In questi giorni si sta ricominciando a parlare di legge elettorale e puntualmente si parla di sbarramenti. Ogni partito si tira i conti, in base alla misura di se stesso, e comincia ad individuare un sistema di sbarramento per impedire l’accesso a componenti più piccole di lui; se il partito pensa di superare il 5% ovviamente il dannoso piccolo misura il 4%, ma se il partito pensa di superare il 6% il dannoso piccolo è 5%.
Alla meccanica dello sbarramento si attribuiscono poteri salvifici di governabilità; si spingono all’unità forzata componenti che poi rivelano successive spaccature, ma tanto il traguardo della sedia parlamentare è stato raggiunto.
Se pensiamo a uno sbarramento del 4%, una componente politica che raccoglie più di 1.000.000 voti su tutto il territorio nazionale resta fuori del Parlamento. Che senso ha tenere in piedi un Parlamento con 900 parlamentari quando un milione di cittadini non possono esprimente un rappresentate delle proprie idee?
Eppure la soluzione, ragionando accademicamente, c’è ...
Un Parlamento con una sola camera di 300 deputati (un solo Parlamento, buttando alle ortiche l’ipotesi di un senato delle regioni che sarebbe solo in grado di aumentare i contrasti e i conflitti di competenza).
Solo 300 parlamentari di cui: 150 da eleggere con collegio uninominale secco e gli altri 150 da eleggere con collegio unico nazionale applicando la proporzionale pura. Dividendo l’Italia in 150 collegi elettorali uninominali si viene ad avere una maggioranza di eletti su base territoriale appartenenti ai gruppi politici più radicati nel territorio del paese, maggioranza che verrebbe suffragata con quella proveniente dagli eletti con il collegio unico nazionale; ci sarebbe meno frantumazione e nel contempo si verrebbe ad assicurare una rappresentanza in Parlamento a tutti i gruppi anche minoritari.
11/02/12 francesco zaffuto
Immagine – aula del Parlamento
il presente articolo per problemi tecnici di inserimento è stato inserito sul blog due volte - alcuni commenti potrebbero trovarsi sul precedente post che non è stato eliminato
Io sono per meno parlamentari e per il doppio turno in sistema a collegi uninominali, anche corretto come mi sembra dica tu, ma con il doppio turno, che, secondo me, incentiva di più la riflessione degli elettori.
RispondiEliminaad Adriano
Eliminatutto quello che può incentivare la riflessione può essere utile; se in un collegio uninominale un candidato non raggiunge il 51% dei voti si può passare al doppio turno. Qui mi sono limitato ad un abbozzo; è evidente che per gli eletti con il collegio unico nazionale va prevista la preferenza, da indicare per almeno due candidati, visto che spesso la figura del capolista diventa catalizzatrice. Una buona legge elettorale che si cura della rappresentatività e della governabilità può essere trovata, ma occorre mettere da parte gli interessi di bottega e pensare all’interesse comune di una società ordinata e solidale.
saluti
Cos'è, hanno smesso di perseguitare me e colpiscono te?
RispondiEliminaIntoppi seccanti, ne so qualcosa.
Faccio bis con il saluto.
a gattonero
Eliminaè stato solo un mio errore di inserimento