giovedì 11 maggio 2017

Cassazione e prezzo del divorzio

Giustamente l’Ansa per commentare la notizia ha fatto ricorso alla locandina del vecchio film di Germi. 
Ebbene la notizia è una vera e propria novità sul piano giuridico. Da trenta anni in tema di assegno di mantenimento in seguito a divorzio si è fatto riferimento al parametro al  "tenore di vita matrimoniale". 
La Cassazione con una sua ultima sentenza fa rifermento al "parametro di spettanza" basato sulla valutazione dell'indipendenza o dell'autosufficienza economica dell'ex coniuge che lo richiede. Il matrimonio non è più la "sistemazione definitiva": sposarsi, scrive la Corte, è un "atto di libertà e autoresponsabilità". 
 Con la sentenza 11504 del 2017  ad avviso dei supremi giudici i tempi ormai sono cambiati e occorre "superare la concezione patrimonialistica del matrimonio inteso come 'sistemazione definitiva'" perchè è "ormai generalmente condiviso nel costume sociale il significato del matrimonio come atto di libertà e di autoresponsabilità, nonchè come luogo degli affetti e di effettiva comunione di vita, in quanto tale dissolubile".
"Si deve quindi ritenere - afferma la Cassazione - che non sia configurabile un interesse giuridicamente rilevante o protetto dell'ex coniuge a conservare il tenore di vita matrimoniale"..

Ovviamente questa sentenza farà attente le orecchie dei ricchi divorziati (esempio Berlusconi); ma per i poveri divorziati cambia poco perché nel loro caso il divorzio resta solo una disgrazia aggiuntiva nella propria vita.

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