29/01/10
Il mancato riversamento di 90 milioni di euro di tributi
Il 27 gennaio il TAR del Lazio ha cancellato definitivamente la società Tributi Italia dall’albo degli esattori.
Ancora non è decollato il federalismo fiscale e i Comuni mostrano tutta la loro incapacità nel gestire la raccolta del pagamento di imposte e tasse. Quando si tratta di stabilire l’entità delle addizionali, ICI e TARSU, gli amministratori fanno la loro politica; ma quando si tratta di riscuotere materialmente i tributi preferiscono rivolgersi a TERZI, agli ESPERTI della riscossione, ai grandi GABELLIERI o come meglio si fanno chiamare grandi ESATTORI.
Questi esattori guadagnano un’esosa percentuale sull’entità delle tasse pagate dai cittadini; nel migliore dei casi si limitano a guadagnare l’esosa percentuale, in qualche caso ritardano notevolmente nei versamenti lucrando interessi in altri affari, e in qualche caso non versano più.
Ecco il caso della società Tributi Italia: ai primi di dicembre con notizie che sulla stampa, stranamente, hanno avuto poco risalto, si apprende che: comuni del calibro di Bologna, Bergamo, Bari, Cagliari, insieme a circa altri 500 comuni sparsi in tutta Italia si sono affidati alla Tributi Italia per incassare le imposte locali; detta società non ha riversato ai comuni qualcosa come 90 milioni di euro.
Il bubbone era venuto fuori da una denuncia a Nettuno (Roma), e con le successive indagini della Guardia di finanza che hanno portato, nell’aprile 09, all'arresto per peculato di Giuseppe Saggese, il patron di Tributi Italia, creatore di un sistema «a scatole cinesi» che nell'ultimo decennio gli ha consentito di avere rapporti (spuntando aggi molto alti sui riscossi per i comuni, fino al 30%).
http://rassegnastampa.mef.gov.it/mefeconomica/View.aspx?ID=2009120114355379-1Il bubbone era venuto fuori da una denuncia a Nettuno (Roma), e con le successive indagini della Guardia di finanza che hanno portato, nell’aprile 09, all'arresto per peculato di Giuseppe Saggese, il patron di Tributi Italia, creatore di un sistema «a scatole cinesi» che nell'ultimo decennio gli ha consentito di avere rapporti (spuntando aggi molto alti sui riscossi per i comuni, fino al 30%).
Il Governo corre subito ai ripari, e con una decisione del Ministero dell’economia, sospende dall’Albo degli esattori la società. La società Tributi Italia fa ricorso al TAR del Lazio.
Il 27 gennaio il TAR, con la sentenza numero 1009/2010 (presidente Luigi Tosti, consigliere estensore Silvestro Maria Russo, consigliere Giampiero Lo Presti), ha respinto il ricorso della società di riscossione avverso la cancellazione della stessa dall'albo dei soggetti abilitati alla riscossione.
La decisione del Tar, dunque, complicherà le attività di riscossione nei comuni dove nonostante tutto continuava ad operare la società esattrice. Il sindaco di Fasano, ad esempio, ha dichiarato: “Nei prossimi giorni valuteremo il da farsi – dichiara il sindaco Lello Di Bari - Non è escluso che ricorreremo all’affidamento temporaneo del servizio ad un’altra società esterna per poi decidere con calma il da farsi”.
La prima dichiarazione a caldo di Giuseppe Saggese (amministratore di Tributi Italia) è stata: «Abbiamo perso e tutto adesso diventa terribilmente difficile. E’ assurdo, perché avevamo le carte in regola per risalire la china, fare un piano di rientro e pagare i dipendenti. Adesso resta l’esile speranza del Consiglio di Stato. Ma il vero problema è che, cancellati dall’Albo, non possiamo fare il nostro lavoro».http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/p/levante/2010/01/28/AMXxyIKD-tributi_italia_boccia.shtml
La società Tributi Italia trascinerà nelle difficoltà i suoi dipendenti in tutta Italia, circa ottocento, che da già da qualche mese lavorano senza stipendio, e che si stanno organizzando sindacalmente prima di arrivare al pronunciamento del Tribunale fallimentare di Roma.http://www.riviera24.it/articoli/2010/01/29/77766/tributi-italia-incerto-il-futuro-dei-dipendenti-dellorefice-fisascat-garanzie-per-lavoratori
MA DOVE SONO FINITI I 90 milioni di euro incassati e mai versati? Si riuscirà a venire a capo di questo mistero o passeranno due anni e poi tutto, chissà, se ci sarà il processo breve, si sistemerà?????
Per fare un richiamo di memoria su quanto potenti possono diventare i gabellieri e quanto possano essere ammanicati con gli aspetti più perversi del potere vi consiglio di aprire questo link che richiama la storia dei fratelli Salvo
Ma i nostri comuni, sanno che esistono i computer?
Sanno che possono assumere un paio di impiegati comunali?
Sanno che possono costruire loro stessi un ufficio di riscossione?
Sanno che possono consorziarsi magari con un comune vicino?
Hanno valutato i costi di una riscossione in proprio in confronto alla percentuale richiesta dai gabellieri?
Vogliono costruire insieme ai gabellieri il nuovo federalismo fiscale?
francesco zaffuto
Tributi Italia. L'editoriale di Raffaele Domenico Ricchiuti
RispondiEliminaData pubblicazione 08/02/2010
Autore ufficio stampa
Riscuoteva ma non riversava: e’ quanto ha fatto la TRIBUTI ITALIA S.p.A., causando danni per un ammontare di circa 90 milioni, spalmati su 135 Comuni dello Stivale ed è la ragione per cui la citata società è stata cancellata dall’Albo Ministeriale dei soggetti abilitati alla riscossione ed all’accertamento dei tributi locali presso il Dipartimento delle Finanze.
La decisione, assunta dalla Commissione presso il Ministero delle Finanze, ha posto fine ad una vicenda che ha dell’incredibile, al punto da essere definita "il crack Parmalat in versione tributaria".
L’indovinato slogan, riportato in cronaca dal Corriere della Sera l'11.01.2010 (n.d.r) è stato coniato da Raffaele Ricchiuti, Sindaco del Comune di Ferrandina, uno tra i tanti, danneggiati dalla colossale truffa.
Nel merito il Primo cittadino lucano ritiene doveroso con la presente nota denunciare la scellerata gestione amministrativa di chi ha consentito l’ingresso dell’allora SAN GIORGIO S.p.A. (divenuta successivamente TRIBUTI ITALIA S.p.A.) nel sistema di riscossione dei Comuni lucani, nel caso in specie di quello di Ferrandina, dove solo a pochi mesi dalla stipula del contratto di convenzione, si sono manifestate gravi inadempienze nello svolgimento del servizio.
Ricchiuti sottolinea inoltre che, subito dopo avere personalmente visitato i bilanci societari (maggio 2008) si era accorto del forte indebitamento e della grave tensione finanziaria creatasi. Pertanto, considerata la gravità della stessa, ritenne opportuno investire della questione gli Organi competenti, provocando una reazione a catena di tutti gli altri Sindaci cointeressati, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
Al contempo desidera ribadire (avendola precedentemente manifestata in più occasioni) la propria ed assoluta fiducia nell’operato della Magistratura, augurandosi che la stessa, così come è stata giustamente solerte nell'autorizzare, prima, la “sospensiva” del provvedimento ministeriale di cancellazione dall'albo e nel rigettare il ricorso, poi (in data 26 gennaio 2010), decidendone il merito e revocando la “sospensiva” stessa, lo sia altrettanto nel decidere sulle varie istanze di fallimento presentate a carico di TRIBUTI ITALIA (valutando anche le ipotesi del reato di bancarotta fraudolenta!), sulle responsabilità penali, amministrative e contabili del management aziendale e di tutti coloro che, a vario titolo, per il loro modus operandi si sono resi negli anni corresponsabili ed hanno operato “a copertura” di un tale raggiro.
Nel rivorgersi al Governo chiede che questi emani un urgentissimo provvedimento legislativo che ristori i Comuni che sono stati danneggiati dal "maltolto" e che trovansi già in predissesto finanziario.
Infine fa appello ai media, affinché attraverso una incisiva campagna di stampa e televisiva, sensibilizzino l'opinione pubblica e le Istituzioni a tutti i livelli.