Un’Europa, ancora avvolta nella sua
crisi economica, e tra due fuochi:
quello dell’Ucraina e quello della Libia. Il fuoco ucraino che vede coinvolta
direttamente la Russia (che non è più la vecchia URSS ma è ben armata con il
nucleare e intesa a rinsaldare lo spirito nazionalista); il fuoco libico che ci
porta l’Isis vicino casa, a poche miglia
della nostra Sicilia. La Comunità europea senza politica estera comune ha
lasciato alla Francia e alla Germania il compito di trattare in proprio con
Putin, e lasciò alla Francia il compito di determinare la caduta di Gheddafi.
Che fare? Certo non è facile rispondere
a questa domanda, ma all’elenco delle priorità va data qualche risposta. All’interno
della Comunità europea la Grecia va aiutata ad uscire dalla crisi economica. Il
conflitto con la Russia va visto come conflitto in seno all’Europa; la Russia
per la sua storia e per la sua cultura è l’estremo confine dell’Europa; se una
parte dell’Ucraina, abitata da russi, vuole la sua autonomia questo fatto non può
essere inteso come minaccia all’Europa, e i paesi della Comunità europea
possono affrontare il problema anche nell’ottica di una pacifica divisione. Nei
confronti del Medio Oriente l’Europa deve avere una politica estera e di difesa
comune. L’Europa non può disdegnare di guardare alla carta geografica, non può
ignorare che esiste la Sicilia, che è il Sud dell’Europa e non il Nord dell’Africa.
18/02/15
francesco zaffuto
Immagine – cartina geografica dell’Europa
Un modo pacato, oltre che corretto, di valutare la situazione e di proporre soluzioni per evitare un incendio che finirà per lambirci da nord o da sud.
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