Nel post Febbre e coscienza del Grande Moloch tentavo di rappresentare due anni di andamento delle Borse titoli con la speculazione al ribasso; ora è opportuno allargare la visione ponendosi una domanda: i nostri “cari” speculatori che puntano sul ribasso e sulla catastrofe sono dei disperati che svendono tutto e si accontentano di guadagnare su qualche margine speculativo molto ridotto oppure vanno spostando i capitali su altri fronti?
Se guardiamo al mercato immobiliare vediamo che permangono tendenze negative, dopo la grande bolla immobiliare (che ha originato in parte la stessa crisi) i nostri “bravi” capitalisti sono restii a ritornare ad investire sul mattone.
Se guardiamo al mercato dell’oro, dei preziosi, e allo stesso mercato dell’arte, la presenza di chi investe su questi beni rifugio è notevole.
Ma la cosa più sconcertante è quella che i nostri “buoni” speculatori stanno facendo sulle merci: hanno fiutato che ci si può arricchire su grano, riso, avena, granturco ecc. … poiché sono beni su cui la domanda non cala, un po’ come dire la fame ci sarà sempre e in futuro continuerà ad aumentare anche per l’aumento delle popolazioni, un investimento sicuro; la stessa prospettiva di un maggior uso di biocarburanti spinge verso l’investimento in beni agricoli.
Ecco le due paroline da tradurre: commodity è un bene per cui c'è domanda che è offerto senza differenze qualitative sul mercato ed è fungibile, cioè il prodotto è lo stesso indipendentemente da chi lo produce, come per esempio il petrolio e i metalli, ma anche grano, riso, avena e tanti prodotti agricoli; future è un contratto di borsa che stabilisce prezzi nel futuro. Attraverso i futures sulle commodities si stabiliscono contratti su merci con prezzi che valgono per il futuro, delle vere e proprie scommesse sul futuro sul prezzo delle merci.
Recentemente arriva qualche dato allarmante
- Il 50% della produzione cerealicola mondiale dei prossimi 5 anni è già stato acquistato dalle multinazionali del commercio alimentare alla borsa agricola di Chicago. Queste società si sono già riservati i prezzi del cibo fino al 2016. http://www.unita.it/mondo/emergenza-cibo-al-convegno-br-dedicato-a-toni-fontana-1.330641
- Da Agritel, società francese di consulenza nella gestione del rischio agroalimentare, apprendiamo che mentre la Borsa di Parigi ha perso oltre l'11%, i prezzi delle commodities come soia, mais e grano sono cresciuti di oltre il 10%. http://www.agi.it/food/notizie/201109151226-eco-rt10082-crisi_confagricoltura_commodity_agricole_barometro_recessione
Tutti i giocatori pretendono di vedere nel futuro, chi si siede al tavolo verde comincia a sentire un numero su cui puntare, lo vede quasi ballare dinanzi agli occhi; ma chi si siede al tavolo verde del gioco di un casinò è un innocente rispetto a chi specula su titoli e merci, quest’ultimo spesso si serve di studi di esperti che cinicamente esaminano le piaghe del mondo, fame e sete.
Il prezzo dei beni agricoli che sale può perfino divenire una spinta per l’aumento della produzione di beni alimentari; ma questo non può avvenire per il solito miracolo del mercato che trova un suo equilibrio, non possiamo più credere a questa favola dopo questa crisi, sono necessarie: consapevolezza dei fenomeni e politiche agricole mondiali improntate alla solidarietà.
18/09/11 francesco zaffuto
.
(immagine – “la mano nel piatto” fotocomposizione © liborio mastrosimone http://libomast1949.blogspot.com/)nota descrittiva dell'immagine per disabili visivi
Su un piatto bianco una mano di plastica che sta verso l’alto con un movimento vitale, una mano che pare si sia già mangiato tutto il contenuto del piatto …
Se guardiamo al mercato immobiliare vediamo che permangono tendenze negative, dopo la grande bolla immobiliare (che ha originato in parte la stessa crisi) i nostri “bravi” capitalisti sono restii a ritornare ad investire sul mattone.
Se guardiamo al mercato dell’oro, dei preziosi, e allo stesso mercato dell’arte, la presenza di chi investe su questi beni rifugio è notevole.
Ma la cosa più sconcertante è quella che i nostri “buoni” speculatori stanno facendo sulle merci: hanno fiutato che ci si può arricchire su grano, riso, avena, granturco ecc. … poiché sono beni su cui la domanda non cala, un po’ come dire la fame ci sarà sempre e in futuro continuerà ad aumentare anche per l’aumento delle popolazioni, un investimento sicuro; la stessa prospettiva di un maggior uso di biocarburanti spinge verso l’investimento in beni agricoli.
Ecco le due paroline da tradurre: commodity è un bene per cui c'è domanda che è offerto senza differenze qualitative sul mercato ed è fungibile, cioè il prodotto è lo stesso indipendentemente da chi lo produce, come per esempio il petrolio e i metalli, ma anche grano, riso, avena e tanti prodotti agricoli; future è un contratto di borsa che stabilisce prezzi nel futuro. Attraverso i futures sulle commodities si stabiliscono contratti su merci con prezzi che valgono per il futuro, delle vere e proprie scommesse sul futuro sul prezzo delle merci.
Recentemente arriva qualche dato allarmante
- Il 50% della produzione cerealicola mondiale dei prossimi 5 anni è già stato acquistato dalle multinazionali del commercio alimentare alla borsa agricola di Chicago. Queste società si sono già riservati i prezzi del cibo fino al 2016. http://www.unita.it/mondo/emergenza-cibo-al-convegno-br-dedicato-a-toni-fontana-1.330641
- Da Agritel, società francese di consulenza nella gestione del rischio agroalimentare, apprendiamo che mentre la Borsa di Parigi ha perso oltre l'11%, i prezzi delle commodities come soia, mais e grano sono cresciuti di oltre il 10%. http://www.agi.it/food/notizie/201109151226-eco-rt10082-crisi_confagricoltura_commodity_agricole_barometro_recessione
Tutti i giocatori pretendono di vedere nel futuro, chi si siede al tavolo verde comincia a sentire un numero su cui puntare, lo vede quasi ballare dinanzi agli occhi; ma chi si siede al tavolo verde del gioco di un casinò è un innocente rispetto a chi specula su titoli e merci, quest’ultimo spesso si serve di studi di esperti che cinicamente esaminano le piaghe del mondo, fame e sete.
Il prezzo dei beni agricoli che sale può perfino divenire una spinta per l’aumento della produzione di beni alimentari; ma questo non può avvenire per il solito miracolo del mercato che trova un suo equilibrio, non possiamo più credere a questa favola dopo questa crisi, sono necessarie: consapevolezza dei fenomeni e politiche agricole mondiali improntate alla solidarietà.
18/09/11 francesco zaffuto
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(immagine – “la mano nel piatto” fotocomposizione © liborio mastrosimone http://libomast1949.blogspot.com/)nota descrittiva dell'immagine per disabili visivi
Su un piatto bianco una mano di plastica che sta verso l’alto con un movimento vitale, una mano che pare si sia già mangiato tutto il contenuto del piatto …
Condivido le tue riflessioni e spero che nel mondo ci sia il Menenio Agrippa degli anni 2000 e che la plebe mondiale applichi la secessione.
RispondiEliminaRiporto un brano “apologo del ventre e delle membra” di Agrippa
« Una volta, le membra dell’uomo, constatando che lo stomaco se ne stava ozioso [ad attendere cibo], ruppero con lui gli accordi e cospirarono tra loro, decidendo che le mani non portassero cibo alla bocca, né che, portatolo, la bocca lo accettasse, né che i denti lo confezionassero a dovere. Ma mentre intendevano domare lo stomaco, a indebolirsi furono anche loro stesse, e il corpo intero giunse a deperimento estremo. Di qui apparve che l’ufficio dello stomaco non è quello di un pigro, ma che, una volta accolti, distribuisce i cibi per tutte le membra. E quindi tornarono in amicizia con lui. Così senato e popolo, come fossero un unico corpo, con la discordia periscono, con la concordia rimangono in salute. »
a libomast
RispondiEliminaè una apologo importante, oltre alle lotte sono necessari il governo delle cose e le leggi ben disposte ...
Purtroppo non è lo stesso per la società moderna come per il corpo umano. Chi specula continua a speculare e si arricchisce a danno di chi ha fame e non ha soldi per alimenti per lui troppo costosi.
RispondiEliminaad Ambra
RispondiEliminaistituti internazionali come l'ONU dovrebbero comporre il corpo del mondo; purtroppo siamo ancora lontani da questo traguardo e le regole sono fissate dallo stesso capitalismo speculativo.
Se solo i governi, a cominciare da quelli europei, pensassero un po' al bene comune, le unghie agli speculatori un po' verrebbero limate!
RispondiEliminaad Adriano
RispondiEliminaè proprio così, non abbiamo bisogno di aspettare gli USA ...
Senza contare che i bio carburanti, ad esempio, sottraggono produzione ai beni primari che servono per sfamarsi, cosi si accresce il fabbisogno degli stessi, consentendone la speculazione. Ma il serpente si morde la coda: chi coltiverà tutte queste cose quando gli schiavi saranno morti di fame? Ha ragione Adriano, ma con i se ed i ma non si va da nessuna parte; dobbiamo cacciar via chi mal governa, a partire dal nostro piccolo, per arrivare a limar noi, se necessario, quelle unghiacce avide! Penso che, almeno in questa piccola cerchia, si sia d'accordo tutti sul fatto che sia ora di smettere di lasciar fare.
RispondiEliminaa Roby Bulgaro
RispondiEliminamandarli via al più presto ed avere qualche chiarezza di idee sul cosa fare per evitare spiacevoli errori
Non ho capito la citazione di Menenio Agrippa che, notoriamente, non era un sostenitore della plebe, ma proprio dei patrizi, che lo mandarono per prendere in giro la plebe con la solita logica del "siamo tutti sulla stessa barca" (anche peggio, intendendo che il popolo è diviso tra chi deve lavorare e chi deve comandare, un destino così definitivo come quello delle differenti cellule).
RispondiEliminaIl discorso del post è complesso, perchè è assurdo che il prezzo di un alimento sia eguale nel cuore dell'africa e in europa. Questa globalizzazione che livella i prezzi, e solo quelli, costituisce la logica che condanna alla fame i più poveri e all'abbandono dell'agricoltura nel primo mondo.
Il prezzo dovrebbe essere il risultato di un equilibrio locale, che dipende dai fattori locali, mentre un unico prezzo mondiale, negando le differenze di reddito e di costi di produzione, serve solo a coloro che vogliuono giocare un ruolo monopolistico: mi chiedo perchè tutto l'ordine mondiale sia costruito attorno a interessi che riguardano pochissime persone, e cosa aspettiamo per mandare tutto questo a gambe all'aria...
A Vincenzo Cucinotta
RispondiEliminaIl prezzo stabilito dal più forte è una fregatura, in alcuni paesi per sottrarsi da questo ricatto preferiscono il baratto di merci contro merci, ma perfino nelle triangolazioni del baratto internazionale c'è sempre qualche società di mediazione che ci guadagna.
Riguardo a Menenio Agrippa e al suo apologo si può intendere come hai fatto tu; ma si può intendere anche nel senso che chi detiene il potere deve operare in direzione del sostentamento delle membra e se opera in altro modo, democraticamente se ne deve andare.
Speculare su beni primari è veramente qualche cosa che lascia di sasso.
RispondiEliminaMi sento come quando capitai , in gommone da tre metri, nel mezzo di un improvviso alzarsi del mare....
RispondiEliminaa duhangest e a Sandra M.
RispondiEliminala sensazione di rimanere pietrificati di fronte a questi nuovi scenari è forte; spero che si possa mettere in moto una coscienza internazionalista altrimenti ci sarà logorante guerra di stati, popoli, regioni e campanili ...