L’otto per mille
alle chiese è in vigore da 30 anni ma il suo meccanismo applicativo
suscita ancora delle perplessità.
Ieri
trovandomi nell’ufficio di un Caf ho sentito il consulente fiscale che diceva:
“Ma lei non ha espresso nessuna volontà per l’otto per mille?”
Risposta del tartassato: “Sì, lo lascio allo
Stato”.
E il consulente spiegava: “Guardi che se vuole
lasciare l’8 per mille allo Stato deve
firmare nella casella Stato altrimenti viene distribuito in proporzione alle
scelte espresse”.
Infatti, l’ammontare della mancata scelta
viene ridistribuita tra tutte le chiese in proporzione al quantitativo delle
scelte espresse; ad eccezione di due
chiese Assemblea di Dio in Italia e Chiesa Apostolica in Italia che hanno
rinunciato a questa ridistribuzione lasciando la quota allo Stato. Nei
fatti la ridistribuzione della quota non espressa va in gran parte alla Chiesa
cattolica, detentrice dei 4/5 delle scelte espresse, e ad essa si aggiunge anche la parte
di contributi che provengono da chi non è tenuto a presentare la dichiarazione.
In pratica
lo Stato, sulla base della strana normativa dell’8 per mille, si presenta
ai cittadini come se fosse una delle tante chiese; una chiesa laica. Una
contraddizione in termini, ma la logica non abita dalle nostre parti.
Vediamo
come ha impiegato la quota dell’8 per mille la chiesa-laica-Stato.
“Lo Stato si aggiudica il 13,74% delle preferenze. Nonostante, però, sia
previsto un impiego ben preciso di queste risorse (lotta alla fame nel mondo,
calamità naturali, assistenza ai rifugiati e conservazione di beni culturali),
la legge viene infatti puntualmente disattesa. Lo dimostrano i numeri: sempre
per il 2013 lo Stato ha intascato 170 milioni di euro ma ne ha spesi poco più
di 400 mila per opere umanitarie. In pratica appena lo 0,24% del totale. Pochi
spiccioli, insomma, a fronte di un cospicuo tesoretto.”
Ci dà queste informazioni, più altre, il
giornale online Cronache Laiche
Riepilogando, lo Stato, che non è una chiesa, si
presenta nel prospettino dell’8 per mille come una chiesa e poi non fa quello
promette di fare.
La vecchia
legge andrebbe riformata; lo Stato va
tolto da quel prospetto, la parte di 8 per mille non scelta va lasciata allo
Stato come globale risparmio di uscite,
lo Stato ha obblighi di solidarietà sociale per tutte le sue entrate fiscali e
non solo per l’8 per mille. Lo Stato non
è una Chiesa.
20/05/14 francesco zaffuto
Immagine – la pagina prospetto per l’indicazione
dell’8 per mille del modello 730
Nessun commento:
Posta un commento