Come non dare atto al Ministro De Paola che sta tentando una cospicua riduzione degli armamenti militari: gli F35 passano da 131 a 90, promette anche di tagliare su generali, colonnelli, marescialli e caserme in disuso. Per fare digerire i suo tagli ha citato perfino Gramsci: «Come disse Gramsci per essere cosmopoliti bisogna prima avere una patria. Per essere più europei nella Difesa domani bisogna essere più italiani oggi. Questa riforma è necessaria e non può più attendere».
Potrei essere d’accordo con lui ma preferisco fare quattro conti: ogni F35 costa 80 milioni di euro, quindi basta moltiplicare per 90 e diventano 7.200 milioni di euro, una mezza finanziaria
Dove ce li mettiamo questi 90 affusolati aviogetti o a chi intendiamo destinarli? Certo il ministro se ne poteva uscire con la vecchia frase latina, “Si vis pacem, para bellum”, avremmo capito la trombonaggine guerriera. Ma il ministro ha, invece, giustificato i 90 F35 in questo modo: «questo programma è stato riesaminato come gli altri, ma rimane un impegno importante dal punto di vista tecnologico industriale, delle capacità produttive e occupazionali». Questa giustificazione è inaccettabile, non possiamo pensare che per fare avanzare la tecnologia abbiamo bisogno di tali supposte, non possiamo pensare che per fare aumentare l’occupazione abbiamo bisogno delle armi. La tecnologia deve avanzare nella ricerca energetica delle fonti alternative, nel combattere la fame nel mondo, nel riciclo dei rifiuti, nella bonifica dei territori che sono stati disastrati da un cieco industrialismo e si possono creare milioni di posti di lavoro dalle mani pulite, non possiamo assolutamente pensare di uscire dalla crisi con la stampella della tecnologia di guerra. Si vis pacem, para panem.
16/02/12 francesco zaffuto
Immagine – colomba della pace
Non capisco questa folla corsa agli armamenti.
RispondiEliminainutile spesa...del resto anche la Grecia costretta a riarmarsi dalla commesse tedesche ha fatto una brutta fine.
RispondiEliminaScusa Francesco, poco elegante lo sò
RispondiEliminama io un idea di dove mettersele quelle 'supposte'l'avrei,
me la tengo per me è meglio.
Excuse-moi
nonnina
Di questa miseria bisogna chiedere soprattutto conto ai partiti!
RispondiEliminaPurtroppo stiamo ritornando ai tempi in cui la DC prima di grandi manovre andava a chiedere conforto alla grande America.
RispondiElimina"capacità produttive e occupazionali" si ma statunitensi, se non vado errato gli F35 non vengono prodotti in Italia ma negli Stati Uniti. In Italia verrà prodotto solo una piccola parte della componentistica.
http://it.wikipedia.org/wiki/Lockheed_Martin_F-35_Lightning_II
La progettazione e la costruzione è stata affidata ad un consorzio industriale costituito da Lockheed Martin, Northrop Grumman e BAE Systems
Partecipazione internazionale al progetto
Oltre agli Stati Uniti, il principale cliente e finanziatore, hanno contribuito anche Inghilterra, Italia, Paesi Bassi, Canada, Turchia, Australia, Norvegia e Danimarca con un totale di 4,375 miliardi di dollari nella fase di sviluppo. Ci sono tre livelli di partecipazione internazionale, che riflettono la partecipazione finanziaria nel programma, la quantità di tecnologia trasferita e l'ordine con il quale le nazione possono ottenere esemplari di produzione.
L'Inghilterra è l'unico partner di "livello 1", con un contributo di 2,5 miliardi di dollari, pari al 10% dei costi di sviluppo.
I partner di "livello 2" sono l'Italia, che contribuisce con 1 miliardo $ e i Paesi Bassi con un contributo di 800 milioni $.
I partner di "livello 3" sono Canada (440 milioni di $), Turchia (175 milioni di $), Australia (144 milioni di $), Norvegia (122 milioni di $) e Danimarca (110 milioni di $).
A Liborio,
Eliminagrazie per gli illuminanti dettagli
Mi piace il tuo si vis pacem, para panem. Più che giusto. Abbiamo problemi giganteschi, quelli che tu hai citato. Bisogna che ci sia della malafede nel sostenere che gli armamenti (solo quelli? ma guarda!) creano posti di lavoro.
RispondiEliminacompletamente d'accordo con questo post
RispondiEliminaViene da rimpiangere il ventennio: all'epoca, noi miseri quasi quanto ora, si spostavano i carri armati da un posto all'altro per dimostrare che gli ottomilionidibaionette erano supportate da una forza in acciaio abbondante. In qualche caso, invece che d'acciaio erano di cartapesta.
RispondiEliminaSi stanno chiudendo ospedali interi, la sanità, nata per sanare, sta diventando un obitorio permanente, e si continuano a spendere miliardi in armamenti, obsoleti già alla mascita.
La burocrazia becera sta strangolando le attività produttive, per cui siamo ormai colonia di un capitalismo assassino.
Per fortuna (!) abbiamo le banche, che ci stanno zavorrando verso il fondo, così la facciamo finita più rapidamente.
io una risposta alla tua domanda ce l'avrei ma temo che poi mi censureresti!
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