venerdì 2 luglio 2010

Intercettazioni, voce e pizzini



(immagine “Intercettazione” fotocomposizione © liborio mastrosimone http://libomast1949.blogspot.com/)

Per questo appunto, sono partito da questa immagine di una strana dama svelata.
Quale italiano potrebbe digerire di essere spiato in una conversazione telefonica con un amante? Chi ha un amante sicuramente no. Aggiungerei che anche un qualsiasi italiano medio che non ha mai avuto un’amante e che non l’avrà mai; dal punto di vista teorico non digerisce una simile possibile spiata. Se poi si arriva anche alla possibile pubblicazione delle frasi nei giornali: quei “cici coco e dimmi dimmi e che ti farei...”; ogni italiano che può solo avere una amante ipotetica si sente attaccato preventivamente. Da questo punto di vista i fautori di un limite drastico alle intercettazioni possono avere un consenso più vasto di quello che possiamo immaginare.
La preoccupazione dei cittadini, su cui ho bonariamente ironizzato, non è una preoccupazione mal posta: la difesa del privato e della riservatezza, fa parte dei diritti individuali, diritti preziosi e tutelati dalla stessa Costituzione italiana ed espressi con chiarezza nell’ Art. 15
La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili.
La loro limitazione può avvenire soltanto per atto motivato dell'Autorità giudiziaria con le garanzie stabilite dalla legge.
Nella recente storia del nostro paese attraverso le intercettazioni telefoniche si sono scoperti diversi reati ignobili, ma nel contempo c’è stata poca cura della magistratura nel mantenere riservati atti che dovevano essere coperti dal segreto istruttorio. Oggi con la nuova legge sulle intercettazioni si vuole stringere un nodo che può soffocare le indagini e nel contempo si tende a penalizzare i giornalisti che pubblicano le notizie connesse ai reati.

Ma i “nuovi e grandi” difensori “delle libertà” hanno veramente a cuore la riservatezza della sfera privata o sono spinti da altro?

Il telefono è uno strumento potente per far sentire la propria voce, si possono dare ordini timbrati ed autenticati dalla voce, si possono concludere velocemente contratti, si possono spostare capitali, il tutto con una semplice telefonata diretta. Si può fare sentire la confidenza, la vicinanza, la solidarietà, a persone legate da comuni interessi. Per chi detiene il potere rinunciare alle comunicazioni telefoniche riservate è come rinunciare ad una fetta di esercizio del potere stesso, quella che si può esercitare direttamente e senza mediazioni. Senza il telefono bisogna fare ricorso a uomini portavoce o a piccoli pezzetti di carta scritta, strumenti che possono diventare ben più pericolosi. Chi detiene il potere sarebbe ben disposto a mettere sotto controllo il telefono dei suoi sudditi ma non sopporta di avere le proprie comunicazioni telefoniche sotto controllo. In un sistema di potere diviso, dove il potere giudiziario ha un suo peso e una sua autonomia, chi detiene il potere politico arriva alla scelta del meno peggio e paradossalmente diventa più libertario degli stessi sudditi.

Il problema delle intercettazioni va visto dentro le dinamiche dell’esercizio del potere; infatti, si vogliono varare in parallelo dispositivi che possano limitare il potere giudiziario e l’informazione. Non c’è solo in campo la questione intercettazioni , ma la revisione degli equilibri del potere stesso. Quando, e se, il potere politico avrà messo sotto controllo il potere giudiziario potremmo assistere a un cambio di indirizzo; perché allora si intercetteranno solo sudditi impotenti.

Una legge sulle intercettazioni deve ispirarsi ad un giusto bilanciamento tra tutela della privacy, delle necessità delle indagini sulla criminalità e della libertà di informazione; giusto bilanciamento che è difficile da formulare sul piano normativo. Ma questo giusto equilibrio va perseguito per non distruggere l’autonomia del potere giudiziario e l’esercizio della libertà di stampa.
02/07/10 francesco zaffuto

2 commenti:

  1. Davvero un pezzo ottimo, forse uno dei migliori letti da quando seguo il blog, le considerazioni finali sono infatti davvero perfette, almeno secondo il mio punto di vista. A proposito di vedere... Hai visto il siparietto comico Fini/Bondi? Assurdo.

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  2. Li ho visti, l'aspetto comico apprezzabile. Quello che mi preoccupa, è che la domanda chiave della politica italiana possa diventare per i prossimi tre anni: "si sgancia o non si sgancia"

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