L’aprile del 1915 fu il culmine della
tragedia per il popolo armeno
“ Nella notte tra il 23 e
il 24 aprile 1915 vennero eseguiti i primi arresti tra
l'élite armena di Costantinopoli.
L'operazione continuò l'indomani e nei
giorni seguenti. In un solo mese, più di mille intellettuali armeni, tra cui
giornalisti, scrittori, poeti e perfino delegati al Parlamento furono deportati
verso l'interno dell'Anatolia e
massacrati lungo la strada.
Arresti e deportazioni
furono compiute in massima parte dai «Giovani Turchi». Nelle marce della morte, che coinvolsero 1.200.000
persone, centinaia di migliaia morirono per fame, malattia o sfinimento. Queste
marce della morte furono organizzate con la supervisione di ufficiali
dell'esercito tedesco in collegamento con l'esercito turco, secondo le alleanze
ancora valide tra Germania e Impero Ottomano e si
possono considerare come "prova generale" ante litteram delle più
note marce ai danni dei deportati ebrei durante la seconda guerra mondiale. “
http://it.wikipedia.org/wiki/Genocidio_armeno
Le persecuzioni degli armeni erano già
iniziate negli anni 1894/96, il massacro di quel popolo ebbe il suo compimento
negli anni del primo conflitto mondiale 1915/1916; per la sistematicità dello sterminio è da
considerare come genocidio.
Per anni quel fatto storico è
stato sminuito nella sua portata e non sufficientemente descritto nei suoi
aspetti crudeli. La Turchia moderna ha negato l’aspetto del genocidio rubricando
i fatti a soli atti di guerra, al punto di penalizzare con pene detentive
storici e intellettuali che hanno sostenuto l’aspetto del genocidio con
documentazioni e testimonianze.
Alla ricostruzione della memoria storica del genocidio armeno
contribuì con le sue testimonianze dirette e con studi di documenti l’italiano
Giacomo Gorrini che il quegli anni terribili rivestiva la carica di Console
italiano. http://www.giorgioperlasca.it/giacomo-gorrini/
L’Armenia è oggi una piccola nazione con grandi stati confinanti
http://it.wikipedia.org/wiki/Armenia
e ci tiene molto a ricordare il suo passato anche per preservare la sua
autonomia e identità. La Turchia moderna
ha nel 2014 presentato le sue scuse per gli atti di guerra ma ancora non
riconosce il carattere di genocidio http://www.repubblica.it/esteri/2014/04/23/news/genocidio_armeni_condoglianze_scuse_erdogan-84266139/
Il 12 aprile 2015, in Vaticano, Papa Francesco
ha ricordato il centenario del genocidio,
e come i cristiani armeni furono coinvolti in quella tragedia. "Dio conceda che si riprenda il cammino di
riconciliazione tra il popolo armeno e quello turco e la pace sorga anche nel Nagorno Karabakh",
ha affermato Papa
Bergoglio nel suo Messaggio agli Armeni. "Si tratta di popoli che, in
passato, nonostante contrasti e tensioni, hanno vissuto lunghi periodi di pacifica
convivenza, e persino nel turbine delle violenze hanno visto casi di
solidarietà e di aiuto reciproco - aggiunge il Papa -. Solo con questo spirito
le nuove generazioni possono aprirsi a un futuro migliore e il sacrificio di
molti può diventare seme di giustizia e di pace".
La storia non può essere dimenticata, la
storia più truce dell’umanità va ricordata perché ancora devono essere trovati
i rimedi per la convivenza pacifica tra i popoli.
12/04/2015
francesco zaffuto
Immagine: civili armeni in marcia forzata verso
il campo di prigionia di Mezireh, sorvegliati da soldati turchi armati.
Kharpert, Impero Ottomano, aprile 1915.
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