giovedì 4 febbraio 2010

Welfare - Retribuire la disponibilità al lavoro


04/02/10

E’ passato tutto il 2009 e già siamo al secondo mese del 2010 e niente di nuovo per il Welfare. Da parte del Governo non ci sono proposte innovative e neanche da parte sindacale. Intanto aumenta la disperazione di chi è sprovvisto di ogni aiuto ed aumenta la sacca del lavoro nero.

Chi cerca un lavoro non dovrebbe essere più chiamato disoccupato, ma “lavoratore disponibile al lavoro”, una ricchezza umana in potenza per la stessa società.

Dopo i periodi previsti di cassa integrazione i lavoratori debbono poter accedere ad un istituto normativo di disponibilità al lavoro dipendente che non può avere una scadenza.

All’istituto normativo di disponibilità al lavoro dipendente debbono poter accedere anche lavoratori in cerca di prima occupazione.

L’istituto di disponibilità al lavoro va costruito tramite l’iscrizione a liste di pubblico collocamento.

Ai lavoratori in attesa di disponibilità al lavoro e iscritti alle liste va riconosciuta una retribuzione pari almeno al 70% della paga base di un operaio in attività.

La retribuzione dei lavoratori in disponibilità al lavoro verrebbe a cessare con la presa di servizio e in caso di rinuncia alla presa di servizio.

Le ditte datrici di lavoro, potranno se vogliono continuare ad assumere con chiamata diretta, solo se ricorreranno per le chiamate di assunzione alle liste pubbliche di collocamento potranno godere di benefici contributivi e fiscali.

I lavoratori in disponibilità al lavoro in attesa di collocamento non potranno prestare alcuna forma di lavoro dipendente in nero; potranno dedicarsi a qualche forma di attività saltuaria autonoma e sempre regolarmente dichiarata; potranno inoltre optare per la scelta continuativa di lavoro autonomo ricevendo un bonus per inizio di attività di piccola impresa e rinunciando alla retribuzione per disponibilità.

I benefici che ne può trarre la società dal perseguimento di queste misure sono: stabilizzazione della domanda interna di beni di consumo; diminuzione delle sacche sociali di illegalità e lavoro nero con conseguente aumento delle entrate fiscali.

Il costo di questo istituto normativo sarebbe molto contenuto ed avrebbe benefici sociali superiori all’attuale indennità di disoccupazione.

E’ evidente che questa proposta va perfezionata per tutto quello che concerne il funzionamento e l’organizzazione delle liste di pubblico collocamento, ma non mancano oggi strumenti informatici per mettere a punto un buon sistema.
La questione essenziale è cominciare ad operare nel solco del riconoscimento del lavoratore disoccupato non come oggetto di carità sociale ma come soggetto che dignitosamente è disponibile al lavoro e chiede una retribuzione per questa disponibilità.
francesco zaffuto
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(immagine – “meditazione sulla strada rossa” olio su tela © francesco zaffuto link Meditazioni )

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