I tre Big: Renzi ha già detto che ha vinto e che
l’astensionismo è un fatto secondario, Berlusconi sta tardando a parlare, Grillo
dal suo blog ci fa sapere
“Un
dato per tutti: l'astensionismo non ha
colpito il M5S”
Poi passa a confrontare i voti ottenuti nelle due
elezioni regionali in Emilia Romagna
regionali 2010 6% 126.619 voti
regionali 2010 6% 126.619 voti
regionali 2014
13,26% 159.456 voti
L’arguto politico non
intende confondere le elezioni regionali con quelle politiche e di conseguenza
sentenzia che i suoi voti sono aumentati.
Potrebbe dire che trattasi di aumento anche per i risultati in
Calabria dove passa da uno 0 per la
lista non presentata a un 5,39% con 14.485 voti.
Ma ci sono state altre elezioni, quelle recenti europee di maggio e quelle politiche del vicino 2013, con ben altra musica.
Ma ci sono state altre elezioni, quelle recenti europee di maggio e quelle politiche del vicino 2013, con ben altra musica.
Ebbene nelle politiche del 2013 i voti in Emilia Romagna erano per
il Movimento 5 stelle alla Camera il 24,65% ben 658.475 voti
alle elezioni europee di maggio 2014 erano il 19,23% ben 443.936
voti
In Calabria nelle politiche del 2013 erano il 24,86% ben 232.811 voti
nelle europee del maggio 2014 erano il 21,50% ben 160.828 voti.
Le persone che sono andate a votare in quei due appuntamenti
elettorali (politiche 2013 ed europee 2014) erano persone abitanti dell’Emilia Romagna e
della Calabria, non erano altre persone e potevano benissimo votare per le
regionali per il movimento 5 stelle, hanno preferito non farlo.
Quelle persone, se si
confrontano i dati con i migliori risultati del 2013 sono:
658.475 (persone emiliane e romagnole)
232.811(persone calabresi)
891.286 (totale persone che nel 2013 votarono M5S)
Gli attuali votanti sono 159.456 + 14.485 = per un totale di 173.941
Quindi 891.286 - 173.941= Il risultato è di meno 717.345 Persone.
Non mi piace di fare il censore del Movimento 5 Stelle, è stato un
movimento sul quale in tanti abbiamo riposto speranze. Il risultato del 2013
era straordinario, ma quando si vince e si preferisce rinviare le
responsabilità politiche derivanti dalla
vittoria si paga un prezzo. La realtà, dopo le elezioni del 2013, imponeva un patto per un governo di sinistra
con l’appoggio di 5stelle, un patto magari per fare solo una cosa: il reddito
minimo per chi è disoccupato. A quella necessità storica non si è voluto
rispondere, si è determinato l’isolamento del Movimento 5 stelle, l’operazione
di ripescaggio di Berlusconi, il governo Letta, l’elezione di Napolitano e poi
la successiva ascesa di Renzi. Oggi è miserrimo dire che l’astensionismo non ci
tocca, ne sanno qualcosa quei lavoratori disoccupati che hanno scelto di non
votare e ne sanno qualcosa anche quelli che hanno scelto di votare nonostante
tutto.
24/11/14
francesco zaffuto
Immagine – struzzo con testa dentro la sabbia
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