domenica 12 aprile 2015

L’Aprile 1915 del popolo armeno

L’aprile del 1915 fu il culmine della tragedia per il popolo armeno
“ Nella notte tra il 23 e il 24 aprile 1915 vennero eseguiti i primi arresti tra l'élite armena di Costantinopoli.  L'operazione continuò l'indomani e nei giorni seguenti. In un solo mese, più di mille intellettuali armeni, tra cui giornalisti, scrittori, poeti e perfino delegati al Parlamento furono deportati verso l'interno dell'Anatolia e massacrati lungo la strada.
Arresti e deportazioni furono compiute in massima parte dai «Giovani Turchi». Nelle marce della morte, che coinvolsero 1.200.000 persone, centinaia di migliaia morirono per fame, malattia o sfinimento. Queste marce della morte furono organizzate con la supervisione di ufficiali dell'esercito tedesco in collegamento con l'esercito turco, secondo le alleanze ancora valide tra Germania e Impero Ottomano e si possono considerare come "prova generale" ante litteram delle più note marce ai danni dei deportati ebrei durante la seconda guerra mondiale. http://it.wikipedia.org/wiki/Genocidio_armeno
 Le persecuzioni degli armeni erano già iniziate negli anni 1894/96, il massacro di quel popolo ebbe il suo compimento negli anni del primo conflitto mondiale 1915/1916;  per la sistematicità dello sterminio è da considerare come genocidio.  
Per anni quel fatto storico è stato sminuito nella sua portata e non sufficientemente descritto nei suoi aspetti crudeli. La Turchia moderna ha negato l’aspetto del genocidio rubricando i fatti a soli atti di guerra, al punto di penalizzare con pene detentive storici e intellettuali che hanno sostenuto l’aspetto del genocidio con documentazioni e testimonianze.
Alla ricostruzione della memoria storica del genocidio armeno contribuì con le sue testimonianze dirette e con studi di documenti l’italiano Giacomo Gorrini che il quegli anni terribili rivestiva la carica di Console italiano. http://www.giorgioperlasca.it/giacomo-gorrini/

L’Armenia è oggi una piccola nazione con grandi stati confinanti http://it.wikipedia.org/wiki/Armenia e ci tiene molto a ricordare il suo passato anche per preservare la sua autonomia e identità.  La Turchia moderna ha nel 2014 presentato le sue scuse per gli atti di guerra ma ancora non riconosce il carattere di genocidio http://www.repubblica.it/esteri/2014/04/23/news/genocidio_armeni_condoglianze_scuse_erdogan-84266139/

 Il 12 aprile 2015, in Vaticano, Papa Francesco ha ricordato  il centenario del genocidio, e come i cristiani armeni furono coinvolti in quella tragedia.  "Dio conceda che si riprenda il cammino di riconciliazione tra il popolo armeno e quello turco e la pace sorga anche nel Nagorno Karabakh", ha affermato Papa Bergoglio nel suo Messaggio agli Armeni. "Si tratta di popoli che, in passato, nonostante contrasti e tensioni, hanno vissuto lunghi periodi di pacifica convivenza, e persino nel turbine delle violenze hanno visto casi di solidarietà e di aiuto reciproco - aggiunge il Papa -. Solo con questo spirito le nuove generazioni possono aprirsi a un futuro migliore e il sacrificio di molti può diventare seme di giustizia e di pace".

 La storia non può essere dimenticata, la storia più truce dell’umanità va ricordata perché ancora devono essere trovati i rimedi per la convivenza pacifica tra i popoli.

12/04/2015  francesco zaffuto

Immagine: civili armeni in marcia forzata verso il campo di prigionia di Mezireh, sorvegliati da soldati turchi armati. Kharpert, Impero Ottomano, aprile 1915.

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