martedì 4 novembre 2014

Operatori del mondo lavoro

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Operatori del mondo lavoro
“C'è l'idea di fare del mondo del lavoro il luogo dello scontro. L'idea di mettere gli uni contro gli altri gli operatori del mondo del lavoro. È una delle idee - aggiunge - che ha bloccato l'Italia in questi anni. Dividendo magari l'Italia del lavoro e quella dei padroni. Io sono qui a dire che non c'è una doppia Italia. C'è un'Italia una e indivisibile.
Sono frasi pronunciate a Brescia, nella giornata del 3 novembre 2014,  da Matteo Renzi  Presidente del Consiglio e Segretario del più grande partito della sinistra.
Se quello che viene prodotto non viene venduto operaio e imprenditore si possono trovare nella stessa barca e arrivare ambedue alla disperazione.
Si può negare che un imprenditore sia anche un lavoratore? Certo che no, ma c’è una piccola differenza: l’operaio lavora per il salario e l’imprenditore lavora per il profitto. Se il salario cresce il profitto può anche diminuire.
 Non c’è più il padrone?  Diciamo che esistono più figure:
abbiamo ancora qualche imprenditore che è il padrone in toto di una fabbrica;
abbiamo manager (amministratori delegati e quadri di alto livello) che guadagnano più dei padroni e comandano più dei padroni;
abbiamo azionisti che controllano attraverso i pacchetti azionari tante società e riescono a nominare gli amministratori che vogliono,  e abbiamo tantissimi piccoli azionisti che pensano di essere padroni e che si possono ritrovare con azioni che valgono meno di un pugno di mosche;
abbiamo finanziatori (spesso banche) che possono togliere il finanziamento da un momento all’altro e lasciare le aziende in grave difficoltà;
abbiamo finanzieri che trasferiscono ricchezze ogni giorno in base ad uno scostamento di borsa determinando disastri, e abbiamo anche quelli che si trasferiscono  in paradisi fiscali;
abbiamo anche usurai collusi con la mafia;
abbiamo imprenditori che pagano le tasse e i contributi e imprenditori che evadono,  tra gli evasori stessi abbiamo quelli che evadono per sopravvivere e quelli che evadono per aumentare le proprie ricchezze.
Tra gli operai è più semplice: ci sono quelli che guadagnano un po’ di più e quelli che guadagnano poco ma trattasi sempre di salario. Ma la distinzione più grossa è tra quelli che il lavoro ce l’hanno e quelli che non ce l’hanno. Tra quelli che possono percepire un minimo di cassa integrazione e quelli che non percepiscono nulla. Poi ci sono quelli che non sono mai riusciti a trovare un lavoro, quelli che sono disoccupati da giorni e quelli che lo sono da anni, e infine ci sono quelli che se ne sono andati.
La situazione nel mondo del lavoro è complessa, le differenze esistono, gli appelli retorici  non portano da nessuna parte, e non è fondando una nuova ideologia panpatriottica  che si può uscire da questa crisi.
 Si può concordare Presidente con la sua idea di modificare l’IRAP togliendo il peso del costo del lavoro, è una buona scelta; ma Lei si è giocato diversi miliardi per l’operazione 80 euro ed è pronto a giocarsi altri miliardi con il bonus bebè (operazioni elettorali), in pratica ha speso tutti i soldi che potevano servire per fare un primo passo per un welfare generalizzato. Di che cosa sta parlando Presidente quando dice di commuoversi per i disoccupati?

04/11/2014 francesco zaffuto

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