TRUMP,
SALVINI e BOLSONARO non sono la stessa cosa, ma hanno la stessa origine: la delusione di un
elettorato per le esperienze precedenti
con leader che volevano essere democratici, progressisti e vagamente di
sinistra. L’elettorato ormai è lontano dagli affezionamenti ideologici e naviga
a vista, saltando dalle promesse più
bislacche di un leader a quelle di un
altro.
Per tornare ad un leader vagamente di sinistra
occorrerà passare un po’ di anni con quello di destra; l’abbiamo visto in Grecia, poi in Spagna, e forse lo vedremo con un prossimo successo
di Corbin in Gran Bretagna.
Destra e manca, montaggio e rismontaggio, in
una democrazia dove le componenti tendenzialmente si somigliano. Il danno, diciamolo liberamente, lo fanno i
popoli senza cultura e senza memoria;
dove ogni singolo elettore pensa ai suoi interessi di bottega e si
lascia abbindolare da promesse ed appartenenze.
In linea di massima si conclude ben poco con
questo tipo di democrazia, ma la cosa
più pericolosa è: se ad uno dei vari
leader, che si avvicendano, ad un certo
punto, gli viene la voglia proprio di smontare la democrazia.
Allora la massima vigilanza sulla libertà
d’espressione e sugli istituti rappresentativi della democrazia; ma anche un po’ di collaborazione tra forze di
governo e forze di opposizione per le decisioni e le opere d’interesse
collettivo, onde evitare uno stupido montaggio e rismontaggio. (fr.z)
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