Una
talpa, illuminata dal desiderio di sacra verità o sacra vendetta, rivela i file
segreti di oltre 200 mila società offshore create dallo studio Mossack Fonseca
di Panama.
Certo, lo sapevamo che le Isole Caimans e Panama
erano paradisi fiscali e luoghi di riparo per ogni sorta di tesaurizzazione privata;
ma vedere i nomi di quelli che hanno il
tesoro fa un certo effetto.
Chi si
aspettava che un Putin e un Camerun non si fidassero di affidare i loro tesoretti
alla Russia e alla Gran Bretagna. Ad essi si aggiungono alti dirigenti cinesi,
il presidente ucraino Poroshenko, il re dell'Arabia Saudita, Salman bin Abdulaziz Al Saud e il
sovrano del Marocco Mohammed VI. E la lista dei nomi
promette di ingrossarsi a dismisura. Una grande internazionale della fuga dei
capitali, per evitare il fisco nel
proprio paese e per costruirsi una buona e sempre possibile residenza lontana
dal proprio paese; mentre magari nel proprio paese si gioca a fare la parte
degli integerrimi e si perseguitano i piccoli evasori.
Accanto a questi isospettabili uomini politici
non mancano uomini delle mafie e del cartello del traffico di droga. Non
mancano rispettabili industriali che si sono stancati di fare gli imprenditori
e che preferiscono il parassitismo finanziario. Non mancano poi gli arricchiti
fortunati che, per loro qualità e per le regole del
mercato, sono stati pagati in modo
esorbitante per le loro prestazioni: manager, calciatori, artisti, mediatori di
affari ecc..
Fra poco ci diranno che, tranne qualche caso
problematico, poi in fin dei conti, era tutto regolare e lentamente tenderanno a
stendere un velo fino alla totale dimenticanza, e ricominciare come se nulla
fosse.
Ma questo bubbone che sta facendo marcire il
pianeta non è solo un fatto di frode e di evasione, è proprio un bubbone
prodotto dalla grande ricchezza non investita e tesaurizzata. Anche il
cosiddetto denaro guadagnato onestamente,
ma in modo esorbitante, va a fare parte della massa di capitale
finanziario tesaurizzato, investito in speculazioni finanziarie e che non dà
alcun impulso a investimenti produttivi.
In un
mondo che abbonda di ricchezza e di spreco si stende e spande la miseria
diffusa dei diseredati; con il problema ancora
insoluto della fame di bambini denutriti
che fa arricciare il cuore.
Una volta c’era la lotta di classe, o almeno
si parlava di lotta di classe; oggi ci sono le appartenenze di religione, di
razza, di etnia. Su queste appartenenze ci hanno soffiato come su un fuoco
sulla paglia gli stessi grandi speculatori; non possiamo e non dobbiamo mai
dimenticare l’appoggio dato dagli USA all’integralismo islamico negli anni
ottanta. Sono riusciti a creare un’altra realtà, ed ora è diventata così grande
che gli è quasi scappata di mano. Si parla di guerre sante con i forzieri del
tesoro ben tenuti al riparo; ci sarà sempre un Hotel di lusso per ricchi in
qualche isola con il mare incontaminato, mentre il resto del mondo brucia nelle
fiamme della guerra e della miseria.
Ad una internazionale dei miliardari si può solo
rispondere con l’ Internazionale dei
diseredati capace di superare i conflitti
religiosi ed etnici, altrimenti è la fine.
Nessuna nostalgia però del passato, perché se
guardiamo nel passato scopriamo grandi errori: il comunismo statalista ha
fallito nel suo compito; il socialismo riformista si è fatto fagocitare dallo
stesso capitalismo finanziario.
L’etica dell’uomo nuovo non si può costruire
con prediche e neanche con tappe forzate. Va amata la libertà di ogni singolo
uomo ma va data dignità ai bisogni essenziali di ogni singolo uomo; va costruito faticosamente un cammino di
uguaglianza preservando beni essenziali come l’aria, l’acqua e la terra.
Non c’è una sola ricetta miracolosa; ogni uomo che ha un’idea e una ricetta la
sveli e la condivida, non abbia paura di confrontarla, non si faccia prendere
dalla superbia esercitata con la parola; la parola serve per comunicare ed è l’unico bene umano prezioso con cui cercare
la verità.
Francesco
Zaffuto
La miseria, o il suo spetto, convince molti a pensare solo a se stessi mentre la prima ed unica conquista dovrebbe essere il NOI... e da lì ripartire.
RispondiEliminaCondivido tutto della tua lucida analisi.
almeno NOI dovremmo ripartire da NOI
EliminaEcco, quelli che citi all'inizio sono per me gli autentici morti di fame, quelli che si mangiano il pianeta e non saranno mai sazi, perché la loro fame non ha fine. L'internazionale dei diseredati dici, vasto programma in un mondo senza progetti dove i diseredati sono dispersi come spray, senza alcuna fiducia nelle istituzioni e senza legami tra di loro. Le energie dei diseredati sono investite dagli stessi per attaccare chi sta peggio e ogni voce è diventata flatus vocis coperata da centinaia di tweet idioti e un selfie per autocelebrarsi...perdona questo sfogo ma non riesco più a immaginare grandi disegni, mi accontento di piccoli progetti se contribuire a istruire, curare e a dar da mangiare a un centinaio di bambini è un piccolo progetto. Ti saluto caro Francesco.
RispondiEliminauna miriade di piccoli progetti di cui tu parli potrebbe creare un movimento straordinario - ciao
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