23/01/01
La Corte Suprema USA (il 21/01/10) ha stabilito che non si può porre nessun limite alle “donazioni” delle aziende ai partiti durante le campagne elettorali. Per la Corte porre un limite significa violare il Primo Emendamento della Costituzione americana. La decisione dell'Alta Corte è stata presa a maggioranza: cinque giudici hanno votato a favore e quattro hanno votato contro.
Il primo emendamento della Costituzione USA così recita:
« Il Congresso non può fare leggi rispetto ad un principio religioso, e non può proibire la libera professione dello stesso: o limitare la libertà di parola, o di stampa; o il diritto delle persone di riunirsi pacificamente in assemblea, e di fare petizioni al governo per riparazione di torti »
I l primo emendamento della Costituzione USA vuole tutelare la libertà dei singoli nel loro associarsi ed esprimersi per influire sulla vita politica; ma se alcune centinaia di singoli, associati tra loro sulla base della loro potenza economica, sono molto più influenti di milioni di singoli, si viene a determinare una condizione di dominio.
Dato il carattere generale del primo emendamento, l’interpretazione assume un carattere molto vasto. In passato la stessa Corte aveva accettato un limite ai finanziamenti ed aveva interpretato il primo emendamento in modo completamente diverso. La sentenza odierna, di fatto, spazza via dieci anni di tentativi di porre limiti alle donazioni delle aziende. Un vibrato dissenso è stato espresso perfino da un giudice repubblicano moderato, John Paul Stevens (scelto da Gerald Ford nel 1975). Stevens ha definito «un grave errore» equiparare la libertà di espressione dei cittadini con quella delle grandi imprese o associazioni d'imprese. Per Stevens «la sentenza rappresenta un cambiamento radicale della legge e ignora la volontà della grande maggioranza dei giudici che, negli anni, hanno servito la Corte».In un suo intervento l’ex senatore Bob Kerrey ha usato un esempio: l'influenza che una società unica come Exxon Mobil potrebbe esercitare nei settori dell'energia e sul clima. "With $85 billion in profits during the 2008 election, Exxon Mobil would have been able to fully fund over 65,000 winning campaigns for US House or outspend every candidate." Con 85 miliardi di dollari di utili, Exxon Mobil sarebbe stato in grado di finanziare completamente oltre 65.000 campagne vincenti per la Camera degli Stati Uniti.
La Sentenza pone in evidenza le difficoltà che avrà Obama per proseguire il suo cammino; un fiume di dollari sicuramente si opporrà per un sua rielezione alla fine del mandato.
Ma questa sentenza pone ancora una volta, a livello di tutta la società occidentale, la questione dell’autonomia della sfera politica da quella economica. La sfera economica riesce a condizionare quella politica con i suoi finanziamenti diretti e indiretti nelle campagne elettorali, nella fondazione e nel sostegno ai partiti, e nel sostegno a singoli candidati. Il caso italiano di un intervento diretto in politica di un grande imprenditore è stato imitato recentemente in Cile, ma a prescindere da un intervento diretto le capacità di condizionamento restano estremamente forti per determinare gli indirizzi in politica economica.
L’unico antido di contrasto a questa grande capacità di influenza delle grandi aziende monopolistiche sono gli organismi sindacali dei lavoratori; nei fatti in passato le grandi organizzazioni sindacali hanno esercitato la loro influenza in decisioni economiche con la minaccia di esercitare un indirizzo di voto verso la massa dei loro associati. Oggi questo stesso antidodo è fortemente in declino perché la massa degli associati agli organismi sindacali è influenzabile sul piano politico dalle campagne dei massmedia. L’associato a un sindacato nei suoi comportamenti elettorali tende a non seguire le indicazioni sindacali e si lascia spesso condizionare dalle interpretazioni della cosiddetta “opinione pubblica”. Lo stesso sindacato, per evitare di perdere propri iscritti, cerca di limitare al massimo le sue esplicitazioni in momenti elettorali. Di conseguenza le esplicitazioni sono fatte da giornali, TV, e altri organismi di supporto pubblicitario, che trovano il finanziamento nelle forti lobby di finanzieri e industriali. La stessa grande crisi dei delle componenti politiche della cosiddetta “sinistra” è da individuare in queste nuove dinamiche prevalenti.
Il cosiddetto finanziamento pubblico ai partiti voleva costruire una autonomia della sfera politica da quella economica. In Italia, contrariamente agli esiti referendari, si è andati verso questa strada: i candidati eletti godono di appannaggi considerevoli e i partiti godono di un rimborso delle cosiddette spese elettorali misurati sulla base di una somma procapite in ragione dei voti ottenuti. Ma a queste decisioni normative di finanziamento pubblico non si è accompagnata una normativa sufficiente in merito al conflitto di interessi. Di conseguenza alla politica arriva un finanziamento pubblico e permane, attraverso finanziamenti più o meno occulti, tutta l’influenza della sfera economica.
Oggi, lo stesso Obama indica che la concentrazione bancaria in USA ha portato a costruire un sistema perverso. Noi in Italia scontiamo le conseguenze di una concentrazione economica di banche, di settori industriali, e di televisioni.
Non è facile emanare dispositivi che riescano a garantire insieme libertà dei singoli e autonomia della sfera politica, in un contesto dove l’accumulo di ricchezza può arrivare a livelli spropositati. E’ una strada difficile, ma solo percorrendo questa strada difficile possiamo arrivare ad un qualche risultato che riconosca dignità e libertà all’uomo che vive di poche cose.
Il primo emendamento della Costituzione USA così recita:
« Il Congresso non può fare leggi rispetto ad un principio religioso, e non può proibire la libera professione dello stesso: o limitare la libertà di parola, o di stampa; o il diritto delle persone di riunirsi pacificamente in assemblea, e di fare petizioni al governo per riparazione di torti »
I l primo emendamento della Costituzione USA vuole tutelare la libertà dei singoli nel loro associarsi ed esprimersi per influire sulla vita politica; ma se alcune centinaia di singoli, associati tra loro sulla base della loro potenza economica, sono molto più influenti di milioni di singoli, si viene a determinare una condizione di dominio.
Dato il carattere generale del primo emendamento, l’interpretazione assume un carattere molto vasto. In passato la stessa Corte aveva accettato un limite ai finanziamenti ed aveva interpretato il primo emendamento in modo completamente diverso. La sentenza odierna, di fatto, spazza via dieci anni di tentativi di porre limiti alle donazioni delle aziende. Un vibrato dissenso è stato espresso perfino da un giudice repubblicano moderato, John Paul Stevens (scelto da Gerald Ford nel 1975). Stevens ha definito «un grave errore» equiparare la libertà di espressione dei cittadini con quella delle grandi imprese o associazioni d'imprese. Per Stevens «la sentenza rappresenta un cambiamento radicale della legge e ignora la volontà della grande maggioranza dei giudici che, negli anni, hanno servito la Corte».In un suo intervento l’ex senatore Bob Kerrey ha usato un esempio: l'influenza che una società unica come Exxon Mobil potrebbe esercitare nei settori dell'energia e sul clima. "With $85 billion in profits during the 2008 election, Exxon Mobil would have been able to fully fund over 65,000 winning campaigns for US House or outspend every candidate." Con 85 miliardi di dollari di utili, Exxon Mobil sarebbe stato in grado di finanziare completamente oltre 65.000 campagne vincenti per la Camera degli Stati Uniti.
La Sentenza pone in evidenza le difficoltà che avrà Obama per proseguire il suo cammino; un fiume di dollari sicuramente si opporrà per un sua rielezione alla fine del mandato.
Ma questa sentenza pone ancora una volta, a livello di tutta la società occidentale, la questione dell’autonomia della sfera politica da quella economica. La sfera economica riesce a condizionare quella politica con i suoi finanziamenti diretti e indiretti nelle campagne elettorali, nella fondazione e nel sostegno ai partiti, e nel sostegno a singoli candidati. Il caso italiano di un intervento diretto in politica di un grande imprenditore è stato imitato recentemente in Cile, ma a prescindere da un intervento diretto le capacità di condizionamento restano estremamente forti per determinare gli indirizzi in politica economica.
L’unico antido di contrasto a questa grande capacità di influenza delle grandi aziende monopolistiche sono gli organismi sindacali dei lavoratori; nei fatti in passato le grandi organizzazioni sindacali hanno esercitato la loro influenza in decisioni economiche con la minaccia di esercitare un indirizzo di voto verso la massa dei loro associati. Oggi questo stesso antidodo è fortemente in declino perché la massa degli associati agli organismi sindacali è influenzabile sul piano politico dalle campagne dei massmedia. L’associato a un sindacato nei suoi comportamenti elettorali tende a non seguire le indicazioni sindacali e si lascia spesso condizionare dalle interpretazioni della cosiddetta “opinione pubblica”. Lo stesso sindacato, per evitare di perdere propri iscritti, cerca di limitare al massimo le sue esplicitazioni in momenti elettorali. Di conseguenza le esplicitazioni sono fatte da giornali, TV, e altri organismi di supporto pubblicitario, che trovano il finanziamento nelle forti lobby di finanzieri e industriali. La stessa grande crisi dei delle componenti politiche della cosiddetta “sinistra” è da individuare in queste nuove dinamiche prevalenti.
Il cosiddetto finanziamento pubblico ai partiti voleva costruire una autonomia della sfera politica da quella economica. In Italia, contrariamente agli esiti referendari, si è andati verso questa strada: i candidati eletti godono di appannaggi considerevoli e i partiti godono di un rimborso delle cosiddette spese elettorali misurati sulla base di una somma procapite in ragione dei voti ottenuti. Ma a queste decisioni normative di finanziamento pubblico non si è accompagnata una normativa sufficiente in merito al conflitto di interessi. Di conseguenza alla politica arriva un finanziamento pubblico e permane, attraverso finanziamenti più o meno occulti, tutta l’influenza della sfera economica.
Oggi, lo stesso Obama indica che la concentrazione bancaria in USA ha portato a costruire un sistema perverso. Noi in Italia scontiamo le conseguenze di una concentrazione economica di banche, di settori industriali, e di televisioni.
Non è facile emanare dispositivi che riescano a garantire insieme libertà dei singoli e autonomia della sfera politica, in un contesto dove l’accumulo di ricchezza può arrivare a livelli spropositati. E’ una strada difficile, ma solo percorrendo questa strada difficile possiamo arrivare ad un qualche risultato che riconosca dignità e libertà all’uomo che vive di poche cose.
francesco zaffuto
(immagine “uomo con poche cose” acquarello © francesco zaffuto link Uomo con poche cose)
Ci hanno impacchettato, come hanno ritenuto opportuno.
RispondiEliminaCi hanno fatto assaggiare un pò di benessere, ci hanno illusi,
raggirati, con il favoreggiamento della politica corrotta.
Ora, non si può più pensare ad una riforma del sistema, come , qualcuno,
ancora ci vuole far credere. Il mondo ha avuto l'occasione, non la saputa
cogliere, ed eccoci in questo baratro senza ritorno
Gli USA, prima fronteggiavano il pericolo rosso......ora si preparano alla loro,
sopravvivenza dalla catastrofe planetaria, di cui sono i massimi responsabili. Noi, come sempre, anche stavolta, adegueremo le nostre
leggi alle loro (quelle peggiori). L'unica speranza è riposta, sugli
uomini che non hanno mai smesso di lottare, nella vita, è sono tanti,
tanti tanti, che sicuramente gli ritarderanno, finchè potranno, il banchetto finale.
>>>IL VALORE DINAMICO ED ESPANSIVO DI ESSO, APPARIRA', TANTO
MAGGIORE, QUANTO PIU' LA SITUAZIONE E' TORBIDA E SCARSI SONO
I MEZZI DEL NUOVO PARTITO CHE SI PRESENTA SUL CAMPO GENERALE
DELLA POLITICA ITALIANA>>>>A. GRAMSCI 1921.