giovedì 29 luglio 2010

Codice della strada, no alcool, ok velocità


Nuovo codice della strada in sintesi:
abbasso l’alcool e viva la velocità.
Scorrendo le nuove norme introdotte al Codice della strada ne troviamo alcune sul rispetto dei pedoni e sulle minicar che sono di buon senso e condivisibili, ma....
...nella nuova normativa per la sicurezza stradale il più grave pericolo pare essere il tasso alcolemico: per i nuovi patentati si passa praticamente a limite 0.
Si toglie invece il freno al pericolo della velocità:
- sulle autostrade a tre corsie più corsia di emergenza per ogni senso di marcia, dotate di Tutor, gli enti proprietari o concessionari possono elevare il limite massimo di velocità fino a 150 km/h.
- le multe e le decurtazioni di punti per eccesso di velocità sono stati resi graduali: 3 punti se si superano i limiti massimi di oltre 10 km/h con sanzioni confermate da 155 a 624 euro; 6 punti con multa da 500 a 2.000 euro se si superano di oltre 40 km/h; 10 punti, multa da 779 a 3.119 euro patente sospesa da 6 a 12 mesi se si superano i limiti di oltre 60 km/h.
- gli automobilisti dovranno essere ben preavvisati per gli autovelox in modo da rallentare in prossimità e poi riprendere comodamente a correre.
Superare il limite di 60 Km/h per un limite di 150, significa un bolide a 210 km/h.
Ma anche se tutti rispetteranno il limite a 150 km/h, ci immaginiamo cosa potrà comportare nelle nostre autostrade, spesso affollate, avere una fila di macchine che si muove costantemente nella corsia di sorpasso a 150 all’ora? Spesso alla velocità si associa il mancato rispetto della distanza di sicurezza, e allora patatrac....Dal rapporto sul trend degli incidenti stradali in Italia di ACI e ISTAT, diffuso il 13 novembre 2008, emerge che nel 2008 ben 31.308 su 218.963 incidenti hanno avuto come causa specifica l’eccesso di velocità . Gli incidenti per mancato rispetto della distanza di sicurezza sono stati nel 2008 ben 26.325 su 218.963. L’associazione di eccesso di velocità e mancato rispetto dei limiti di sicurezza determina la parte più rilevante di morti e feriti nelle strade italiane.
Se l’alcool è causa di incidenti perché altera lo stato psichico del guidatore, non deve essere sottovalutato lo stato di eccitazione provocato al guidatore dalla stessa velocità. La velocità provoca in molti guidatori una specie di stato di ebbrezza simile all’alcool, una piccola dose di adrenalina che ti tiene su di giri. Ci sono persone che dopo aver bevuto un bicchiere diventano molto prudenti, ci sono persone che dopo avere bevuto un bicchiere aggiungono anche l’ebbrezza della velocità, ci sono persone che si ubriacano della sola velocità e riescono a diventare dei bolidi anche quando sono in bicicletta, in discesa ovviamente.
Nei fatti il prezzo che si paga alla velocità (con morti e feriti) è il prezzo che si paga all’ industria automobilistica, a quell’industria che produce macchine con motori che ruggiscono e divorano la strada.
29/07/10 francesco zaffuto
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PER LA VITA SULLA STRADA
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(immagine – velocità d’automobile – Giacomo Balla – periodo futurista)

mercoledì 28 luglio 2010

La NEWCO per Pomigliano


Si pronuncia NEWCO,
significa: Nuovamente faccio il C... che mi pare


Appositamente ideata per Pomigliano, forse si chiamerà FIP (Fabbrica Italia Pomigliano)
La NEWCO sarà una società controllata al 100% da Fiat Partecipazioni, con un capitale di 50mila euro.
Ci pensate, solo 50 mila euro, il prezzo di un Box (grande genialità di Marchionne), e potete gestire una fabbrica che ha come oggetto sociale: «l’attività di produzione, assemblaggio e vendita di autoveicoli e loro parti».La stessa società riassumerà, con un nuovo contratto, i 5mila lavoratori di Pomigliano garantendo la gestione dell’intesa non firmata dalla Fiom.
Come farà? Cosa farà?
Gli farà un test anti Aids per vedere se sono affetti da sindrome FIOM?
Vedrà se contengono i geni CISL, UIL, UGL?
Si troveranno senza lavoro quelli che non hanno votato per l’accordo e quelli su cui grava il sospetto di avere votato no?
I “sospettati”, nuovi assunti dalla NEWCO, dovranno fare un atto di abiura esplicito o Marchionne si accontenterà dell’implicita adesione al nuovo contratto?
La NEWCO pare digerita dalle organizzazioni sindacali che hanno siglato l’accordo con la Fiat per Pomigliano, e Marchionne rilancia: ipotizza la disdetta del contratto nazionale, che interesserebbe 25mila lavoratori della Fiat Auto.
Si apre l’ipotesi della fine dei contratti nazionali?
I contratti nazionali nel nostro paese non ci hanno avviato verso la piena occupazione e verso un welfare equilibrato, ma: con questo sindacato malconcio, con un Sacconi che si occupa di tutto e che non si capisce cosa pensa, e con un Marchionne all’attacco che gioca sul piano internazionale; il futuro non promette bel tempo.
28/07/10 francesco zaffuto
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AGGIORNAMENTI SU FIAT
11/08/10 - Il Giudice del lavoro reintegra operai licenziati
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(immagine: vecchia foto dei carusi delle zolfare. Certo con la prossima newco non si arriverà a tanto ma è meglio ricordarci di un passato che non è così lontano. Non si tratta del tempo dei faraoni, stava cominciando il decollo dell’industria in Italia)
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Altri post su Fiat in questo blog
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martedì 27 luglio 2010

Preservare il Mediterraneo

Di chi è il mare?

Prima di tutto dei pesci che ci vivono dentro,
poi dell’uomo
ma solo se ci vuole nuotare dentro a somiglianza dei pesci.



Nel Mediterraneo sta arrivando la BP, è pronta a trivellare per conto della Libia
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=112198&sez=HOME_NELMONDO
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16/08/10 - AGGIORNAMENTO - trivellazioni da Ottobre per conto della Libia

Ancora sono vive le piaghe del Golfo del Messico
http://www.voceditalia.it/articolo.asp?id=55389

Scopriamo recentemente una nuova marea nera nei mari della Cina
http://www.repubblica.it/esteri/2010/07/20/foto/marea_nera_in_cina_salvataggio_shock-5710387/1/

Ma il “nostro” Mediterraneo corre rischi più gravi: non confina con gli oceani, è un ecosistema che deve provvedere da solo a se stesso, un disastro simile a quello del Golfo del Messico lo porterebbe a un collasso irreversibile. Lo “capisce” lo stesso Frattini:
http://www.apcom.net/newsesteri/20100726_183901_5dfb69d_93632.html

Ma la coscienza italiana puzza anch’essa di petrolio
perfino a largo di Sciacca
http://nibiru2012.forumfree.it/?t=49000867

E’ URGENTE CHE IL MOVIMENTO ECOLOGISTA INTERVENGA PER SENSIBILIZZARE I GOVERNI DI TUTTI I PAESI CHE SI AFFACCIANO SUL MEDITERRANEO

E’ URGENTE LA RICHIESTA DI UNA CONFERENZA INTERNAZIONALE PER PRESERVARE IL MEDITERRANEO

E’ URGENTE BLOCCARE TUTTE LE TRIVELLAZIONI

E’ URGENTE STABILIRE UN CODICE DI COMPORTAMENTO INTERNAZIONALE PER IL MEDITERRANEO.

E’ URGENTE DIVENTARE PESCI DEL MEDITERRANEO PER EVITARE LA NOSTRA STESSA ESTINZIONE

27/07/10 francesco zaffuto

altri post di questo blog sulle trivellazioni
AGGIORNAMENTI
26/08/10 Qualche manifestazione

(immagine “qualche nuvola sull’Adriatico” acquerello © francesco zaffuto)

lunedì 26 luglio 2010

Normale essere azzannati da un pitbull


Leggo sulle pagine locali del Corriere delle sera del 26 luglio 10 che a Cinisello Balsamo, in un giardino pubblico, una bambina di nove anni è stata azzannata da un pitbull.
La dinamica dei fatti è così descritta: “l’animale ha avuto uno scatto, ha strattonato il padrone liberandosi dal guinzaglio, correndo verso la bambina...”
Spesso vediamo nei parchi o in strada dei grossi cani dotati di mascelle potenti e tenuti a guinzaglio da padroni mingherlini; ma a parte la forza fisica del padrone del cane una distrazione è sempre possibile.
E’ la museruola che mette al riparo dai rischi e non il guinzaglio.
Vediamo cosa dice l’Ordinanza 3 marzo 2009 (in GU n. 68 del 23-3-2009) del nostro ministro Sacconi (quello che si occupa di lavoro, di salute, ed anche di cani, di tutto un po’ - l’ordinanza è firmata dal suo sottosegretario Martini - forse il ministro in quel momento si occupava d’altro). L’ho recuperata su:
http://www.uniroma1.it/documenti/organizzazione/gatti/ordinanza.pdf

3. Ai fini della prevenzione dei danni o lesioni a persone, animali o cose il proprietario e il detentore di un cane devono adottare le seguenti misure;
a) utilizzare sempre il guinzaglio ad una misura non superiore a mt 1,50 durante la conduzione dell'animale nelle aree urbane e nei luoghi aperti al pubblico, fatte salve le aree per cani individuate dai comuni;
b) portare con se' una museruola, rigida o morbida, da applicare al cane in caso di rischio per l'incolumita' di persone o animali o su richiesta delle Autorita' competenti;


Mentre nel caso del guinzaglio viene esplicitamente usata la dizione “sempre”, nel caso della museruola si parla di applicazione “in caso di rischio per l’incolumità”.
Il padrone del cane quando dovrebbe mettere la museruola? Quando il cane è agitato? Prima o dopo che il cane ha morsicato? Questo non è proprio spiegato, e non è possibile spiegarlo con una ordinanza.
Il base al punto b), se sei un vigile o un carabiniere puoi dire al proprietario del cane: “senta, le metta la museruola”. Se sei una bambina o un qualsiasi cittadino prima di ti devi fare morsicare.

Sul piano della logica la museruola dovrebbe essere sempre ben applicata e il guinzaglio potrebbe avere una qualche applicazione discrezionale. Un cane con una buona museruola applicata può anche sgranchirsi le gambe con una cosetta nelle vicinanze del padrone e senza tanti rischi.
Ma esiste una logica in questo nostro paese?
La logica sembra solo quella di far guadagnare le assicurazioni: se fate una breve ricerca su internet scoprite che con appena cento euro l’anno i padroni dei cani si possono mettere al riparo dal rischio delle morsicature. Ma un bambino o un cittadino preferirebbero non essere azzannati, per certi danni non ci sono risarcimenti che bastano.
Questa ordinanza va cambiata, per me si può anche cambiare il ministro.
26/07/10 francesco zaffuto
12/08/10

domenica 25 luglio 2010

I convincimenti di Marchionne tra Torino e Belgrado



I convincimenti di Marchionne
Porto il maglione
ma sono un padrone,
se portassi la calzamaglia
sarei la Marcegaglia



Marchionne preferisce la Serbia all’Italia, gli operai serbi che hanno dimenticato Tito agli operai torinesi che non dimenticano la FIOM.
Dopo l’operazione Pomigliano che metteva in alternativa operai campani con quelli polacchi ora Marchionne prepara una nuova operazione per stringere gli operai torinesi.
L’osannato manager in maglione che doveva far dimenticare Romiti rivela tutte le sue qualità di padrone. La differenza tra manager e padrone nella realtà capitalistica moderna, quando si tratta di manager di grandi multinazionali, è irrisoria; si potrebbe arrivare a dire che i manager, visto che anche amministrano, sono più padroni dei padroni.
Il Marchionne, che sicuramente conosce Marx molto meglio di certi leader della sinistra, sa che il massimo profitto è realizzabile attraverso la massima appropriazione del plusvalore.
La FIAT non è da oggi che porta all’estero parti della sua produzione; ma il nuovo metodo Marchionne è: fiutare l’affare all’estero, minacciare lo smantellamento della produzione in Italia, riservarsi la carta estera e anche quella italiana. Dopo la minaccia si apre il tavolo, al tavolo i convenuti (sindacati e governo) debbono digerire la minestra: per il Governo scucire qualche euro, per i sindacati arretrare su retribuzioni e diritti.
La strategia Marchionne può diventare vincente per i seguenti motivi:
i capitali sono rapidamente spostabili sul piano internazionale;
i governi seguono a ruota le scelte delle grandi imprese promettendo vantaggi che poco hanno a che fare con le regole della concorrenza ( esempio, lo stabilimento Fiat in Serbia sarà pagato per tre quarti dall'Unione europea e per il resto da incentivi fiscali del governo di Belgrado);
esiste una povertà mondiale diffusa;
non esiste un sindacalismo internazionale.
Un sindacalismo internazionale in difesa dei diritti dei lavoratori e una vera lotta contro la povertà mondiale, possono arginare la marchionneria mondiale. La marchionneria in Italia potrebbe essere arginata da un governo e da un sindacato unito che... non .... ci sono.
25/07/10 francesco zaffuto
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mercoledì 21 luglio 2010

Nelle piccole mani di Nmachi


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Nmachi
Siamo tutti nelle piccole mani di Nmachi,
per dire che Lombroso si sbagliava,
per dire che Hitler era solo un annebbiato,
per dire che Ebrei e Palestinesi sono figli dello stesso Dio,
per dire che questo mondo va salvato
e non ci è data altra terra per vivere in pace.

21/07/10 francesco zaffuto

La Milano da bere al veleno


La nuova Milano da bere può essere al veleno; veleno che può comodamente uscire dai rubinetti delle case, può accadere in quello che doveva esser il quartiere modello della nuova Milano, Santa Giulia.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/07/20/milano-cromo-nei-terreni-di-santa-giulia-acque-avvelenate-sequestrata-larea/42222/

La vecchia Milano che io ricordo, anche se già allora era preda di tanti gaglioffi, era bilanciata dal rumore dei grandi bidoni di latta che gli operai facevano rullare nelle manifestazioni.
Di quelle fabbriche è rimasto ben poco, sono diventate tutte terreni adibiti alla speculazione edilizia, da Sesto a Lambrate, da Rho fino a Pero.
Nessuna nostalgia, perché in quelle fabbriche spesso si distillava veleno e gli operai stavano a stretto contatto con quelle sostanze. Ma i grandi capitalisti milanesi, esperti dei migliori vini pregiati e dei consumi più esclusivi di via Montenalpoleone, scoprirono che era più comodo esternalizzare fabbriche e veleni; gli operai dell’est e del sud del mondo non potevano certo fare sentire quell’assordante rumore di tamburi di latta e nel contempo tutte le aree abbandonate diventavano terreni edificabili a prezzi da capogiro; un duplice affare. Coloro che erano sensibili a tali duplici affari, avendo spesa tutta la sensibilità nella conta del denaro, non potevano certo essere sensibili alla bonifica di quei terreni avvelenati; basta coprire tutto con un po’ di cemento ... e occhio che non vede, cuore che non duole. Su via... con i nuovi quartieri.... approfittiamo anche di una mano d’opera edile a basso costo fatta di extracomunitari disperati.
La Milano da bere se la sono bevuta e mangiata tutta ... scusate... non voglio essere oracolo di miseria... c’è ancora da rosicchiare qualcosa con l’Expo.
La nuova Milano non ha più quell’assordante rullo dei tamburi di latta degli operai delle grandi fabbriche; è una Milano più composta nella sua disperazione, qui oggi si può rimanere silenziosamente disoccupati con un paio di titoli di studio in tasca, ti chiedono un ottimo inglese per fare il cameriere.
21/07/10 francesco zaffuto

(visto che d’estate fa caldo, scusate se i commenti saranno inseriti con un po’ di ritardo, saluti)

domenica 18 luglio 2010

A 18 anni dall’uccisione di Borsellino


A 18 anni dall’uccisione di Borsellino:
il monumento dedicato a Falcone e Borsellino fatto saltare;
una manifestazione a Palermo in ricordo del magistrato ucciso con poca affluenza di partecipanti;
la recente notizia in Lombardia, sulla ndrangheta che aveva scelto di fare una importante riunione nel circolo di Paderno intitolato a Falcone e Borsellino.
Il monumento saltato pare essere un atto dimostrativo per dire: “ci siamo sempre”. Riguardo alla poca partecipazione alla manifestazione è un sintomo di “stanca”. A Palermo c’erano state tante affollate manifestazioni con tanta speranza di vedere cambiare qualcosa nella vita di ogni giorno. I fatti accaduti in Lombardia dimostrano la tracotanza dei comportamenti e la diffusione del fenomeno su tutto il territorio nazionale.
Tanti anni di lotta alla criminalità organizzata e tutto sembra come prima. Eppure ci sono stati i sacrifici di chi ha lottato e ci sono stati anche i risultati di tanti arresti.
Ma c’è un concime sociale che fa di nuovo ricrescere il fenomeno.
Penso che questo concime sia un composto formato da questi elementi:
il mito capitalistico di un facile arricchimento,
una diffusa disoccupazione che crea marginali forme di sopravvivenza,
una diffusa corruzione politica.
Finché questo concime sarà costantemente diffuso i risultati delle singole indagini verranno annullate da un nuovo sviluppo criminoso.
18/07/2010 francesco zaffuto
Una annotazione
L’amico Liborio mi fa notare che a proposito di disoccupati, si comprano come le Anime morte di Gogol :” in questi giorni il Governatore Lombardo e il Sig. B. hanno acquistato 23.500 anime che considerate come gruppo familiare diventano almeno 100.000 di tutti i colori politici – per un piatto di lenticchie, in un periodo non sospettabile, ma… se… può … anche diventare preelettorale”. E che spesso : “– gli arresti e le confische dei beni sono danni calcolati e sopportabili, come i tiket delle medicine, servono ai potenti per tagliare i ponti con gli scomodi, per eliminare le tracce nel momento in cui il modus operandi sta cambiando.”

domenica 11 luglio 2010

BP, ben poche righe


Ormai ridotta a poche righe la marea nera non fa più paura. Solo nelle pagine interne dei nostri grandi giornali e senza immagini.
Lo fanno per evitare di annoiare i lettori? Preferiscono notizie fresche.
Le poche righe che ho letto a pagina 19 del Corriere di oggi dicono che: ci proveranno con un nuovo tappo.
Dicono un tappo più sofisticato.
Ma nei fatti non vogliono mettere un tappo, vogliono sistemare nel fondo del mare un rubinetto, una specie di tappo ben sofisticato che possa permettere alla BP di recuperare 80 mila barili di greggio al giorno. Nei fatti vogliono portare a termine la loro avventura e guadagnarci come previsto, magari cercando di pagare il meno possibile di danni. Uccelli, pesci e crostacei non riescono a costituirsi come parte civile.


11/07/10 francesco zaffuto

Immagine - Pensieri di Atlante “sono insopportabili, prima o poi mi stanco”
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qualche informazione in più
Analisi sull'acqua che esplode
19 luglio 10 - il tappo pare non reggere
6 Agosto 10 - La BP non demorde

venerdì 9 luglio 2010

umanisti in azienda e umani in politica



Un
Master
per
umanisti
d'azienda
o
un
Corso
per
umani
in politica
Leggo su
http://archiviostorico.corriere.it/2010/luglio/07/ora_umanista_azienda_oltre_vecchi_co_9_100707064.shtml
che Angelo Panebianco
fonda un “Master per umanisti d’azienda”, presso l’Università di San Raffaele di Milano. Questi fortunatissimi laureati in lettere o in filosofia saranno 35 e tutti ben selezionati; per partecipare a questo corso dovranno avere come requisito essenziale l’ottima padronanza dell’inglese. Per un anno staranno ad ascoltare (...forse in inglese...) le lezioni di scienza politica di Panebianco, Martinelli, Somaini, Navaretti, Dassù ; e per finire, lezioni su come si legge un giornale economico di Oscar Giannino. Dopo un anno, alla fine del corso, alcuni di loro, fortunati tra i fortunati, tramite la benedizione di qualche santo, potranno partecipare ad un ulteriore stage presso aziende che valuteranno gli ultimi requisiti e capacità. Dopo questi stage forse qualcuno potrà essere assunto come umanista d’azienda e troverà un lavoro; uno di quei lavori dove dirigi gli altri e ti aspetti di essere pagato più degli altri.

S’io mi chiamassi Paneduro
fonderei un “Corso per umani nella politica”, presso il parco pubblico della mia città. Le lezioni si possono tenere se non piove e camminando (come nella antica scuola dei Peripatetici), a gruppi di 5 (un maestro e 4 allievi) e si potranno fare più corsi per ogni nuovo gruppo. Requisiti per l’iscrizione: buona conoscenza della lingua italiana e discreta conoscenza della Divina commedia e delle poesie di Carlo Porta e Gioacchino Belli.
5 materie
1) Rispetto della libertà e della dignità di ogni essere umano
2) Rispetto degli animali e della natura
3) Esercitazioni e meditazioni per non rubare
4) Esercitazioni e meditazioni per non esercitare potere e carisma
5) Esercitazioni e meditazioni per sviluppare la speranza nell’essere umano
Quando gli allievi si riterranno in piena coscienza formati potranno iscriversi a partiti e sindacati con l’alta qualifica di umani.
09/07/10 francesco zaffuto
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(immagine “si alzò per guardare le stelle” dalle Metamorfosi di Ovidio – acquerello © francesco zaffuto)

giovedì 8 luglio 2010

Botte alla Camera e botte sui terremotati


7 luglio,
troppo
per
un
solo
giorno.
Certo due fatti ben distinti e con motivazioni ben distinte, ma due fatti molto gravi della politica italiana accaduti in un solo giorno.

Che nella Camera del Parlamento italiano si litigasse era già accaduto altre volte, ma i pugni e il ricovero al policlinico di un parlamentare sono una grave novità.
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/201007articoli/56558girata.asp

Che dei terremotati andassero a protestare a Roma per le inadempienze dei governi è già accaduto in passato, possiamo fare memoria dal terremoto del Belice ad oggi; ma che dei terremotati venissero accusati di fomentare disordini e bastonati mi pare che non fosse mai accaduto.
http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/10_luglio_7/manifestazione-aquila-roma-1703342556569.shtml

Se consideriamo, oltre a questi fatti accaduti in un solo giorno, anche il clima di scontro politico che si respira da mesi per:
l’ iter della legge sulle intercettazioni con riequilibrio dei poteri tra governo, magistratura e informazione;
l’ iter della legge “costituzionale nuovo lodo Alfano” con ridimensionamento del potere giudiziario;
l’ iter della legge sulla manovra economica con ridimensionamento economico delle autonomie locali e pesanti ripercussioni su pensioni e servizi;
lo stato della politica nel nostro paese presenta aspetti di possibile “deflagrazione”.

Il caos può portare:
a vacanze stressanti per i nostri politici e di questo poco ci importa;
a scomposizioni dei partiti con nuovi assestamenti e questo potrebbe avere anche un aspetto positivo di rinnovamento;
a mire autoritarie di chi pensa di poter perdere posizioni e benefici, e su questo occorre porre la massima attenzione.
08/07/10 francesco zaffuto

(immagine “caos” dalle Metamorfosi di Ovidio – acquerello © francesco zaffuto)

martedì 6 luglio 2010

Sentirsi peggio - bavaglio per tutti



INVITO
TUTTI
A
LEGGERE
la
pagina
che
commenta
l'art. 29 del decreto sulle intercettazioni
http://www.guidoscorza.it/?p=1883
buona attenta lettura (f.z.)
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(immagine “coercizione” fotocomposizione © liborio mastrosimone http://libomast1949.blogspot.com/)

lunedì 5 luglio 2010

Sentirsi male




Sì, mi sento male, scopro di essere d’accordo con Tremonti.
Ecco le frasi.
Agli amministratori pubblici del sud:
«cialtroneria di chi prende i soldi e non li spende»
«scandalo pauroso prodotto dalle regioni meridionali» che «hanno speso solo un dodicesimo»
« non si può continuare con questa gente che sa solo protestare e non sa dare servizi per i cittadini»
Nell’agricoltura dice il Tremonti " è diverso da altri come l’industria, dove puoi spostare capitali e impianti. In agricoltura non si delocalizza. Se va giù per rimetterla in piedi ci vogliono decenni. Per fare l'agricoltore non basta la tecnica, serve esempio, storia, sapienza ed esperienza". Inoltre, ha aggiunto, "Produce cibo, che è la prima e più profonda forma di cultura, produce paesaggio che è identità e forma di valori. Se viene meno l’agricoltura si indebolisce l’anima del paese e di un popolo" E poi ancora "è la base di ogni altra attività economica e senza essa non esisterebbero né commerci né industria e quindi l'agricoltura è la vera origine della ricchezza delle nazioni". E ancora “ non si speri di trovare risorse dal credito o dai finanzieri perché le fortune pecuniarie sono ricchezze clandestine che non conoscono né re né patria". Infine “ Ci vuole equilibrio. Non credo alla follia del mercato applicato comunque e dovunque".


Mi sta accadendo qualcosa di strano, un conflitto di personalità molto grave, schizofrenia acuta, sono io Tremonti o Tremonti è me.


Datemi qualcosa per riprendermi, per favore, datemi un bicchiere d’acqua.

Sì, d’acqua...ora mi riprendo..... aahhh.


Ma, scusate... Tremonti non è il ministro del Governo che ha privatizzato l’acqua?
Ma per fare crescere frutti e ortaggi, non è necessaria l’acqua?
Il primo piano di sviluppo dell’agricoltura del sud non dovrebbe riguardare l’acqua? Non farla minimamente disperdere, canalizzarla bene, evitare sprechi, utilizzare bene perfino quella piovana come facevano i romani che non avevano tutta la nostra tecnologia.


Allora tutti quei soldi cominciate a spenderli bene per l’acqua. Datevi una mossa insieme Stato, Regioni e Comuni invece di fare regali ai privati.
Perché non lo fate?

Non sono Tremonti, non sono Tremonti. Eehhh... mi sono ripreso.
Quando si dice poi: che basta un bicchiere d’acqua.
05/07/10 francesco zaffuto

domenica 4 luglio 2010

CUBA: FARINAS IN FIN DI VITA




Havana - Il dissidente cubano Farinas, in sciopero della fame da 4 mesi, e' in fin di vita. Lo riferisce il quotidiano del Partito comunista cubano Granma, precisando che Farinas ha comunque riacquistato un po' di peso grazie alle flebo che gli vengono somministrate nell'ospedale di Santa Clara, dove e' stato ricoverato l'11 marzo scorso .
"Ha una trombosi alla vena giugulare, molto vicino ai polmoni e al cuore. C’è il rischio che possa essere fatale", ha detto la madre di Farinas.
L’alimentazione forzata a cui era sottoposto non si riesce a continuare a causa di un’infezione batteriologica e viene sostenuto solo con alcuni minerali e zuccheri per via endovenosa.
Il dissidente ha cominciato lo sciopero della fame il 24 febbraio per chiedere la liberazione di una ventina di detenuti malati considerati prigionieri di coscienza da Amnesty International.
Il governo cubano nega che ci siano detenuti politici e considera gli oppositori "mercenari" pagati dagli Stati Uniti.
Per Farinas, psicologo e giornalista di 48 anni, questo è lo sciopero della fame numero 21 dal 1995 (in pratica Farinas può essere paragonato in qualche modo al nostro Pannella). L’ultimo sciopero della fame il giornalista cubano lo ha mantenuto nel 2006 per sei mesi per chiedere l’accesso libero ad Internet per tutti i cubani.

Compagno Fidel,
è vero che non esistono detenuti politici a Cuba?
è vero che a Cuba esiste la libertà di stampa e di espressione?

Il «Lìder màximo» in persona dopo la morte di Orlando Zapata decise di parlare e con un biglietto indirizzato al presidente del Brasile e letto alla televisione nazionale ha detto : «sa da tempo che nel nostro paese mai alcuna persona è stata torturata. Mai è stato ordinato l’assassinio di un avversario, mai si è mentito al popolo. Alcuni invidiosi del suo prestigio e della sua gloria, e peggio ancora, coloro che sono al servizio dell’impero, l’hanno criticato per la sua visita a Cuba. Si sono serviti per ciò di calunnie che circolano da mezzo secolo contro Cuba».

Nel crudele secolo che è stato il novecento siamo stati in tanti a guardare a Cuba con speranza; c’era il riscatto dalla dittatura batista, c’era la liberazione dei popoli del Sud America, c’era la figura del Che morto che ci spezzava il cuore.
La lotta per una società più giusta è inscindibile dalla lotta per la libertà e per la verità; allora compagno Fidel è il caso di verificare le tue stesse parole: a 83 anni, fai appello alle tue ultime energie, fai un giro nelle carceri e chiedi ad uno ad uno a quei dissidenti che ti ha indicato Farinas “cosa c’è che non va a Cuba ?”, sicuramente ti servirà come bilancio e può essere un gesto che apre un nuovo orizzonte per il mondo che resta dopo di noi, mondo che ha bisogno di credere nella giustizia e nella libertà.
04/07/10 francesco zaffuto
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immagine - carcerati Van Gogh

AGGIORNAMENTI SULLA NOTIZIA

http://it.euronews.net/2010/07/09/il-dissidente-cubano-farinas-interrompe-lo-sciopero/

venerdì 2 luglio 2010

Intercettazioni, voce e pizzini



(immagine “Intercettazione” fotocomposizione © liborio mastrosimone http://libomast1949.blogspot.com/)

Per questo appunto, sono partito da questa immagine di una strana dama svelata.
Quale italiano potrebbe digerire di essere spiato in una conversazione telefonica con un amante? Chi ha un amante sicuramente no. Aggiungerei che anche un qualsiasi italiano medio che non ha mai avuto un’amante e che non l’avrà mai; dal punto di vista teorico non digerisce una simile possibile spiata. Se poi si arriva anche alla possibile pubblicazione delle frasi nei giornali: quei “cici coco e dimmi dimmi e che ti farei...”; ogni italiano che può solo avere una amante ipotetica si sente attaccato preventivamente. Da questo punto di vista i fautori di un limite drastico alle intercettazioni possono avere un consenso più vasto di quello che possiamo immaginare.
La preoccupazione dei cittadini, su cui ho bonariamente ironizzato, non è una preoccupazione mal posta: la difesa del privato e della riservatezza, fa parte dei diritti individuali, diritti preziosi e tutelati dalla stessa Costituzione italiana ed espressi con chiarezza nell’ Art. 15
La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili.
La loro limitazione può avvenire soltanto per atto motivato dell'Autorità giudiziaria con le garanzie stabilite dalla legge.
Nella recente storia del nostro paese attraverso le intercettazioni telefoniche si sono scoperti diversi reati ignobili, ma nel contempo c’è stata poca cura della magistratura nel mantenere riservati atti che dovevano essere coperti dal segreto istruttorio. Oggi con la nuova legge sulle intercettazioni si vuole stringere un nodo che può soffocare le indagini e nel contempo si tende a penalizzare i giornalisti che pubblicano le notizie connesse ai reati.

Ma i “nuovi e grandi” difensori “delle libertà” hanno veramente a cuore la riservatezza della sfera privata o sono spinti da altro?

Il telefono è uno strumento potente per far sentire la propria voce, si possono dare ordini timbrati ed autenticati dalla voce, si possono concludere velocemente contratti, si possono spostare capitali, il tutto con una semplice telefonata diretta. Si può fare sentire la confidenza, la vicinanza, la solidarietà, a persone legate da comuni interessi. Per chi detiene il potere rinunciare alle comunicazioni telefoniche riservate è come rinunciare ad una fetta di esercizio del potere stesso, quella che si può esercitare direttamente e senza mediazioni. Senza il telefono bisogna fare ricorso a uomini portavoce o a piccoli pezzetti di carta scritta, strumenti che possono diventare ben più pericolosi. Chi detiene il potere sarebbe ben disposto a mettere sotto controllo il telefono dei suoi sudditi ma non sopporta di avere le proprie comunicazioni telefoniche sotto controllo. In un sistema di potere diviso, dove il potere giudiziario ha un suo peso e una sua autonomia, chi detiene il potere politico arriva alla scelta del meno peggio e paradossalmente diventa più libertario degli stessi sudditi.

Il problema delle intercettazioni va visto dentro le dinamiche dell’esercizio del potere; infatti, si vogliono varare in parallelo dispositivi che possano limitare il potere giudiziario e l’informazione. Non c’è solo in campo la questione intercettazioni , ma la revisione degli equilibri del potere stesso. Quando, e se, il potere politico avrà messo sotto controllo il potere giudiziario potremmo assistere a un cambio di indirizzo; perché allora si intercetteranno solo sudditi impotenti.

Una legge sulle intercettazioni deve ispirarsi ad un giusto bilanciamento tra tutela della privacy, delle necessità delle indagini sulla criminalità e della libertà di informazione; giusto bilanciamento che è difficile da formulare sul piano normativo. Ma questo giusto equilibrio va perseguito per non distruggere l’autonomia del potere giudiziario e l’esercizio della libertà di stampa.
02/07/10 francesco zaffuto

giovedì 1 luglio 2010

Prestigiacomo, no trivellazioni fino a 5 miglia


Ecco il ministro che volava alto


Marea nera, un incubo anche per la Prestigiacomo che annuncia un provvedimento: proibire le trivellazioni nei mari italiani in una fascia di 5 miglia per tutte le coste nazionali, allargato a 12 miglia attorno al perimetro delle aree marine protette.
La Prestigiacomo pareva essere, rispetto agli altri ministri di questo Governo, quella che volava più in alto. Ora è necessaria qualche prova: occorre che si spalmi un po' di quel greggio addosso come è capitato agli uccelli del golfo del Messico, e poi vedere come può alzarsi in volo.
Il nostro mare, sig. Ministro non confina con l’Oceano e i danni sarebbero ancora più gravi e irrimediabili.
Nessuna trivellazione nel Mediterraneo, né vicino le coste e neanche a largo, vanno proibite tutte per quel che compete al Governo italiano e va promosso un accordo internazionale per proibirle in modo totale. E va fatto in fretta.
01/07/10 francesco zaffuto

Il precedente post su questo blog
No alle trivellazioni nel Mediterraneo

mercoledì 30 giugno 2010

Età pensionabile

immagini su: http://libomast-digiart.blogspot.com/2010/06/eta-pensionabile.html

Ci sono alcuni che non vogliono andare in pensione: rettori e docenti ordinari di università, politici centenari, cardinali, imprenditori di successo... Come mai? Segno è che il lavoro quando è lucroso, poco faticoso e soprattutto quando è all'insegna del riconoscimento esistenziale, soddisfa. Quando si sta in bilico sul ponteggio del cantiere o, come maestra di asilo, occorre tenere a bada 28 bambini, allora si contano i giorni per andare in pensione. Quello che invece ci viene proposto è un calcolo meccanico e matematico.L'essere umano non è un calcolo meccanico. Occorre una riflessione complessiva sul lavoro: è impossibile fare le stesse cose a 30 anni e a 60 anni. Occorre un sistema pensionistico che tenga conto di più fattori e di aspetti di flessibilità. Occorre anche liberarsi da molti luoghi comuni: i giovani non saranno danneggiati dalla spesa pensionistica di oggi, ma dalla precarizzazione diffusa dei rapporti di lavoro legata ai nuovi meccanismi del sistema contributivo pensionistico del futuro.Le nuove pensioni saranno legate ai soli contributi effettivamente versati, un precario può versare contributi molto ridotti; un precario continua a rimanere precario anche perché non si trovano posti fissi perché sono occupati da quelli che non riescono ad andare in pensione. Siamo di fronte ad un problema complesso che va affrontato in tutta la sua complessità altrimenti, nella semplicità, ci lascia le penne come al solito il più debole.
30/06/10 francesco zaffuto
altri interventi
http://liberalvox.blogspot.com/2010/06/in-pensione-sempre-piu-tardi-e-con-meno.html

domenica 27 giugno 2010

G8 e G20 avari con la fame nel mondo


ECCO UN COLLAGE SULL’AVARIZIA E SULLA DISPERAZIONE
Nessuna tassa alle banche
TORONTO (27 giugno) - Nella bozza di conclusioni del G20, sulla quale ci sarebbe un accordo di massima, è scritto che le banche d'ora in avanti dovranno contribuire al risanamento del settore finanziario, ma attraverso «un'ampia gamma di approcci politici». Dunque nessun vincolo a introdurre una tassa globale sulle banche.
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=108333&sez=HOME_NELMONDO

UNA PICCOLA ED AVARA CARITA’
Il G-8 ha deciso di concentrarsi sulla salute delle madri e la mortalità infantile. Ogni anno, nel mondo, 9 milioni di bambini muoiono prima di raggiungere il quinto compleanno. Sono 7,3 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni per combattere questa piaga. I padroni di casa del Canada ci tenevano così tanto da stanziare loro stessi il grosso dei finanziamenti. Non è chiaro quali siano i contributi individuali degli altri sette. Saranno coinvolti anche i privati, fra cui la Fondazione di Bill e Melinda Gates, che ha già messo a disposizione 1,5 miliardi di dollari.

MA dove sono finiti gli altri stanziamenti?
Oxfam e Ucodep accusano i leader di non essere riusciti a mantenere la promessa di aiutare i paesi più poveri e di cercare anzi di distrarre l’attenzione. “Non c’è foglia grande abbastanza per nascondere la vergogna delle promesse infrante dal summit, che per simbolo ha adottato proprio una foglia, quella dell’acero canadese.” denuncia Farida Bena, portavoce di Oxfam e Ucodep. “Il fallimento del G8 lascia un’eredità pesante: bambini che non potranno andare a scuola, malati che non potranno essere curati e un miliardo di affamati che continueranno a rimanere senza cibo. In realtà i paesi del G8 stanno semplicemente rimescolando gli stessi soldi in modo diverso. L’unica promessa che conta veramente è quella fatta a Gleneagles (G8 di Scozia) cinque anni fa di aumentare gli aiuti di 50 miliardi di dollari entro il 2010. Ed è proprio questa la promessa che il G8 ha accantonato oggi”. Considerato che globalmente gli aiuti del G8 ai paesi poveri non sono aumentati, l’impegno di donare cinque miliardi di dollari alla salute materna significa che probabilmente questi soldi saranno sottratti ad altri diritti essenziali, come quello all’istruzione e al cibo, avvertono Oxfam e Ucodep.
Al G8 de L’Aquila, per esempio, erano stati promessi 22 miliardi di dollari su un periodo di tre anni per sostenere l’agricoltura nei paesi in via di sviluppo. Tuttavia, Oxfam e Ucodep calcolano che le risorse davvero nuove siano state al massimo sei miliardi di dollari e che il G8 abbia conteggiato due volte gli stessi soldi per altre iniziative, come ad esempio i fondi per permettere ai paesi poveri di adattarsi all’impatto dei cambiamenti climatici.

ANCHE IL G20 DELUDE NESSUNA TASSA SULLE TRANSAZIONI FINANZIARIEToronto, 27/6/2010 – Il G20 ha perso un’occasione d’oro per affrontare la povertà globale, limitandosi a constatare che non c’è accordo su come far pagare il costo della crisi economica alle banche. “Dopo che il G8 ha lasciato cadere nel vuoto il suo impegno di aiutare i paesi più poveri, il G20 ha perso l’occasione di ridurre la povertà attraverso l’adozione di una tassa sulle banche”, commenta Farida Bena, portavoce di Oxfam e Ucodep. “Per usare un linguaggio calcistico, i difensori del Canada hanno impedito agli USA e e all’Unione Europea di fare goal nella partita più importante per l’Africa. Il G20 avrebbe dovuto applicare una tassa al settore finanziario per dare veramente una mano ai 64 milioni di persone impoverite dalla crisi economica”
http://www.ucodep.org/index.php?option=com_content&task=view&id=1912&Itemid=487
La presa di posizione a favore della Tobin Tax dell'economista Jeffrey Sachs

La grave situazione del NIGERL’associazione Save the Children evidenzia che ogni 4 secondi muore un bambino per malattie prevedibili e curabili come diarrea, polmonite, complicazioni neonatali. In occasione del G8 in Canada, l’associazione ha lanciando l’allarme sulla situazione in Niger, dove 400mila bambini rischiano di morire di fame entro l’estate. “Nel Paese africano è in atto una catastrofe umanitaria, dovuta alla carestia e all’aumento dei prezzi degli alimenti. Se non si interviene in modo massiccio e immediatamente, 400mila bambini vanno incontro alla morte nei prossimi giorni”.
Nei giorni scorsi anche la Caritas Internationalis ha lanciato un appello per la regione del Sahel n cui si spiega che la situazione attuale è persino peggiore di quella del 2005, che aveva avuto conseguenze gravissime. Sono almeno dieci milioni le persone che in questa regione africana si trovano ad affrontare una grave carenza di cibo. Il Paese più colpito è il Niger, dove a rischio fame sono ben 8 milioni di persone, la metà dell’intera popolazione. Ma anche aree del Ciad, del Mali e del Bourkina Faso sono in una situazione difficile. Anche il Vice-segretario generale dell’Onu, John Holmes ha messo in allerta i meccanismi dell’intervento umanitario nella regione del Sahel. [GB]

http://www.unimondo.org/Notizie/Ong-i-G8-sono-in-debito-di-20-miliardi-e-allarme-carestia-in-Niger

IL RUOLO DI BERLUSCONI SULLA TASSA SULLE TRANSAZIONI FINANZIARIE

BERLUSCONI,RIDICOLA TASSA FINANZA UE;MERKEL,SÌ UNANIME/ANSA PREMIER,DECISIVO VETO ITALIA; BERLINO,ANCHE DA SOLI SENZA OK G20 (ANSA) - ROMA, 20 GIU - Si apre una crepa fra Italia e Germania sul fronte della tassa sulle transazioni finanziarie a livello europeo. Non usa mezzi termini il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, verso una misura nei cui confronti l'Italia è stata da sempre molto fredda, al contrario della Germania, sostenuta anche dalla Francia, che ha sempre caldeggiato tale forma di imposizione anche solo a livello europeo. La tassa sulla finanza è «ridicola», ha spiegato Berlusconi, intervenendo telefonicamente al debutto della Fondazione Liberamente e sottolineando di credere di «aver reso un buon servizio al mio Paese e anche all'Europa con il veto sulla tassa sulle transazioni finanziarie» che riguardasse solo quelle effettuate sulle Piazze del Vecchio Continente. A giudizio del premier, questa imposizione «se fosse stata approntata solo dall'Unione Europea e non dagli altri grandi Paesi avrebbe spostato negli Usa e in altri Paesi» la mole delle transazioni finanziarie internazionali. Berlusconi fa riferimento al pressing esercitato dall'Italia in sede di Consiglio Europeo, con il risultato di portare all'attenzione del G20, e quindi da un livello europeo ad un contesto mondiale, il tema della tassa sulla finanza. La posizione del presidente del Consiglio è però comunque in netta antitesi con quella delineata dal cancelliere tedesco, Angela Merkel, proprio in occasione dell'ultimo Consiglio europeo della settimana scorsa: «Oltre alla tassa sulle banche, oggi abbiamo deciso anche di proporre al G20 una tassa sulle transazioni finanziarie globali», aveva detto Merkel, sottolineando che «una iniziativa globale sarebbe meglio, ma se non riusciamo a convincere il G20, possiamo fare qualcosa anche da soli». Un'ipotesi che potrebbe diventare realtà, visto che una tassa di questo tipo non ha mai raccolto particolari entusiasmi in sede di G20. Non è un caso, quindi, che oggi non si sia fatta attendere la reazione di Berlino, affidata alle parole di un portavoce del Governo, che ha evidenziato come «le conclusioni sono state approvate da tutti i capi di Stato e di governo del Consiglio europeo», senza nessun veto di sorta, se non quello della Repubblica Ceca che si è riservata il diritto di introdurre nuove tasse, in particolare quelle sugli istituti bancari. Il portavoce ha citato esplicitamente il voto unanime anche sull'articolo 17 della delibera del Consiglio, sottolinea la necessità di «esplorare e sviluppare ulteriormente» l'eventuale introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie su scala mondiale, perchè «la risposta dell'Unione alla crisi deve continuare ad essere coordinata a livello globale per assicurare la coerenza delle misure sul piano internazionale».(ANSA). BAC 20-GIU-10 20:31

CERTO CHE UNA TASSA SULLE TRANSAZIONI FINANZIARIE E’ MEGLIO CHE VENGA PRESA DA TUTTI I PAESI; MA IL RUOLO DI “ESSERE CONTRO” GIOCATO DA BERLUSCONI ED ALTRI LEADER E’ STATO UN RUOLO DI AFFOSSAMENTO DELLA PROPOSTA. L’AVARIZIA DI BERLUSCONI HA INCONTRATO L’AVARIZIA INTERNAZIONALE.(f.z)
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immagine “barca di migranti e pescecani” © Antonio Pilato; il pittore ha dedicato un’ampia produzione artistica sul tema visionabile su http://pilatoweb.altervista.org/home.htm

venerdì 25 giugno 2010

Gelmini, materia insegnata in inglese alle superiori


Gara internazionale di servilismo.


Ecco la dichiarazione del Ministro Gelmini in un recente convegno: con la riforma "è prevista la possibilità nell'ultimo anno delle scuole superiori di insegnare una materia in lingua inglese. È un segnale importante di una scuola che si apre allo scenario internazionale".A dire il vero questa invenzione viene dall’impianto riformista della Moratti e da una “cultura” di servilismo che si è insediata nel Ministero della pubblica istruzione, “cultura” alla quale hanno collaborato anche “pensatori” di sinistra.
Si propone una forma di scimmiottamento: un insegnante italiano che parla a studenti italiani e che cerca di fargli comprendere in inglese una lezione di matematica o di scienze. Durante la lezione di matematica gli studenti che avranno capito l’equazione di secondo grado dovranno sforzarsi di fare le domande in inglese, l’insegnante ripeterà la spiegazione in inglese, magari aggiungendo in inglese qualche imprecazione per la disattenzione degli studenti.
Perché questa pantomima? Per aprirci allo scenario internazionale? Diciamo per dimostrare a tutto lo scenario internazionale il nostro servilismo, non tanto alla cultura inglese che è una grande cultura, ma servilismo all’utilità, al profitto immediato di una sub cultura mediatica e di mercato. Servilismo che adombra la lingua italiana come veicolo di una grande cultura nata diversi secoli prima della stessa fondazione dello Stato italiano.
Esaminiamo la questione sotto il profilo didattico e sotto il profilo giuridico.
Sotto il profilo didattico
Alla scuola Italiana occorre un buon insegnamento della lingua inglese nelle ore dedicate allo studio della lingua inglese. Questo è il problema da risolvere e senza ricorrere ad strani marchingegni. Ma come è stato affrontato il problema da governi e ministri: nelle elementari l’insegnamento della lingua inglese è stata tolto agli insegnanti esperti, per risparmiare ed è stato affidato ai maestri solo sulla base di qualche corso di aggiornamento; nelle medie inferiori e superiori si è cercato di risparmiare sulle ore curriculari di lingua inglese; non si è affrontato un apprendimento moderno; si è investito pochissimo sui corsi di recupero per gli studenti in difficoltà; si sono fatti pochi scambi culturali ed è stato raro l’utilizzo di insegnanti di lingua madre.
Lo stato dell’insegnamento dell’inglese e pessimo e oggi si inventa il fiore all’occhiello di altre materie curriculari insegnate in inglese.
Si può accettare che nella scuola vengano insegnanti inglesi per fare scambi culturali, e in tal caso le loro conferenze e lezioni si possono svolgere in inglese, ma non si può arrivare al ridicolo di autoimporci insegnamenti in inglese per le nostre materie curriculari.
Sotto il profilo giuridico
Un cittadino italiano nella scuola italiana ha il diritto di ricevere gli insegnamenti delle diverse discipline nella lingua italiana.
Qualcuno potrebbe ricordare che per questa pretesa giuridica non si riesce a citare nessun articolo della Costituzione. Sì, è vero i nostri “padri” costituzionalisti si sono dimenticati di inserire la lingua italiana come lingua dello Stato. Diverse iniziative della stessa Accademia della Crusca si sono operate per l’inserimento esplicito in Costituzione del richiamo alla lingua italiana (per una disanima della questione ho inserito in coda a questo post alcuni link utili). Nonostante ciò si può ribadire la volontà implicita dei “padri” costituzionalisti, infatti: l’art. 5 recita che la Repubblica è una ed indivisibile, e l’art. 6 recita che la Repubblica “tutela con apposite norme le minoranze linguistiche”. Questa formulazione esprime senza equivoci che la lingua dell’Italia è l’Italiano, che tutti gli atti pubblici (compreso l’insegnamento nella scuola pubblica) vanno svolti in lingua italiana.
25/06/10 francesco zaffuto


Alcuni link su lingua italiana e Costituzione
http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/settimana_lingua_italiana_2009/Italiano_in_Costituzione.pdf

mercoledì 23 giugno 2010

La marchionneria e i risultati del referendum di Pomigliano

La marchionneria ora deve fare i conti con i risultati del referendum di Pomigliano


Su 4.881 aventi diritto hanno espresso il loro voto 4.642 tra operai e impiegati (239 non si sono presentati al voto, in pratica ci hanno messo la faccia contro lo stesso referendum). Le schede bianche 22 e quelle nulle 59 (altri 81 lavoratori che si sono detti contrari al referendum pur non mettendoci la faccia).
I Sì sono stati 2.888 il 62% dei voti (in pratica sono i lavoratori che hanno detto che sono disposti ad accettare per mantenere il loro posto di lavoro; non hanno detto che sono felici dell’accordo ma che sono disposti a sopportarlo per non perdere il lavoro).
I No sono stati 1.673 il 36% dei voti (in pratica sono i lavoratori che non sono disposti ad accettare il ricatto sui diritti del lavoro; non hanno certo detto che sono felici di perdere il posto di lavoro).
I Sì misurati sul totale dei lavoratori sono solo il 59%.
Su 4881, ben 2000 hanno manifestato una qualche contrarietà all’accordo e 2.881 (molti masticando amaramente) hanno detto Sì. Possiamo dire che gli operai si sono espressi per continuare a lavorare ma non gradiscono i ricatti.Marchionne che si aspettava un plebiscito o almeno il 70% dei Sì, ora si riserva di prendere le decisioni finali, aveva già avvisato che non gli bastava uno striminzito vantaggio. Come a dire: fate pure il referendum ma poi decido sempre io.(per i dati si è fatto riferimento a http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2010-06-23/pomigliano-dice-marchionne-080100.shtml?uuid=AYv4PN1B )

Si può chiamare marchionneria: la febbre che si manifesta come voglia di fare contratti aziendali capaci di scardinare diritti generali; la nuova febbre comincia a insediarsi negli imprenditori italiani ed è riuscita a coinvolgere alcune componenti sindacali.

Diritto di sciopero e regole per la retribuzione in caso di malattia, non possono essere oggetto di una contrattazione aziendale; gli accordi aziendali possono avere per oggetto salario e tempi di lavorazione. Marchionne poteva ottenere anche un buon accordo se si limitava agli istituti contrattabili, ma si è fatto suggerire da sociologi, psicologi del lavoro e sindacalisti un po’ arruffoni.
Conviene a Marchionne e alla Confindustria, cercare di curarsi dalla marchionneria, smettere con l’idea di dividere gli operai. Gli operai non hanno interesse a proteggere l’assenteismo, ma non possono con la scusa della lotta all’assenteismo rinunciare ai propri diritti. La marchionneria è assurda anche per gli imprenditori, non è possibile pensare ad aziende dove ci sono più diritti in concorrenza con quelle con meno diritti. La stessa Marcegaglia deve convincersi che la strada del cavallo di Troia di Pomigliano è una strada che non porta a buoni risultati.
La cosa migliore è quella di aggiustare l’accordo di Pomigliano, se ne debbono convincere anche alcuni “soloni” del sindacato. Le regole su diritti di sciopero, malattia, sicurezza nel lavoro sono regole che debbono valere per tutti i luoghi di lavoro e debbono avere carattere di norme generali, si possono anche modificare ma per tutti.
23/06/2010 francesco zaffuto

martedì 22 giugno 2010

Arrivederci Lillo


Arrivederci Lillo,
è stata luminosa la vita
quando la speranza l’alimentava,
è stata difficile
quando la malattia e le pesanti cure
l’hanno circondata e prosciugata.
Ci sarà da qualche parte,
negli infiniti spazi,
una vecchia osteria
per raccontarci tutti amici scomparsi


22/06/2010 francesco zaffuto
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(immagine “fiori nella nebbia” acquerello © francesco zaffuto)

sabato 19 giugno 2010

UE, il Governo e gli aggregati del debito

NON

TI

PREOCCUPARE


STAI BENE

STAI BENE

GRAZIE

AGLI

AGGGREGATI


Ma cosa sono gli aggregati? Pillole di saggezza. Di chi il merito? Ovviamente del Governo.

Grande soddisfazione del Governo sulle conclusioni dell’ultimo vertice UE di Bruxelles che hanno visto accogliere la proposta italiana di considerare nella misurazione del debito, per definire il grado di salute dell’economia di un paese, non solo il debito dello Stato ma anche quello dei privati.
Per il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, quello raggiunto a Bruxelles è «un successo straordinario», mentre il capo della diplomazia italiana Franco Frattini ha sottolineato come il premier Berlusconi «abbia agito da statista in Europa, con fermezza e visione strategica».

Ma di che cosa si tratta?

Nel misurare l’indebitamento dell’economia di una paese membro della Ue non si farà riferimento al solo debito dello Stato, ma anche al debito delle famiglie e al debito delle imprese non finanziarie.
Grazie a questo tipo di misurazione risulta che l’Italia a fronte di un debito pubblico del 118% del Prodotto interno lordo ha un debito delle famiglie per il 39,3% e dell’imprese per il 79,9%.
In questo modo l’Italia risulta più virtuosa di altri paesi;
Inghilterra: debito dello Stato 68,6% - famiglie 100,1% - imprese 114,4%;
Svezia: debito dello Stato 42,1% – famiglie 74,2% – imprese 152,7%.
L’Italia risulta addirittura vicina “nei totali” alla Francia: debito dello Stato 76,1 %- famiglie 50,7% – imprese 104,5%.

POSSIAMO ESSERE VIRTUALMENTE CONTENTI.
MA CERTO NON DEL COMPORTAMENTO DEL NOSTRO STATO che ha un debito pubblico più alto di quello greco (112% del Pil).

In pratica non siamo conciati tanto male grazie alla propensione al risparmio delle famiglie italiane e grazie a tante piccole imprese che sono finanziate spesso con il solo capitale proprio.
Non possiamo certo essere contenti dei nostri governi che si sono comportati in modo diametralmente opposto alle famiglie italiane ed hanno speso sempre più di quello che incassavano.

Buona parte del debito dello Stato italiano in BOT e BTP è stato acquistato non solo dalle banche ma dalle stesse famiglie italiane.
Le famiglie italiane si sono caratterizzate per il risparmio, per l’investimento nel mattone e per l’investimento in titoli dello Stato; questo nonostante il pressante invito al consumo e all’indebitamento fatto nella propaganda televisiva. L’ acquista a rate, l’accedi al credito al consumo e vivi alla grande.... è stato un comportamento limitato solo a una parte degli italiani.

Di questa tradizione di risparmio delle famiglie italiane oggi si fa un merito Berlusconi, oggi che è costretto dalla UE a ridurre il debito dello Stato per far fronte alla speculazione finanziaria internazionale.

Ben venga la misurazione anche per aggregati; ma se i tagli della finanziaria riguardano il tempo pieno a scuola, gli asili, l’assistenza, nei fatti si vanno a colpire le famiglie virtuose dell’aggregato che tanto felicemente è stato presentato all’Europa.
Le famiglie che riuscivano a risparmiare oggi cominciano a farlo molto meno, e riducono gli stessi consumi, non è certo un buon modo per uscire dalla crisi quello di colpire l’elemento virtuoso dell’aggregato.

I tagli ai costi della politica non intende farli lo Stato centrale, non intendono farli le Regioni e neanche i Comuni. Per quanto riguarda le Province si continua a sostenere la loro costosa esistenza. Il finanziamento pubblico ai partiti non viene certo dimezzato, sulla diminuzione di stipendi ai parlamentari e di auto blu non si parla più.
19/06/2010 francesco zaffuto
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(immagine “Giurlanno e la crisi economica” fotocomposizione © liborio mastrosimone http://libomast1949.blogspot.com/)

venerdì 18 giugno 2010

No alle trivellazioni nel Mediterraneo

Possiamo immaginarci per un attimo: cosa potrebbe accadere se un incidente simile a quello del Golfo del Messico avvenisse nel Mediterraneo ?

Eppure c’è chi trivella nel Mediterraneo, vicino l’Italia, con autorizzazioni concesse dal Governo italiano, vicino l’isola d’Elba nel Tirreno e vicino le isole Tremiti nell’Adriatico.

Una interessante inchiesta di LUIGI CARLETTI del 18 giugno2010 pubblicata su Repubblica mette a nudo la corsa italiana al greggio.
http://www.repubblica.it/cronaca/2010/06/18/news/trivelle_italia-4937699/?ref=HREC1-3

I dati diffusi da Greenpeace

http://www.greenpeace.org/italy/news/trivellazioni-permessi


Ancora oggi 18 giugno il petrolio fuoriesce invadendo le acque del Golfo del Messico, tutte le soluzioni fino ad ora messe a punto hanno fallito nel compito di fermare la marea nera, le chiazze di petrolio minacciano le coste cubane. Si rivela in modo evidente che le trivellazioni in mar

e sono pericolose, e non è cosa semplice provvedere con immediatezza con tappi e campane.

Una fuoriuscita di greggio nel Mediterraneo, simile a quella del Golfo del Messico , metterebbe a k.o. diversi paesi europei e del nord Africa, distruggerebbe le risorse ittiche, sarebbe difficilmente superabile per le caratteristiche del nostro mare.
Confiniamo con l’oceano Atlantico solo per lo stretto di Gibilterra, il Mediterraneo è un grande mare chiuso con un equilibrio vitale interno.
Per le trivellazioni nel Mediterraneo non può bastare l’interesse di una società petrolifera privata e neanche l’autorizzazione di singoli stati.
Le trivellazioni nel Mediterraneo dovrebbero essere drasticamente proibite.
Quando ne cominceranno a parlare i nostri governanti europei?
18/06/10 francesco zaffuto

nuovo post
Prestigiacomo, no trivellazioni fino a 5 miglia

martedì 15 giugno 2010

Tremonti, la zavorra e l’art. 41

Ma cosa dice l’art. 41 della Costituzione, che secondo Tremonti determina la produzione di “zavorra e 1 km quadrato di regole”, (frase pronunciata il 13 giugno alla festa nazionale della Cisl a Levico Terme, in Trentino)????


Art. 41.


L'iniziativa economica privata è libera.


Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.

La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.


Il primo comma non pone alcun limite ed è chiaramente esplicito nel definire libera l’attività d’impresa.
Il secondo comma non pone limiti burocratici ma limiti per garantire altre libertà sociali. La libertà d’impresa non può distruggere le coste e il territorio; non si può certo considerare libertà d’impresa la produzione inquinante o l’istigazione alla prostituzione.
Il terzo comma parla di “programmi e controlli opportuni”.
Se fino ad oggi i Governi della Repubblica si sono sbizzarriti in controlli INOPPORTUNI, BUROCRATICI, INUTILI, STUPIDI, producendo 1 Km quadrato di regole l’anno, si può dare la colpa a questo terzo comma dell’art.41 della Costituzione?????????????
L’art. 41 è un articolo di carattere generale che afferma il principio di equilibrio tra libertà di impresa, altre libertà individuali e indirizzo sociale dello Stato. Come gli altri articoli della Costituzione poi fa riferimento alle leggi attuative. Se poi le leggi attuative in Italia hanno determinato privilegi per grandi imprese e strozzature burocratiche per le piccole imprese non è certo colpa di tale articolo.
Nonostante la necessità di controlli dell’art. 41 la campagna della Campania si è trasformata in un deposito di rifiuti tossici; un capitalista come Berlusconi si fece fare (durante la cosiddetta prima Repubblica) una legge per detenere tre canali televisivi (procedura che faceva impallidire gli USA, molto attenti alle concentrazioni monopolistiche).
Le migliaia di regole sono state capaci di proibire a un ragazzo di vendere per strada giornalini e fumetti di seconda mano e hanno lasciato mano libera a costruttori senza scrupoli.
Non è colpa dell’art. 41 Sig. Ministro Tremonti ma è colpa di una mentalità burocratica e predona che organizza regole per soffocare ogni piccola attività, poi inventa meccanismi di aggiramento delle regole, e infine assenza di controlli sulle infrazioni più gravi; il tutto ha determinato l’espandersi del lavoro nero e della conseguente evasione fiscale.
Ben venga la diminuzione delle regole e ben venga l’attenta applicazione di poche regole. Ma non si spacci l’art. 41 come un ostacolo al superamento della crisi economica. C’è da pensare che questa voglia di mettere mano alla Costituzione sia proprio un alibi per rinviare le necessarie riforme per uscire dalla crisi. Si può dare così la colpa alla Storia, ai comunisti, ecc. ecc..
15/06/10 francesco zaffuto

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(immagine “Giurlanno e gli ingranaggi della Storia” fotocomposizione © liborio mastrosimone http://libomast1949.blogspot.com/)
risposte su altri siti e blog
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di Davide Gambardella

Mi trovo d'accordo con lei, il problema di carattere burocratico non è soltanto riconducibile all'art.41, come vuole far credere il ministro Tremonti. Ho tentato di sottolineare anche un altro aspetto, che riguarda il giro di vite che interesserà i lavoratori dipendenti. In sostanza il ministero cerca di responsabilizzare maggiormente le maestranze, ma non sappiamo fino a che punto saranno rigidi questi nuovi parametri che il Tremonti vorrà adottare. Sarà sulla stessa scia di BrunettA?

giovedì 3 giugno 2010

le dimissioni di Koehler e l'Afghanistan


Pirandello in Germania
Poco rilievo ha dato la stampa in Italia alle dimissioni del Presidente della Germania Koehler. Eppure si tratta della più alta carica dello stato tedesco. Forse si sono volute archiviare le frasi che hanno provocato le dimissioni dello stesso Koehler. Ecco come l’Ansa ha riportato le frasi del presidente tedesco
"Un Paese delle nostre dimensioni, concentrato sull'export e quindi sulla dipendenza dal commercio estero, deve rendersi conto che... sviluppi militari sono necessari in un'emergenza per proteggere i nostri interessi - aveva detto Koehler a una radio tedesca durante una visita in Afghanistan il 22 maggio scorso -, ad esempio per quanto riguarda le rotte commerciali o per impedire instabilità regionali che potrebbero influire negativamente sul nostro commercio, sull'occupazione e sui redditi".In pratica Koehler nel parlare di impegno militare in Afghanistan aveva dato non la solita visione di “missione di pace”, ma una visione più ancorata a reali interessi, una visione più cinica. Immediatamente la posizione del presidente era stata duramente criticata sia dall'opposizione, sia da esponenti della coalizione (Cdu-Csu, Fdp) guidata dalla cancelliera Angela Merkel. Lo stesso ministro della Difesa tedesco, Karl-Theodor zu Guttenberg, aveva preso le distanze dal presidente della Repubblica.
E Koehler si è dimesso, come a volere dare una testimonianza pirandelliana del “Cosi è se vi pare”.In Italia dove la visione della missione in Afghanistan è consolidata come “missione di pace”, dove la sola messa in discussione di una scadenza posta da Di Pietro viene demonizzata, si è preferito glissare sui commenti al caso Koehler. Eppure di Afghanistan siamo costretti a parlare quando arrivano alcuni italiani morti o feriti.
In Afghanistan: i russi persero una guerra contro i talebani allora sostenuti dagli americani, i talebani vinsero quella guerra e instaurarono un regime antioccidentale, il paese è un crocevia per il traffico dell’oppio, dopo l’11 settembre è stato individuato dagli americani come un covo dove si poteva annidare il terrorismo, le potenze occidentali su invito americano intervengono militarmente, sono passati più anni di guerra e gli occidentali sostengono un governo in qualche modo compromesso con grandi traffici, il governo non è sostenuto dalla popolazione di gran parte del territorio afgano, i morti americani sono tanti e si preferisce parlarne ben poco.
La logica di chiamare un intervento militare “missione di pace” non può essere digerita, occorrono strategie di pace per uscire da questa crisi e costruire la pace.
03/06/10 francesco zaffuto
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immagine “intrigo” fotocomposizione © liborio mastrosimone http://libomast1949.blogspot.com/)