Un piatto caldo di pasta o di minestra e un frutto possono
bastare per le mense, tutto a carico della Scuola Pubblica (a spese dello
Stato) – e per il resto la smettessero
le famiglie di rompere con il loro menù (e con le loro scelte tra diversi tipi
di carni e tra diversi tipi di pasti nazionali, tradizionali e religiosi). Le
famiglie, se vogliono, possono dare in privato al bambino un panino con la
carne o formaggio da portare in saccoccia,
o possono aspettare di far mangiare al proprio bambino quello che
vogliono a casa la sera, o solo il sabato e la domenica che è meglio.
Tranne i pochi casi di
celiachia da prendere in considerazione con cura, per il resto non si può fare
carico alla Scuola pubblica. Non si può accettare la logica che i bambini siano
ostaggio di diatribe di famiglie sui piatti nazionali e religiosi, i bambini
vanno trattati per quanto possibile a tavola tutti allo stesso modo (è un fatto
educativo!), non si può perdere il tempo di insegnanti e presidi per
stilare menù e risolvere diatribe in
lunghe riunioni con i parenti, non si
può fare carico lo Stato di aumentare le sue spese, e non possiamo arricchire
gestori di mense. Un piatto caldo e un frutto bastano, sono più che rispondenti
ai bisogni di bambini che non sono per niente malnutriti e spesso sono avviati
all’obesità.
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