06/12/09
La Chiesa valdese propone una versione di testamento biologico che vuole essere rispettosa della volontà del singolo uomo.
L’iniziativa è stata presentata il 2 dicembre 09 a Milano, nel corso di una conferenza stampa che ha visto tra i relatori anche Maria Bonafede, pastora e Moderatora della Chiesa Valdese, Unione delle chiese metodiste e valdesi italiana, e Beppino Englaro.
http://www.milanovaldese.it/attivita/direttiveanticipate.php
L’iniziativa è stata presentata il 2 dicembre 09 a Milano, nel corso di una conferenza stampa che ha visto tra i relatori anche Maria Bonafede, pastora e Moderatora della Chiesa Valdese, Unione delle chiese metodiste e valdesi italiana, e Beppino Englaro.
http://www.milanovaldese.it/attivita/direttiveanticipate.php
Lo spirito con cui i valdesi affrontano il tema del testamento biologico è ispirato allo stesso Vangelo e fanno riferimento al principio: “Non fare agli altri quello che non vuoi che gli altri facciano a te; fai agli altri quello che vuoi che gli altri facciano a te”. La Chiesa valdese di Milano ha attivato uno sportello pubblico per la raccolta delle dichiarazioni anticipate di fine vita di tutti i cittadini, valdesi e non. I valdesi hanno predisposto un modulo su cui rilasciare delle dichiarazioni anticipate sui trattamenti sanitari nel caso di venirsi a trovare in una situazione di perdita della capacità di decidere o di impossibilità di comunicare, temporaneamente o permanentemente. I valdesi considerano trattamenti sanitari tutti gli interventi che i sanitari possono mettere in atto, compresi quelli di idratazione ed alimentazione forzata.
E’ proprio su idratazione ed alimentazione forzata che è avvenuto lo scontro a margine del caso Englaro; esponenti autorevoli della Chiesa cattolica hanno sostenuto che idratazione e alimentazione forzata sono la stessa cosa di mangiare e bere, e, in base a questa considerazione, non possono essere evitati come gli altri trattamenti sanitari .
Assorbire delle sostanze, attraverso degli aghi e dei tubi, mentre si sta in uno stato vegetativo dichiarato come permanente e irreversibile, equivale, secondo i prelati della Chiesa cattolica, al mangiare e al bere.
Siamo al limite dell’assurdo: un essere umano in vita può iniziare uno sciopero della fame e della sete; ma se sta in condizione vegetativa deve mangiare e bere abbondantemente con sostanze che non sono pane e acqua ma prodotti ottenuti con una specifica manipolazione scientifica; questi prodotti non sono assunti tramite la bocca ma tramite veri e propri supporti tecnologici. Nessun atto di rifiuto è possibile secondo i prelati cattolici, i sanitari debbono essere obbligati a fare questo trattamento indipendentemente dalle volontà del malato e senza alcun temine (la povera Eluana fu tenuta sottoposta a questi interventi in modo incosciente per 17 anni); nessuna dichiarazione anticipata orale o scritta può essere raccolta per rifiutare idratazione ed alimentazione.
Questa concezione è stata presentata dai prelati cattolici come un insegnamento proveniente dal cristianesimo; e da questo insegnamento dovrebbe derivare un’etica comportamentale che deve essere imposta per legge anche a non cristiani residenti nel territorio dello Stato. Una dimensione sicuramente non laica e non rispettosa della libertà dei singoli; ed oggi possiamo dire che non corrisponde al sentire di tutti i cristiani.
I valdesi appellandosi allo stesso cristianesimo così si esprimono: “Crediamo in un Dio, quello mostratoci da Gesù Cristo, che è Amore e misericordia, e che ci insegna che la vita degli uomini è un fatto di relazione, biografico, e non di mera sopravvivenza biologica.” Ha commentato Maria Bonafede, pastora e Moderatora della Tavola Valdese, “Non bisogna, cioè, trasformare la vita in un idolo cui inginocchiarsi, ma avere più fiducia in Dio di quella che mostra chi si accanisce sulla sopravvivenza inanime di un corpo.”
La presa di posizione dei valdesi va considerata per un necessario ritorno alla riflessione: i prelati della Chiesa cattolica dovrebbero interrogarsi di nuovo sulla pietas e i politici sulla laicità delle disposizioni di legge. Noi cittadini dovremmo interrogarci sugli spazi della nostra libertà e su come incidere nel dibattito per la stesura delle leggi.
francesco zaffuto
(immagine “Monte Calvario” acquarello e polvere di pino © francesco zaffuto link Monte Calvario)
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