Elezioni: 5 maggio ore 9,30: l’Italia rischia di
restare in una perenne campagna elettorale.
Non c’è stato
il temuto grande aumento del fenomeno astensione: i dati
conclusivi dei votanti si assestano al 73%, contro il 75,2 di cinque anni fa.
La
coalizione di destra tecnicamente vince con circa il 36% - ma nell’ambito di
questa affermazione la Lega è il maggior partito con circa il 18% e Forza
Italia segue con un debole circa 14%.
La
coalizione di sinistra tecnicamente perde con un circa 23% - ma nell’ambito
della coalizione il PD ottiene un magro circa 18%.
La
fondazione di sinistra LeU faticosamente supera fatidico 3% per
entrare in ambedue le Camere.
Altri piccoli gruppi politici, che si sono
presentati non in coalizione, vengono spazzati via dai risultati elettorali.
Geograficamente un’Italia al centro nord che
va alla destra e un’Italia del sud che va a cinque stelle, poche i luoghi d’Italia
dove resta prevalente il voto al centro sinistra.
Grande
entusiasmo tra i cinque stelle ovviamente. Ma per gli elettori che hanno
votato cinque stelle (anche io) nella
speranza di una grande spallata al vecchio sistema non può esserci un grande
entusiasmo; c’è una coalizione di destra (Berlusconi-Salvini-Meloni) con il suo
36% che dirà di avere vinto e chiederà di governare. Certo per il fare un
governo non sarà facile e la politica continuerà a parlare in Italia con i toni
aspri di una perenne campagna
elettorale. Gli italiani rischiano una crisi di nervi.
Francesco
Zaffuto
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