martedì 30 marzo 2010

Berlusconi ha perso le elezioni


e la sinistra non ha vinto
L’asso di cuori del partito dell’amore ha perso, nulla potrà fare senza l’asso di fiori che è Bossi.
30/03/10
Anche se, stupidamente, quasi tutti i giornali oggi hanno stilato titoli con la vittoria di Berlusconi, nei fatti Berlusconi ha perso in una maniera catastrofica con un – 10,7% sulle elezioni politiche del 2008.
Ecco la sequenza di voti delle ultime elezioni
regionali 2005 29,3% Forza ITALIA + AN
politiche 2008 37,4% PDL
europee 2009 35,3% PDL
regionali 2010 26,7% PDL
differenza con le politiche 2008 -10,7%

Quando si perde il 10,7 % dei voti significa che si è perso. Riferirsi alla vittoria dell’ alleato Lega Nord e spacciarla come propria vittoria è la cosa più stupida che esiste e Berlusconi, che non è stupido, lo sa bene; non ha dietro di sé il vantato partito del 38% dei sondaggi, ma un magro partito del 26,7% (tra l’altro molto litigioso al suo interno al punto di non mettersi d’accordo sui candidati da presentare nel Lazio fino all’ultimo momento), ora cercherà di attrezzarsi per salvare se stesso, e marcerà a grandi passi verso la repubblica presidenziale.
La sinistra non ha vinto. Tranne il caso Vendola in Puglia, per il resto si dimostra incapace di proporre una politica per il Nord ed anche per il Sud dove era stata precedentemente premiata. Rimangono alla sinistra le regioni storiche del centro, dove si registra anche un diffuso scontento e lo testimonia l’affermazione delle liste del movimento di Grillo.
Nonostante la meno litigiosità della sinistra che abbiamo osservato il 13 marzo, la sinistra continua ad essere un magma fluido che necessita di un processo di unificazione su contenuti essenziali.
Il centro non ha vinto, il partito di Casini è rimasto inchiodato a strette percentuali, il bipolarismo continua ad avere una maggiore forza attrattiva, e non è stato apprezzato il gioco su più tavoli.
Il partito che non c’è dell’astensione ottiene la percentuale più elevata del 35,80%; si badi bene che trattasi di percentuale sugli aventi diritto al voto, di conseguenza se si misura il risultato del maggior partito (PDL 26,7%, percentuale sui voti espressi) e lo si rapporta agli aventi diritto di voto si scopre che le percentuale dei consensi degli italiani a Berlusconi è molto misera; nonostante tutto marcerà verso il presidenzialismo, e forse avrà come alleato il vincitore di questa ultima partita a carte che è stato Bossi.
Sul perché la Lega ha aumentato i suoi consensi al Nord, si possono fare tutte le riflessioni che si vogliono, ma è certo che una parte di voto popolare che prima premiava la sinistra si è spostato verso la Lega. Quanto e perché, dovrebbero provare ad analizzarlo i leader della sinistra. Nei miei limiti ci proverò al prossimo intervento.
francesco zaffuto
Una annotazione del 31/03/10
I dati di cui mi sono servito per il post sono riferibili esclusivamente ai voti attribuiti espressamente al PDL 26,7% (dati che per il PD davano un 25,9%). E credo che per misurare la "berlusconite" vadano presi i dati puri.
Renato Mannheimer, con la sua analisi presentata nella trasmissione Porta a Porta (e riportata sul Corriere della Sera di oggi 31 marzo), considera anche i dati delle liste in qualche modo riconducibili ai due maggiori partiti, in tal caso le percentuali vengono ad essere: PDL 31%, PD 27,1. Se si considera il dato aggregato di Mannheimer il PDL perderebbe rispetto alle politiche del 2008 (37,4 – 31) il 6,4%. Anche a volere considerare gli aggregati in questo modo il risultato evidente della perdita di consensi a Berlusconi non cambia. Berlusconi ha perso le ultime elezioni, dovrà rendere conto alla Lega e ai suoi avversari interni e cercherà di fare in fretta per riforme istituzionali atte a fortificare le sue posizioni. (f.z.)

5 commenti:

  1. Come ti ho risposto da me analisi lucida e condivisa anche se i distinguo, volendo, si sprecano e su di essi ci si potrebbe fare un’enciclopedia a fascicoli.
    Il mio post voleva solo evidenziare come a sentire loro siano tutti comunque vincitori, loro… sarà?!?!
    In attesa poi che la sinistra capisca veramente qual'è il suo male, come cantava Gaber non ci rimane altra scelta che "fare finta di essere sani"...

    Grazie del passaggio e dell'intervento, a rileggerci ;-)

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  2. Condivido Francesco, non commento perche' penso leggerai il mio post
    di oggi. Un caloroso Saluto. Complimenti per i calcoli, mi hai risparmiato
    sicuramente un po' di tempo che dedichero' ad altro.

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  3. L'ho letto ed ho un grande rispetto per chi si astiene con coscienza vigile, diffido delle astensioni nel sonno.
    Poi occorre sfatare questa storia del cittadino che fa politica solo quando vota. Il cittadino, (o meglio l'uomo) può fare politica, se vuole ogni giorno: quando parla delle sue questioni di lavoro con chi sta accanto, quando tenta di dare una educazione ai propri figli, e in tante minute cose quotidiane. I partiti, (della sinistra contrariamente alla loro tradizione) hanno chiuso da tanto tempo le sezioni dove si faceva politica, magari accanto a un bicchiere di vino. Si lamentano poi del deserto che hanno contribuito a creare.
    saluti francesco

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  4. Caro Francesco
    Sono Federico, di The Social Mirror. Ho apprezzato molto il tuo commento e condivido la tua linea di analisi. Dopotutto sembra che tutti abbiano perso (forse tranne la Lega) e che, di fatto, è la politica stessa che è stata sconfitta.
    Aggiungo il link a questo blog sul mio blogroll, faresti altrettanto? Spero possiamo continuare a scambiare opinioni. Saluti.
    Federico http://thesocialmirror.wordpress.com/

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  5. Occorre proprio farla una riflessione sulla Lega e sul suo incremento di voti. Non è facile perché entrano in gioco diversi elementi: da un atteggiamento psicologico sul territorio a questioni legate legate all'ingresso di lavoratori stranieri, fino alle questioni fiscali di una piccola imprenditoria diffusa. E' difficile ma occorre a tutta la sinistra, non per imitare le parole d'ordine della Lega ma per ripensare a un percorso che la sinistra pare avere smarrito.
    saluti francesco

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