Il 17 e 18 aprile in Senato è prevista la votazione della modifica dell’art. 81 della Costituzione che intende introdurre il cosiddetto pareggio di bilancio, e cioè l’obbligo per lo Stato di pareggiare costi e ricavi. Tale dispositivo è un po’ la continuazione del Fiscal Compact (firmato il 2 marzo da Monti e altri patner europei) trattato che stabilisce che il deficit non dovrà superare in alcun modo il 3% del PIL. Il premier spagnolo Mariano Rajoy ha annunciato a Bruxelles che il suo governo si è posto un limite del 5,8%; «decisione sovrana», ha detto. Gran Bretagna e Repubblica Ceca non hanno aderito al trattato e in Olanda il dibattito politico sta ponendo un percorso di riflessione sull’euro. Uno scenario niente affatto unito.
Ma l’Italia con il suo governo e con una maggioranza bulgara è andata avanti.
(AGENPARL) - Roma, 06 mar - L'Aula della Camera approva, per la seconda volta, la proposta di legge sull'inserimento del pareggio di bilancio in Costituzione. La proposta passa con 489 voti favorevoli, 3 contrari e 19 astenuti. La modifica dell'art. 81 della Costituzione passa di nuovo al Senato per la quarta e ultima lettura.
L’opinione pubblica è stata catturata interamente dalle ultime vicende relative alla riforma del mercato del lavoro e della corruzione dei partiti; della riforma costituzionale dell’articolo 81 si è parlato ben poco, come se fosse qualcosa di ordinaria amministrazione. Si tratta in realtà di un evento di portata storica, una diminuzione delle prerogative dello Stato sovrano in ossequio ai trattati UE e di stabilità dell’Euro. In pratica una Europa nei fatti ancora non nata che detta vincoli agli stati sovrani.
Ecco la modifica all’art. 81
Il bilancio dello Stato rispetta l'equilibrio delle entrate e delle spese. Non è consentito ricorrere all'indebitamento, se non nelle fasi avverse del ciclo economico, nei limiti degli effetti da esso determinati, o per uno stato di necessità che non può essere sostenuto con le ordinarie decisioni di bilancio. Lo stato di necessità è dichiarato dalle Camere in ragione di eventi eccezionali, con voto espresso a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti.
I nuovi vincoli potrebbero essere giudicati comprensibili ma … non si potranno fare debiti per stimolare la “cosiddetta crescita” di cui continuano a parlare.
In una Europa dove la disoccupazione è diventata un fenomeno lacerante il FISCAL COMPACT doveva avere come punto di riferimento un EMPLOYMENT COMPACT, un trattato per l’occupazione. Un trattato capace di definire le percentuali di disoccupazione da considerare come limite non valicabile; capace di dettare minimi criteri di welfare per i disoccupati; capace di dettare norme contro il lavoro in nero; capace di creare banche dati per lo sviluppo dell’informazione sul lavoro. Se l’Europa non si pone un obbiettivo occupazionale la stessa Europa è a rischio frantumazione e l’Euro diventa un peso; le quadrature di bilancio diventeranno solo un esercizio contabile vuoto.
16/02/12 francesco zaffuto
AGGIORNAMENTO notizia - Il senato ha approvato la modifica
Immagine – un euro
"In pratica una Europa nei fatti ancora non nata che detta vincoli agli stati sovrani."
RispondiEliminaQualcuno già nato che detta vincoli c'è però.
Condivido il riferimento ad un trattato per l'occupazione..Questi comunque tirano dritti come delle ruspe, l'obbiettivo è altro, non c'e apertura ad una politica delle opportunità del lavoro..
RispondiEliminaSi pensa sempre ad altro meno che alla dignità ed al decoro dei cittadini.
RispondiEliminaBuona giornata
Insisto a pensare che occorra fare una vera Europa democratica. Diversamente comandano solo finanza e Germania.
RispondiEliminaè proprio così, con questa Europa "mezza nata" non andiamo da nessuna parte
EliminaDella questione del fiscal compact mi sono già occupato sul mio blog.
EliminaIl punto è che però la costruzione europea sotto il piano istituzionale è già andata così avanti ed in maniera distorta, che l'unico modo per avere prospettive di successo per un progetto federale europeo sta nell'abbandonare quello attuale, ci sta sotto tutta un'altra logica, così differente da quella che noi ci possiamo augurare che sarebbe vano tentare di correggere la tendenza attuale, si tratta proprio di azzerare e ricominciare daccapo.
A Vincenzo,
Eliminaricominciare da capo sarebbe la cosa migliore; ma la difficoltà diventa: quali componenti politiche nuove legate ad idee condivise di giustizia sociale?
Francesco, apprezzo la tematica che vuoi introdurre, ma che ci porterebbe lontano. Intanto, dovremmo evitare di costruire strutture istituzionali che possano costituire una gabbia per lo sviluppo della democrazia in europa, oggi a me pare questo il problema più urgente. Sulla politica, facciamo ancor ain tempo a dividerci, ma sulle istituzioni rischiamo solo di impiccarci per sempre.
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