglie e al debito delle imprese non finanziarie.
Grazie a questo tipo di misurazione risulta che l’Italia a fronte di un debito pubblico del 118% del Prodotto interno lordo ha un debito delle famiglie per il 39,3% e dell’imprese per il 79,9%.
In questo modo l’Italia risulta più virtuosa di altri paesi;
Inghilterra: debito dello Stato 68,6% - famiglie 100,1% - imprese 114,4%;
Svezia: debito dello Stato 42,1% – famiglie 74,2% – imprese 152,7%.
L’Italia risulta addirittura vicina “nei totali” alla Francia: debito dello Stato 76,1 %- famiglie 50,7% – imprese 104,5%.
POSSIAMO ESSERE VIRTUALMENTE CONTENTI.
MA CERTO NON DEL COMPORTAMENTO DEL NOSTRO STATO che ha un debito pubblico più alto di quello greco (112% del Pil).
In pratica non siamo conciati tanto male grazie alla propensione al risparmio delle famiglie italiane e grazie a tante piccole imprese che sono finanziate spesso con il solo capitale proprio.
Non possiamo certo essere contenti dei nostri governi che si sono comportati in modo diametralmente opposto alle famiglie italiane ed hanno speso sempre più di quello che incassavano.
Buona parte del debito dello Stato italiano in BOT e BTP è stato acquistato non solo dalle banche ma dalle stesse famiglie italiane.
Le famiglie italiane si sono caratterizzate per il risparmio, per l’investimento nel mattone e per l’investimento in titoli dello Stato; questo nonostante il pressante invito al consumo e all’indebitamento fatto nella propaganda televisiva. L’ acquista a rate, l’accedi al credito al consumo e vivi alla grande.... è stato un comportamento limitato solo a una parte degli italiani.
Di questa tradizione di risparmio delle famiglie italiane oggi si fa un merito Berlusconi, oggi che è costretto dalla UE a ridurre il debito dello Stato per far fronte alla speculazione finanziaria internazionale.
Ben venga la misurazione anche per aggregati; ma se i tagli della finanziaria riguardano il tempo pieno a scuola, gli asili, l’assistenza, nei fatti si vanno a colpire le famiglie virtuose dell’aggregato che tanto felicemente è stato presentato all’Europa.
Le famiglie che riuscivano a risparmiare oggi cominciano a farlo molto meno, e riducono gli stessi consumi, non è certo un buon modo per uscire dalla crisi quello di colpire l’elemento virtuoso dell’aggregato.
I tagli ai costi della politica non intende farli lo Stato centrale, non intendono farli le Regioni e neanche i Comuni. Per quanto riguarda le Province si continua a sostenere la loro costosa esistenza. Il finanziamento pubblico ai partiti non viene certo dimezzato, sulla diminuzione di stipendi ai parlamentari e di auto blu non si parla più.
19/06/2010 francesco zaffuto
.
(immagine “Giurlanno e la crisi economica” fotocomposizione © liborio mastrosimone http://libomast1949.blogspot.com/)
Grande soddisfazione del Governo sulle conclusioni dell’ultimo vertice UE di Bruxelles che hanno visto accogliere la proposta italiana di considerare nella misurazione del debito, per definire il grado di salute dell’economia di un paese, non solo il debito dello Stato ma anche quello dei privati.
Per il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, quello raggiunto a Bruxelles è «un successo straordinario», mentre il capo della diplomazia italiana Franco Frattini ha sottolineato come il premier Berlusconi «abbia agito da statista in Europa, con fermezza e visione strategica».
Ma di che cosa si tratta?
Nel misurare l’indebitamento dell’economia di una paese membro della Ue non si farà riferimento al solo debito dello Stato, ma anche al debito delle famiglie e al debito delle imprese non finanziarie.
Grazie a questo tipo di misurazione risulta che l’Italia a fronte di un debito pubblico del 118% del Prodotto interno lordo ha un debito delle famiglie per il 39,3% e dell’imprese per il 79,9%.
In questo modo l’Italia risulta più virtuosa di altri paesi;
Inghilterra: debito dello Stato 68,6% - famiglie 100,1% - imprese 114,4%;
Svezia: debito dello Stato 42,1% – famiglie 74,2% – imprese 152,7%.
L’Italia risulta addirittura vicina “nei totali” alla Francia: debito dello Stato 76,1 %- famiglie 50,7% – imprese 104,5%.
POSSIAMO ESSERE VIRTUALMENTE CONTENTI.
MA CERTO NON DEL COMPORTAMENTO DEL NOSTRO STATO che ha un debito pubblico più alto di quello greco (112% del Pil).
In pratica non siamo conciati tanto male grazie alla propensione al risparmio delle famiglie italiane e grazie a tante piccole imprese che sono finanziate spesso con il solo capitale proprio.
Non possiamo certo essere contenti dei nostri governi che si sono comportati in modo diametralmente opposto alle famiglie italiane ed hanno speso sempre più di quello che incassavano.
Buona parte del debito dello Stato italiano in BOT e BTP è stato acquistato non solo dalle banche ma dalle stesse famiglie italiane.
Le famiglie italiane si sono caratterizzate per il risparmio, per l’investimento nel mattone e per l’investimento in titoli dello Stato; questo nonostante il pressante invito al consumo e all’indebitamento fatto nella propaganda televisiva. L’ acquista a rate, l’accedi al credito al consumo e vivi alla grande.... è stato un comportamento limitato solo a una parte degli italiani.
Di questa tradizione di risparmio delle famiglie italiane oggi si fa un merito Berlusconi, oggi che è costretto dalla UE a ridurre il debito dello Stato per far fronte alla speculazione finanziaria internazionale.
Ben venga la misurazione anche per aggregati; ma se i tagli della finanziaria riguardano il tempo pieno a scuola, gli asili, l’assistenza, nei fatti si vanno a colpire le famiglie virtuose dell’aggregato che tanto felicemente è stato presentato all’Europa.
Le famiglie che riuscivano a risparmiare oggi cominciano a farlo molto meno, e riducono gli stessi consumi, non è certo un buon modo per uscire dalla crisi quello di colpire l’elemento virtuoso dell’aggregato.
I tagli ai costi della politica non intende farli lo Stato centrale, non intendono farli le Regioni e neanche i Comuni. Per quanto riguarda le Province si continua a sostenere la loro costosa esistenza. Il finanziamento pubblico ai partiti non viene certo dimezzato, sulla diminuzione di stipendi ai parlamentari e di auto blu non si parla più.
19/06/2010 francesco zaffuto
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(immagine “Giurlanno e la crisi economica” fotocomposizione © liborio mastrosimone http://libomast1949.blogspot.com/)
Questi sono per il "mal comune mezzo gaudio" ma il bello è che in questo caso non c'è gaudio... nemmeno un pochettino. Ottimo articolo Francesco.
RispondiEliminaArticolo non solo interessante, ma soprattuto dall'analisi lucida ed esaustiva dell'argomento... Complimenti. Pasquale Marinelli
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